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Zio Paperone e la corona dei Maya Barks
Con l'inizio degli anni '60 il periodo d'oro di Barks volge al termine.
Le storie che da questo momento in poi produrrà, non potrano mai reggere il confronto con quelle del decennio precedente.
Eppure l'Uomo dei Paperi ci regala ancora qualche piccolo capolavoro, come questa storia da lui realizzata nel 1962.
Zio Paperone e la corona dei Maya rappresenta uno degli ultimi classici d'avventura barksiani, da sempre cavallo di battaglia dell'autore.
Il maestro dell'Oregon ci propone un' altra delle eccezionali spedizioni di Paperon de' Paperoni, questo volta in Messico, per la precisione nella penisola dell Yucatan, dove l'anziano papero e i suoi parenti si sono recati per recuperare qualche reperto archeologico.
E, come al solito, l'azione prende il via da un pretesto non molto originale, come da opione.
Il risultato finale è un'avventura dal sapore un po' nostalgico, ma ben realizzata e amabilissima da qualsiasi fruitore.

Concordo con te nel dire che le storie nel periodo '60 siano inferiori di qualche spanna a quelle del decennio precedente (con illustri eccezioni quali I misteri della cattedrale o A nord dello Yukon), ma c'è da dire che il maestro non delude mai, e questa storia ne è chiara riprova, giungendo nel pantheon delle mie preferite. Non parte in effetti da un pretesto molto originale, come era accaduto per altre, ma la storia si snoda nell'America centrale -ambientazione a me molto cara- portandoci alla riscoperta dei territori perduti Maya. Bellissima la resa dei tesori come anche le antiche sale sotterranee dei sacerdoti. Una storia che ricorda quasi i giochi della serie di Lara Croft. Per me un'altra magnifica prova!