Papersera.net

Cari amici,

se pensate che Paperon de Paperoni ammorbi solo il nipotame, Battista e Archimede nella continua protezione del deposito vi sbagliate di grosso! Appurata la buona volontà di Paperino (così un bravo ragazzo!), la lealtà del maggiordomo e gli antifurti del geniaccio, indovinate a chi si rivolge la vecchia tuba quando ha un problema serio? Bravi! Proprio al sottoscritto!

So che recentemente Paperone ha avuto qualche problema con una strana alleanza tra Amelia, i Bassotti, Rockerduck e il vecchio Cuordipietra Famedoro, ma non è certo la prima volta che si trova in difficoltà. Mi ricordo, qualche tempo fa, quando i Bassotti, che dovevano scontare ancora qualche millennio di gattabuia, riuscirono a evadere. La polizia si mise subito sulle loro tracce ma, stranamente, quei ladruncoli riuscirono a nascondersi bene e a non farsi scoprire. E Paperone entrò in uno stato di agitazione insostenibile.

Nonostante una serie di marchingegni antiladro tra i più sofisticati del mondo, nonostante la solerzia di Battista e il vecchio spingardino caricato a sale grosso, il multimilionario non si sentiva al sicuro e pensò bene di convocare il sottoscritto. Ovviamente gratis! Ora, dovete capire che io lavoro benissimo a colpo imminente o appena avvenuto, riesco a prevenire o ad arrestare qualsiasi ladro in qualsiasi luogo. L’unica cosa che non sopporto proprio sono le attese.

Già ho un quintale di sonno arretrato, in più è la noia che non riesco a reggere. Ore e ore di immobilità, seduto sul tetto del deposito, contemplando la collina Ammazzamotori e lottando una battaglia già persa contro gli sbadigli. Passavano le notti e non accadeva nulla, non arrivava nessuno.

Che cosa succederà adesso? Appuntamento alla prossima puntata!

Cari amici,

un piccolo riassunto della puntata precedente. La vecchia tuba, dopo uno scontro molto impegnativo con una strana alleanza formata da Bassotti, Amelia, Rockerduck e Cuoridipietra Famedoro, ha deciso di “assumermi” (si fa per dire, visto che non mi paga!) come guardia aggiunta al deposito. Ma è tutto tranquillo, non succede nulla e io passo il tempo a contare gli sbadigli.

La scorsa notte però è accaduto qualcosa. Prima ho iniziato a sentire dei rumori, quasi impercettibili. Dei cigolii, come se qualcuno camminasse su delle assi di legno molto vecchie, e molto in profondità. All’inizio pensavo che fosse un’allucinazione auditiva data dalla ormai continua privazione di sonno (visto che di giorno devo tornare al deposito, come Paperino, a lucidare le monete), ma il rumore continuava. Dopo qualche minuto un colpo più forte, sordo, lontano. Non avevo più dubbi: qualcuno si stava intrufolando nel deposito, forse da un condotto segreto o da un tunnel sotterraneo. Dovevo controllare. E subito, prima che Paperone se ne accorgesse, chiedendomi spiegazioni.

Scendo giù, alla base del deposito, e ne percorro tutto il perimetro, cercando di capire da che punto stavano passando gli intrusi. Nulla. Né terra smossa, né crepe sospette. Ma il rumore continuava, era come se venisse da dentro, come se fosse sempre stato dentro. Dentro e molto in basso. C’era solo una cosa da fare: ispezionare tutte le stanze del deposito senza svegliare Paperone. Impresa difficile, ma non impossibile.

E adesso che cosa succederà? Che cos’è quel rumore? Appuntamento alla prossima puntata!

Cari amici,

un piccolo riassunto della puntata precedente. Mentre facevo la guardia notturna al deposito di Paperone ho iniziato a sentire rumori strani che provenivano dal basso e ho cominciato a ispezionare tutte le stanze, cercando di non svegliare la vecchia tuba.

Dopo alcune ore di ricerca il rumore si era ormai affievolito e io avevo il cuore in pace: sarà stata sicuramente un’allucinazione auditiva, una suggestione data dalla noia e dalla stanchezza. E mentre mi cullavo in questi dolci pensieri, un colpo sordo, cupo, rimbombante mi risvegliò dal torpore. Questa volta non era una mia impressione, e il rumore era abbastanza forte da poter indovinarne la provenienza: la sala della Numero Uno.

