Una storia smaliziata. Un aggettivo secco e poco complimentoso – proprio com’e’ lei – per sintetizzarne i molti pregi, presso il punto di arrivo e le colonne d’Ercole del 1979, quando Massimo De Vita aveva già rinunciato a certi accenti e quasi si poteva confondere con altri. Ma ancora bellissimo, stupendo illustratore di una storia dell’apoteosi; dopo di queste il diluvio, che se non cancellerà di sicuro slaverà molto. O forse un semplice e comprensibile esaurimento ? Appare chiaro come queste storie piacciano perché raggiungono, con a frutto tutta l’esperienza dei decenni precedenti, già allora i limiti degli argomenti e dei comportamenti accessibili ai paperi. E qualche avvisaglia c’era, perché da un pochino perle come questa si mischiavano a storie così così.
Ammiriamone innanzitutto l’equilibrio narrativo: vicenda principale appassionante ed appassionati le sub storie rinvenibili armoniosamente inviluppate : Ghingo Limaccia e l’avventura su pallone aerostatico. Zio Paperone mostra una spregiudicatezza a 360 gradi, il suo velleitario desiderio di self made man che ha avuto tutto, raggiungere infine anche la fama pubblica di sindaco, suona tanto consueto alle nostre orecchie, ed innesca una valanga di azzeccate frecciate alla politica che arrivano tutte a segno, così come avete ben rilevato. Si disinteressa del vero bene pubblico, così come ha mancato di scrupoli per fare soldi, così come non stupisce che voglia lasciare i nipoti senza casa. Stupisce però, e molto, il fatto che ciò nonostante sia irresistibilmente simpatico. Perché mai? Vi sono accorgimenti all’uopo : in una vignetta (di quelle che non dimentichi) si legge perfettamente in volto la sua vergogna per aver imbrogliato Limaccia a suo tempo; è affabile e generoso con i nipoti, sia pure per raggiungere i sui scopi. Inoltre sappiamo sempre che siamo nel mondo della fantasia (la forte verosimiglianza tende a farcelo dimenticare) : un nipotino nota giustamente che se Ghingo Limaccia era vecchio e malato 50 anni fa, come può essere ora ancora vivo ? Eppure è qui, e l’aria collinare lo rende vispo come un ragazzo. Che reale utilità ha dividere in due la casa espropriata a Paperino mattone per mattone ? Anche questi espedienti surreali allontanano la percezione di una reale crudeltà di zio Paperone, ci rendiamo subito conto che vi si calca volutamente e giocosamente la mano per amplificare al massimo l’effetto dei ceffoni che riceverà a suo tempo in cambio.
Ma vediamo il segretario del comitato, può egli essere biasimato se vuole vivere in una casa civile e non in un’allucinante stamberga ? Certamente, per il solo fatto che per ciò tradisce i suoi ideali e coloro che rappresenta, qui è evidente la serietà del discorso su un personaggio direttamente collocabile nel mondo reale. Se consideriamo che la stessa sua punizione spetta a Paperone riusciamo a vedere e scindere da quest’ultimo il velleitario e disonesto self made man del mondo reale – cui il discorso serio si attaglia.
In definitiva vi è equilibrio e giusto incastro tra i piani della farsa divertente, della satira politica e del messaggio moralmente corretto che perviene. Tra le intersezioni ampio ed appropriato spazio per le migliori performance tipiche dei paperi che la situazione scatena.
Un’ ennesima emozione da serbare nel cuore e nella mente per sempre.