La tecnica usata da Don Rosa nello sviluppare le storie dei paperi mi ricorda quella tipica americana nel farlo con i films e gli attori, con la musica, le canzoni e i cantanti: tutto deve essere perfettamente organizzato e incasellato - i generi, le tipologie, i ruoli - niente deve essere lasciato al caso.
E gli italiani (e gli europei) - attori, cantanti, artisti in genere - restano basiti nel confrontarsi con ciò ma devono farne i conti, se vogliono provare a entrare nel mercato americano. La loro arte sarà si valorizzata, ma anche in un certo senso 'ingabbiata', cosa cui non sono abituati (almeno non così) nei loro paesi d'origine. Negli Usa l'Arte è anche Industria e gli artisti sono anche 'operai' (e ciò da almeno un secolo).
Don Rosa ha percorso questo cammino, da autentico artista-militare del fumetto: lettori e colleghi sono rimasti basiti anch'essi, chi nel bene chi no, ma hanno tutti riconosciuto i fantastici risultati ottenuti sul campo. E il confronto resta difficile se non impossibile, almeno in Italia, visto che le sue storie sono state pubblicate quasi esclusivamente su ZP e quasi mai ristampate in testate popolari (Classici, GC, BIG, Vatt...).