Amelia! Fu questo il primo pensiero che mi balzò in mente mentre correvo verso l’ala opposta del deposito. E invece nulla. Niente Amelia, nessuna effrazione e il prezioso decino ancora ben saldo e al sicuro nella sua teca a prova di tutto. Il rumore però proveniva da lì, su questo non avevo dubbi. Allora continuai a cercare, ispezionando la stanza palmo per palmo, centimetro per centimetro, fino a ché non notai qualcosa di strano. Come una leggera rientranza nel pavimento: una botola!

Proprio così: un passaggio segreto nascosto nella stanza più sicura di tutto l’edificio che conduce sottoterra. I misteriosi rumori provengono da lì sotto, non mi resta che andare a vedere. Aprii la botola: buio pesto. Armato di una torcia, una pistola immobilizzatrice e tanto coraggio mi addentrai nelle viscere del deposito, senza sapere a cosa (o a chi) stavo andando incontro.

E adesso cosa succederà? Chi troverò la sotto? Ma soprattutto: saranno amici o nemici? Appuntamento alla prossima puntata!

Cari amici,

un brevissimo riassunto della scorsa puntata.
Dopo molte ricerche, trovai una botola che portava nei sotterranei proprio nella stanza più sicura di tutto l’edificio, quella con la Numero Uno. Mi addentrai nelle viscere del deposito senza sapere a chi o a che cosa stessi andando incontro.

Immaginatevi un cunicolo strettissimo e buio, con una flebilissima lucina in lontananza, la famosa luce in fondo al tunnel. Strisciando come un verme sotterraneo arrancai, gomito dopo gomito, fino a una piccola ma sufficiente apertura che dava su un’ampia stanza di mattoni, con il soffitto a volte e alcune candele che rischiaravano l’ambiente e creavano strani giochi di luci e ombre rifrangendosi sulle ragnatele che invadevano tutto. Al centro, chino sopra un enorme librone su un cigolante leggio di legno, una figura stava assorta in lettura.

Da lontano sembrava piccolo e dunque innocuo. Per questo, dopo un attimo di esitazione per studiare bene le possibili opzioni, mi schiarii la voce con un educato colpetto di tosse e mi avvicinai a quella specie di monaco / eremita sotterraneo che, per motivi a me completamente sconosciuti, viveva sotto il deposito di Paperone.

Perché? E chi era? Ma soprattutto: il vecchio taccagno sapeva di questo coinquilino che, con tutta probabilità, non pagava l’affitto da almeno un centinaio d’anni? Quello che avrei scoperto da lì a poco avrebbe stravolto tutto quello che sapevo – che credevo di sapere – sul deposito, sulla collina Ammazzamotori e sull’effettiva impossibilità per chiunque di commettere un vero furto andato a buon fine all’interno di quelle quattro mura.

Come dite? Volete essere stravolti anche voi? Niente di più facile, basta aspettare la prossima puntata!

Cari amici,

nella puntata precedente, scendendo nelle segrete del deposito, ho scoperto l’esistenza di un misterioso personaggio, assorto nella lettura di un librone polveroso, che vive nei sotterranei. Chi sarà? E soprattutto, Paperone è a conoscenza di un coinquilino segreto che non paga l’affitto? Lo scopriremo nelle prossime righe!

Avvicinatomi allo sconosciuto, questi voltò lentamente la testa incappucciata e iniziò a fissarmi. La sua tunica gli copriva quasi tutto il volto, lasciando trasparire solo due occhi chiari e penetranti che mi guardavano dentro, lasciandomi un vago senso di disagio. Dopo alcuni interminabili secondi, come se non fosse accaduto nulla, ritornò alla lettura. Che fare? Non potevo certo andarmene, dovevo scoprire il segreto di quel misterioso figuro.

