Ho riletto recentemente la storia "Topolino e l'ingloriosa fine del Tiger 1°" (Damianovich/Gatto; si noti, incidentalmente, che quel "1°" del titolo viene spesso citato come "primo", sia negli indici delle pubblicazioni che nello stesso Inducks) ristampata in unica puntata sul GCD 217.
Nelle vignette in cui Topolino, Pippo e Minni cercano di confondere l'olfatto di una tigre che si stava aggirando nei paraggi versandosi addosso il contenuto di una tanica che recavano con sè, il nome di tale contenuto è stato modificato dall'originario "benzina" (vado a memoria, per cui chiedo cortese conferma a chi avesse agevolmente sotto mano il TL 1422 con la seconda puntata della storia) a "gazzosa". Posso ipotizzare che il motivo del rimaneggiamento risieda probabilmente nella consapevolezza che i lettori più piccoli avrebbero potuto emulare il gesto dei propri "beniamini", ma, ai fini meramente narrativi, la modifica appare penosa: non c'è alcun motivo logico per portarsi dietro gazzosa durante un viaggio esplorativo nel Borneo, né, tanto meno, di portarsene dietro addirittura una tanica e, soprattutto, non vedo come la gazzosa potrebbe avere un odore talmente forte da ingannare il fiuto di una tigre (in una delle vignette in questione, dopo che Topolino si è già bagnato col contenuto della tanica, Minni ha addirittura la faccia disgustata ed esclama "Che puzza!").
Sì, questo per me è un esempio EGREGIO di censura ridicola e spettacolosamente fallimentare.
Il processo mentale che ha portato a:
- pensare che fosse una scena sconveniente,
- decidere di modificarla,
- modificarla in quel modo,
- decidere che andava bene,
- far finta che fosse plausibile,
- essere certi che il lettore dovrebbe essere un idiota per non capire che non funziona,
- NON ripensarci e dare l'imprimatur,
è offensivo per chi lo ha attraversato e per tutti quelli che ne ammirano le conseguenze.
È un'idiozia, a prescindere dall'intelligenza di chi l'ha fatta.
È impossibile leggerla e non rendersi conto che qualcosa non va.
La questione "censura sì/censura no", per quanto mi concerne, si discute e si conclude con un ragionamento molto breve.
Persino il Mein Kampf viene tutt'oggi stampato, e mi sembra che Indro Montanelli ne approvasse la ristampa perché così è ancora possibile rendersi conto delle coglionate che ci sono scritte (non ricordo le parole esatte, ma una qualche declinazione di "coglione" c'era).
Sono CENTINAIA di anni che le persone si sbattono per la cosiddetta filologia, per avere il testo originale. Qualsiasi testo.
Scopo? Conservare il messaggio originale. Con il suo significato originale. Perché è storia.
La censura, di qualsiasi testo, altera la storia.
Se alteri la storia, ne alteri la percezione nelle generazioni successive.
Non lo vogliamo per la storia; perché dovremmo volerlo per i fumetti?
Censurare i fumetti è come censurare tette e genitali alle statue. Uguale, gente. Uguale. Stesso significato. Non è una questione di dignità dell'opera. È una questione di significato, di intenti, di scopi.
Se George Lucas mette Hayden Christensen invece dell'attore originale nelle riedizioni del Ritorno dello Jedi, è una visione dell'opera da parte del suo creatore. Può non piacermi, ma ci sta.
Se però nel remaster di ET togli le pistole dal pugno dei poliziotti, quello non ha una cippa a che vedere con la visione artistica o con gli intenti del regista. Anzi, va proprio in senso contrario.
Se Pico ha dato della cicciona a una donna in una storia del 196x, questo è stato. Modificarlo nel 200x non ha alcuno scopo che non sia la malafede. Che sia la malafede di chi attua la modifica o di chi potrebbe leggere l'originale nel 200x, non importa. Malafede è. Curiosamente, la gente che esprime quella malafede non accetta altrettanto benevolmente le opinioni, per dire, dei negazionisti della Shoah. Ma come mai? "Perché quella è storia". Ecco. Però quante energie per correggere Pico che dà della cicciona a una donna, che è una cosa infinitamente meno terribile e nociva. E no, non vale la scusa "e vabbè, tanto è solo un fumetto e la scena resta la stessa". Perché allora io dico "E vabbè, appunto, è solo un fumetto e la scena resta la stessa: perché cambiarla?".
Quindi: se Paperino diceva "Ehi, dannato negro!" in una storia del 195x, io lo voglio rileggere nelle ristampe. Anche solo per stupirmi, "scandalizzarmi" e pensare "Ma pensa cosa si pubblicava una volta, pensa cosa poteva scrivere Guido Martina!". E magari riflettere su come sono cambiati i tempi.
Se il Grande Roxo infilava le dita nella presa in una storia del 198x, io non voglio nelle ristampe una vignetta posticcia che dice una cretinata tipo "la presa elettrica emette scariche!" (lolwut??) e, nel resto della storia, Roxo che... se ne sta con le dita comodamente infilate nella presa!!
Se negli anni Trenta, e anche oltre, avevamo lo stereotipo del bovero negreddo scemo... eh, questo era.
Perché non voglio poi sentirmi dire da un bambino (o un adulto, Dio me ne scampi) che "ma non è possibile, se i neri erano emarginati, come mai nei fumetti non lo si vede?"
Che poi dall'altra parte Rat-Man si concede battute del tipo "Ma se qui tutto è possibile, come mai lui è ancora negro?", e tutti giù a ridere e Leo Ortolani è un genio (lo è) e può farlo perché Rat-Man è per adulti intenditori e tanto i benpensanti non se lo cagano perché è disegnato male e non vende così tanto (maddeché??).