Considero questa storia tra i fiori all'occhiello della produzione Disney, più bella di tantissime storie più blasonate (dello stesso Cimino, di Barks, Scarpa ecc...). Ma il fandom Disney spesso è parecchio miope, anche quando spaccia autorevolezza. Ne ricopio qui la mia scheda, e aggiungo che - colpevolemente - se non fosse stato per il Tutto Scarpa l'ultima ristampa risalirebbe a più di 20 anni fa:
Ingegnosa variazione sul tema del “doppio malvagio” e pietra miliare della “fumettografia” ciminiana, questa storia compendia le più brillanti qualità della produzione di Cimino a lei anteriore e successiva, declinandole in un racconto robusto che costituisce un apologo mai comunque in netta contrapposizione col progresso tecnologico. Semmai l’invito dell’autore è ad un lucido equilibrio, arduo da raggiungere per l’essere umano, le cui coordinate non sono semplicisticamente servite da Cimino su un piatto d’argento. I riferimenti disseminati nel suo tessuto sono calati nel proprio contesto (attentamente Cimino aggira l’imperante declino della cibernetica come scienza autonoma tornando al suo scopo primario, quello di osservare le funzioni di un cervello e simularle per mezzo di segnali in determinati circuiti) ma si proietta nel futuro senza goffaggini imponendosi come un capolavoro senza tempo. La «novella gioiosa» [Rossi Ragno] di Cimino acquista tinte fosche in una sceneggiatura perfetta e credibile in ogni sua pagina, con ciascuno dei Paperi in possesso della propria peculiare psicologia, che Cimino – lungi dal darla per scontata come avrebbero piuttosto fatto altri autori – si impegna invece a delineare mediante brevi ma efficaci saggi sin dall’inizio della storia nonostante il dichiarato protagonismo del solo Zio Paperone. L’alchimia tra tutti loro è tale da portarli ad azioni e reazioni visti raramente nel fumetto Disney, e rende entusiasmante e verosimile il climax dello scontro finale col robot (denudato dell’involucro di plastica, con le antenne del microradar bene in vista sulla testa), che dà ancora i brividi dopo tanti decenni. Difficilmente, infatti, Cimino o altri autori Disney sono altrove arrivati a descrivere in modo altrettanto palpitante il crescendo di paura – e le esplosioni della stessa – di cui sono vittime i Paperi. Ottimo anche il ruolo dato al maggiordomo Battista nelle sue poche scene, ancora lontano dal ricoprire una posizione primaria nel cast delle storie di Cimino. In tutto ciò, Cimino non dimentica di riservare ai dialoghi la consueta attenzione per cui sono conosciuti: il robot chiama Paperone «vecchio noioso» ricordandosi che così lo definiva Paperino in un suo pensiero da lui captato (durante l’irresistibile sequenza in cui Paperone testa per la prima volta la capacità di leggere il pensiero da parte della sua creazione elettronica). Il plot inerente a una sostituzione di Paperone da parte di un robot sarà sfruttato nuovamente dallo stesso Cimino, ma anche da altri autori (ovviamente senza la lungimiranza del modello). Nelle ristampe della storia, dialoghi goffamente riscritti mirano a nascondere la volontà forsennata del robot di «ubriacarsi di energia elettrica».