Feci un bel respiro e mi rivolsi a lui:

“A-hem, salve! Io sono il guardiano notturno del deposito e ho sentito alcuni rumori che provenivano da quaggiù. Ho scoperto la botola segreta ed eccomi qua! Mi chiamo Paperinik e sono un supereroe. Voi chi siete?“
Silenzio.
“Non per disturbarvi, vedo che siete assorto nella lettura. Che cosa leggete di bello?“
Silenzio.
“Non siete un tipo di molte parole, vero? Beh, permettetemi di insistere! Il signor De Paperoni sa della vostra esistenza?”
A quel punto, lo sconosciuto finalmente proferì verbo.

“La mia esistenza coincide con quella del deposito. Sotto i miei occhi il deposito è stato costruito, grazie al mio vigilare in deposito continua a rimanere ben saldo sulle sue fondamenta. In un certo senso io sono il deposito“.
Che dire? Rimasi di sasso davanti a queste misteriose affermazioni. Come “io sono il deposito”? In che senso? Forse è l’architetto? O un muratore? E Paperone? Mi voltai, deciso a svegliare il vecchio taccagno e andare a fondo di questa storia. Mentre mi incamminavo verso l’esterno, quella voce che prima era un lieve sussurro risuonò tra le volte della cripta.

FERMO LI’! NON HO ANCORA FINITO CON TE!
Volevo ben dire! Mi sembrava che non avessimo nemmeno iniziato, se devo essere sincero! Mi avvicinai al mio nuovo amico, se così posso chiamarlo, apprestandomi a sentire il suo racconto. E se avete un po’ di pazienza, presto lo ascolterete anche voi.

Alla prossima puntata!

la tensione si taglia con un coltello
belli i continui riferimenti al capolavoro di Artibani... che ci sia il suo zampino anche qui?

Cari amici,
 
nella puntata precedente, se ricordate bene, l’incappucciato misterioso, dopo qualche mia insistenza, ha iniziato a parlare, dicendomi cose strane come “Io sono il deposito” o “Il deposito è stato costruito grazie a me”, qualcosa del genere. Che sia un muratore? Magari lavora in nero e Paperone lo nasconde nelle segrete? Insomma: questo è quello che mi disse, e ve lo riporto parola per parola.
 

Devi sapere, o strano papero mascherato con un inspiegabile cappello da marinaio, che io sono l’ultimo discendente della sacra dinastia degli annusatori d’oro. Dall’inizio dei tempi i miei avi hanno sviluppato una sovrumana capacità di riconoscere all’olfatto una pagliuzza d’oro fin dentro alle profondità della terra. Di generazione in generazione questa capacità si è sviluppata e affinata sempre di più, fino a raggiungere la sua più completa affermazione in me, il dispensatore dell’arte più nobile del mondo. Il mio compito è solo uno, ma difficilissimo: trovare un degno successore. Qualcuno che abbia delle narici auree così sviluppate da competere con me, così finalmente potrò godermi una meritata pensione su qualche isoletta del Pacifico.
 
Incredibile. Ero a becco aperto. L’ultimo discendente della stirpe più antica della terra si trovava sotto al deposito! Certamente, pensai, Paperone era perfetto per portare avanti la discendenza: nessuno, come lui, riusciva a riconoscere un pulviscolo d’oro con una annusatina distratta. E questo, dunque, dissi al misterioso incappucciato. Egli mi rispose:
 

Per questo, molti anni fa, sotto mentite spoglie convinsi un giovane Paperone a costruire il suo deposito qui sopra, in quella che adesso viene chiamata collina Ammazzamotori ma che, al tempo dei miei padri, si chiamava collina Annusadenari. E in tutto questo tempo la fortuna di Paperone cresceva e io vegliavo, paziente, aspettando che giungesse il momento propizio per il passaggio di consegne. E adesso, finalmente, è arrivato!
 
Senza volerlo, mi trovai testimone di un momento storico: l’incontro tra Paperone e il suo misterioso coinquilino segreto. Che cosa sarebbe successo? E, soprattutto, Paperone avrebbe provato a fargli pagare gli arretrati dell’affitto? Lo scopriremo nella prossima puntata!

Cari amici,
 
bentornati! Nella puntata precedente l’ormai ex misterioso monaco incappucciato mi ha raccontato per filo e per segno la sua storia, rivelandomi che è giunto il momento di incontrare Paperone e capire se sia degno di portare avanti la nobile discendenza degli annusatori d’oro.
 Secondo me non ci sono dubbi, ma con questi personaggi strani non si sa mai.
 
