Ok, allora...con tutto il casino degli ultimi giorni, non ho ancora detto la mia sulle due opere, semplicemente.
Sono due opere, come si è già detto, totalmente diverse, perciò impossibili da paragonare realmente.
Sulle differenze di disegno, di scrittura, di "intenzioni" si è già detto tutto.
Vorrei aggiungere che
Storia e Gloria è un'opera in cui Martina mostra, dopo tanti anni di esperienza, una scioltezza narrativa notevole, nel gestire epoche, personaggi, situazioni. Non c'è una nuvoletta di dialogo fuori posto, una vignetta in più del necessario, i personaggi non stanno in una stanza 5 pagine a discutere, come in altre sue storie, cosa che sì, appesantisce il ritmo. Qui le storie scorrono via, leggere, scorrevoli, viene trovata la tara fra lo spunto da raccontare, e la sua giusta lunghezza, mentre anche i dialoghi, sono brillanti, ma mai eccessivi, per pesantezza, o per ampiezza. La giusta misura: ecco il grande pregio di
Storia e Gloria.
Poi le trame sono un po' ripetitive, quasi sempre si tratta dei cattivi (Rockerduck, i Bassotti, od entrambi) che vogliono derubare il Paperone di turno, con nipotame al seguito, i ruoli vengono quasi sempre ripresi paro paro con le ambientazioni a fare da puro sfondo (gradevole eccezione è l'episodio 6, con Paperino bucaniere); mi vien da pensare, riflettendo su come lo stesso Martina abbia saputo, nelle Parodie, far interpretare ai Paperi dei "ruoli" diversi, a seconda del luogo e dell'epoca, che quest'opera avrebbe potuto essere molto diversa e molto migliore, invece per qualche ragione, non ha voluto, ed è una grande fiera del "gli antenati di paperone nei secoli: come difendevano il peculio (già, perché nulla cambia mai davvero)", ed è un peccato.
E' probabile, anzi certo, che l'eccezionalità dell'operazione, per l'epoca, il grande
battage pubblicitario, l'operazione Miliardo, le medaglie, ecc, abbiano contribuito in maniera indiscussa al fascino della serie, nella memoria degli appassionati, al di là dei suoi meriti oggettivi. Che restano comunque notevoli, intendiamoci. E' anche stato il primo e l'unico tentativo, nella produzione italiana, di inserire una "storicità" nella vita dei Paperi, e perciò non può che essere considerata un evento eccezionale. Ma poi la realizzazione pratica presenta grossi buchi di trama, i soliti personaggi in versione "imbroglioncella", e certe gag sulla previsione del futuro che, pur riconoscendole per tali, non fanno ridere (invece a me ha fatto sempre ridere la regina Minni che dice: "Colombo scoprirà una terra
che poi, per chissà quale ragione, verrà chiamata America", cioè, non la previsione, ma il commento sul nome
)
Come lettura l'ho sempre trovata molto piacevole, presenta ancor oggi una certa freschezza, i disegni sono favolosi; però l'ho sempre letta senza impegno, con la consapevolezza che non è una
vera ricostruzione storica. Che poi è l'origine delle critiche che si attira: un'opera che
nelle intenzioni narra la storia della famiglia dei Paperi, e
nella pratica non lo fa: è una contraddizione in termini, non c'è bisogno di essere donrosiani per notarlo. Però l'idea del cofano di monete, una per ogni antenato, è magnifica, ed andrebbe ripresa.
Comunque, non avendola mai presa sul serio, dopo la prima lettura che mi deluse un poco, non riesco a parlarne
veramente male: è una bella serie, interessante nel suo sviluppo circolare, con prologo ed epilogo nel presente, e le narrazioni degli antenati in mezzo, ed è godibilissima da leggere, solo va fatto con spensieratezza. L'ho riletta giusto l'altro giorno, senza farmi pippe mentali varie, e mi sono divertito davvero.