Finito il suo discorso, l’incappucciato ribadì che il tempo era giunto e che voleva incontrare Paperone. Mi chiese dunque di convocarlo nelle segrete, avvertendomi che il vecchio taccagno non sapeva nulla della sua presenza e che sarebbe stato mio compito, come dire, “abituarlo all’idea” senza troppe escandescenze. Ecco, finalmente, un lavoro degno di un supereroe!
 
Com’ero entrato, uscì dalle segrete del deposito e mi diressi verso la camera da letto, dalla quale proveniva un lieve russare. Erano le quattro di notte, Paperone di solito si sveglia alle cinque per non consumare troppo le lenzuola, dunque non sarebbe stata una levataccia traumatica. Beato lui, mi trovai a pensare. Se io dovessi alzarmi alle quattro di mattina, senza una pennichella pomeridiana di almeno sei ore non riuscirei a combinare nulla! Ma il vecchio cilindro ha la scorza dura!
 
Entrai nella stanza e, in controluce, notai la sagoma di Paperone nel letto che dormiva. Iniziai a chiamarlo sottovoce, ma niente. Lo strattonai con gentilezza, ancora nulla. Accesi le luci, convinto di scatenare una reazione allo spreco di elettricità, ma anche in questo caso nessuna risposta. Ormai preoccupato tolsi via le coperte e, con incredibile sorpresa, vidi che qualcuno aveva sostituito Paperone con un fantoccio che emetteva un lieve ronzio per simulare il suo russare! Sul cuscino c’era un biglietto che diceva:
 

Abbiamo rapito il vecchio papero! Non possiamo permettere che la profezia si compia: la stirpe degli annusatori d’oro deve finire insieme all’incappucciato. Firmato: gli annusatori di pirite.
 
Gli annusatori di pirite? E chi sarebbero? Il mistero si infittiva sempre di più! Che cosa succederà adesso? E come la prenderà il mio nuovo amico? Non ci resta che aspettare la prossima puntata!

Cari amici,
 
nella sconvolgente scorsa puntata i misteriosi annusatori di pirite hanno rapito Paperone per impedire alla profezia di compiersi e annichilire per sempre la nobile schiatta degli annusatori d’oro. Il mio nuovo amico accolse la notizia con un preoccupato silenzio: si aspettava una qualche interferenza da parte degli storici nemici e, per permettermi di aiutarlo, mi raccontò la storia della loro rivalità. Le cose stanno più o meno così:
 

 Tantissimi anni fa la stirpe degli annusatori d’oro abitava, pacifica e contenta, in una ricca vallata nascosta in quello che oggi chiamate Klondike. La vita scorreva tranquilla e prospera, tra piacevoli annusate e divertenti gare olfattive. Durante i classici Giochi dell’Annuso, dopo una cocente sconfitta, un gruppo di giovani autoctoni decise di ribellarsi al potere costituito, andarsene e fondare una nuova società, con le loro regole e il loro scarso olfatto. Scelsero di chiamarsi Annusatori di Pirite, come provocazione e presa in giro dei loro ormai ex compagni, visto che la pirite, chiamata anche “oro degli stolti”, è un minerale comunissimo e senza alcun valore che assomiglia molto all’oro, anche se ha uno sgradevolissimo odore di uova marce. La rivalità tra i due gruppi crebbe di anno in anno, di secolo in secolo, sempre di più, fino al momento supremo: il grande tradimento. Rapire e sbarazzarsi dell’ultimo discendente degli annusatori d’oro e rimanere gli unici annusatori del mondo.
 
Questo racconto mi affascinò molto, non lo nascondo. E’ sorprendente venire a conoscenza di una civiltà così antica e nobile e, ancora di più, avere la possibilità di aiutarla a perpetuarsi, sconfiggendo i loro rivali storici. Mi rimboccai le maniche e chiesi al mio nuovo amico incappucciato il da farsi. Lui annuì, confortato dalla mia determinazione, e mi fece cenno di seguirlo.
 
Quello che scoprii, quello che trovai e quello che successe dopo lo saprete nelle prossime, incredibili puntate!

Cari amici,
 
nella scorsa puntata abbiamo scoperto insieme l’origine dei temibili Annusatori di Pirite e la storia millenaria della rivalità con gli Annusatori d’oro, il cui ultimo discendente ha scelto Paperone per continuare la nobile stirpe. Ma Paperone è stato rapito, e noi dobbiamo metterci sulle sue tracce. Per fortuna, grazie agli anni di tuffi e bagni tra le monete, il vecchio taccagno ha acquisito un fortissimo profumo aureo, una traccia semplicissima per le allenate narici del mio nuovo compagno di avventure. Si parte alla ricerca!
 
Dopo qualche falsa pista (la zecca di stato, il palazzo di Rockerduck, il Club dei Miliardari), il misterioso incappucciato mi condusse fuori città, in quella ondulata regione montagnosa che circonda il Calisota. Tantissime grotte, vallate e incavi naturali in cui rifugiarsi: il nascondiglio ideale per dei rapitori. Ma nulla sfugge all’ultimo discendente degli Annusatori d’oro! Dopo un lungo pellegrinare, mi indicò una grotta e mi disse: sono lì.
 
Entrammo. E appena entrati, ci dovemmo tappare il naso per non svenire: un nauseante odore di uova marce appestava l’ambiente. Gli Annusatori di pirite, infatti, ne avevano bruciato alcune pietre per accendere un fuocherello ristoratore e, come già sapete, la pirite scaldata fa proprio quell’olezzo! Confusi e annebbiati dalla spiacevole sorpresa, riuscimmo comunque a stare nascosti e osservare. Gli annusatori, anch’essi incappucciati, ma con mantelli più chiari, quasi color sabbia, sedevano attorno al fuoco, parlottando. Poco lontano, appoggiato a un grande masso, Paperone era legato e addormentato. Che cosa ne avrebbero fatto di lui? E che cosa avremmo potuto fare noi? Loro erano in troppi!
 
Mentre mi dibattevo in questi pensieri, la mia zampa fece un movimento brusco e un piccolo sassolino rotolò giù, facendo un rumore sufficiente ad attirare la loro attenzione. Sei cappucci color marrone chiaro si voltarono contemporaneamente verso di noi. Ci avevano scoperti!
 
E adesso che succederà? Come faremo a sconfiggere i cattivi e a liberare Paperone? Ma soprattutto, riusciremo a sconfiggere i cattivi e a liberare Paperone? Lo saprete nella prossima, imperdibile, non ultima ma quasi, puntata!

Non ho capito bene che tipo di storia sia. Non è disegnata? C'è solo il soggetto?

Cari amici,
 
bentornati alla decima puntata di ‘Una notte sul deposito’! La scorsa volta ci siamo salutati dopo che i temibili Annusatori di pirite, che tenevano prigioniero Paperone, si erano accorti della nostra presenza per colpa di un piccolissimo sassolino che avevo inavvertitamente calciato mentre ci nascondevamo nella grotta. Eravamo scoperti! Che fare?
 
Non aveva più senso nascondersi, dovevamo affrontarli a viso aperto. E così facemmo. Scesi dal nostro nascondiglio, ci trovammo faccia a faccia con i rapitori della vecchia tuba. Erano in sei, e noi eravamo in due. Certo, io sono un supereroe, ma questi misteriosi personaggi potevano avere armi o poteri nascosti, non potevo rischiare mettendo a repentaglio Paperone e il mio nuovo amico incappucciato. Allora pensai di giocare d’astuzia. Mi schiarii la voce e dissi:
 

Cari Annusatori di pirite, manteniamo la calma. Non vi sembra che chiudere la partita così sia troppo facile per voi? Certo, avete di fronte l’ultimo degli Annusatori d’oro e tenete prigioniero l’unico che può perpetuare la sua stirpe. Ma dopo secoli e secoli di onorevole e epica rivalità, non vi sembra un peccato chiudere i conti in un modo così poco cavalleresco?
 
Gli Annusatori di pirite tacevano ma, dal loro sguardo incappucciato, capì che ci stavano pensando. E allora rincarai la dose:
 

Vi propongo dunque una sfida! Il vostro campione, il naso più fine di cui disponete contro Paperone, il possibile futuro erede. Se vincete voi, accetteremo di buon grado la vostra superiorità, Paperone tornerà con noi e si dimenticherà di tutto questo e le nostre strade si divideranno. Se invece vinciamo noi, lascerete perdere i vostri propositi di vendetta e andrete per la vostra strada, rinunciando per sempre a questa lunghissima rivalità.
 
I nostri nemici sembravano accettare, sicuri com’erano della loro superiorità. Quello che doveva essere il loro capo parlò:
 

Va bene, strano papero mascherato! Accettiamo! Ma cambiando leggermente le vostre condizioni. Se vincete voi, noi rinunceremo a tutto, ma se vinciamo noi il vecchio papero diventa nostro, perché ha visto troppo e sa troppo, e non possiamo permetterci di rischiare. Allora, abbiamo un accordo?
 
Ero talmente sicuro della superiorità di Paperone che accettai quasi senza pensarci. Non potevamo certo perdere contro questi annusatori di uova marce! I nostri avversari si ritirarono in consiglio per decidere il loro campione. Io andai a svegliare il nostro campione, per spiegargli i dettagli della sfida. Quando però Paperone si riprese, scoprimmo con sgomento che la botta in testa, subita durante il rapimento, gli aveva cancellato il senso dell’olfatto. Paperone non riusciva ad annusare più nulla.
 
Disperato, cercai di pensare a una soluzione ma, dopo pochi secondi, gli Annusatori di pirite ci convocarono: la gara stava per iniziare!
 
E adesso, che fare? Perdere era fuori discussione, ma con Paperone in quello stato anche vincere sarebbe stato impossibile. Come andrà a finire questa incredibile storia? Lo saprete nella prossima (quasi ultimissima) puntata!

posso dire che dopo alcuni passaggi noir davvero interessanti e suggestivi la storia è finita in un coacervo di stramberie simil-ciministiche da voltastomaco??? :( :( :(

ma che razzo c'entrano gli annusatori d'oro e di pirite con Pk??? ma iativinni a 'ddu paisi và!

Bentornati, cari amici, all’undicesima puntata di questa incredibile saga. La scorsa volta, trovatomi di fronte ai temibili Annusatori di pirite e all’odoraccio di uova marce che ingolfava la grotta, ho giocato d’astuzia – o almeno così credevo - organizzando una sfida tra il loro campione e Paperone, salvo accorgermi però che, in seguito alla botta in testa di quando l’hanno rapito, la vecchia tuba aveva perso completamente il suo leggendario fiuto. Che fare? Mentre mi scervellavo per trovare una soluzione, i nostri avversari mi comunicarono le regole.
 
La sfida si articolerà in tre prove. Il primo che ne vince due vince tutto. La prima prova è la mosca cieca. I due contendenti saranno bendati e dovranno trovare, solo con l’olfatto, un decino d’oro nascosto sottoterra, in un raggio di circa 1 km. Oh-oh. Difficilotta! Non ho avuto nemmeno il tempo di ragionare che Paperone era già bendato e il giudice di gara, uno di loro, ovviamente, stava dando il via.
 
I due sfidanti iniziano a camminare alla cieca. Paperone prova ad annusare, sembra un’aspirapolvere ma nulla, è confuso, gira in tondo, non sa dove andare. Fortunatamente anche il campione degli Annusatori di pirite non è particolarmente dotato (altrimenti non si chiamerebbe così!), ma in queste condizioni è comunque meglio del nostro. Infatti, dopo una decina di minuti, mentre Paperone brancolava nel buio, lo sfidante si blocca improvvisamente in un punto, dà una bella tirata di narici e inizia a scavare. Monetina trovata, uno a zero per loro!
 
Si mette male, siamo già in svantaggio. Mentre Paperone si toglie la benda e, affranto, si prepara alla seconda prova, il mio amico incappucciato mi suggerisce l’idea vincente. Attivo i retrorazzi del mio costume e volo a velocità supersonica verso Paperopoli, per recuperare ciò che ci farà sicuramente vincere le prossime due prove.
 
Che cosa sarà? E soprattutto, riusciremo a vincere la sfida? Lo saprete solo nella prossima puntata