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Testo di Teresa Radice, disegni di Stefano Turconi, chine di Roberta Zanotta, prima pubblicazione su Topolino 3094-3096 del 2015.

Non so se inquadrare questa storia nelle parodie. In fondo, il termine parodia implica una rivisitazione scherzosa, comica, divertente dell'originale. Ma qui ci sono sì ottime gag, epperò dar la baia all'originale non è lo scopo della storia, affatto.

Il vero genio di Teresa Radice è stato quello di trasfondere in modo pressoché perfetto lo spirito del romanzo originale in una chiave disneyana dove sì non ci sono morti e di rum non si parla, ma la crescita caratteriale di Topkins è pari a quella dell'originale Hawkins, non le è inferiore in alcun modo.

Non si ride e basta: si cresce, si soffre, si gioisce con Jim e per Jim, che è reso in modo magistrale nella sua assoluta umanità. E si è trascinati nella lettura della storia come lo si era nell'originale anche perché tutti noi volevamo vedere dove la Radice sarebbe andata a parare nel raccontare il rapporto che s'era instaurato tra Jim e Silver all'interno di una storia Disney: e Teresa non manca il colpo, perché il fascino della storia sta proprio nell'avere reso in modo magistrale l'ambiguità del pirata zoppo nella sua amicizia con Jim, ancora senza snaturarla.

Perfetti sono i comprimari, Ben Gunn, Lockett, Basettoweney, Livesey, fantastica la ciurma di contorno: leggere per credere!

Perfetti sono i disegni di Stefano, espressivi in massimo grado, dettagliati minuziosamente senza ridurre la tavola a mero esercizio grafico, con perfetta trasmissione al lettore di ogni singola emozione di ogni singolo personaggio.

Ed infine, perfette sono le chine di Roberta, fantastica ricalcatrice della mano di Stefano, che ella riesce ad evidenziare senza mai snaturarla, genio assoluto del ripasso.

Insomma, dieci, lode e bacio accademico per una storia che deve entrare negli annali senza se e senza ma, per tutto il carico d'emozioni che il trio perfetto d'autori trasmette a noi lettori.

Una storia perfetta, insomma, da leggere, rileggere e ricordare per sempre.

Chi fa una versione dell'Isola del Tesoro deve fare una versione di Long John Silver.

E a conti fatti la resa si giudicherà su quello, perché l'Isola del tesoro all'80% la fa Silver.

A me la resa di Radice e Turconi è piaciuta. La mia personale impressione di questo personaggio, quando lessi il libro, era abbastanza forte: Silver è un farabutto. Un farabutto astuto, motivato, anche carismatico, ma inequivocabilmente un farabutto.

La resa Disney inevitabilmente addolcisce un po' la cosa, ma Teresa e Stefano sono riusciti a mantenere, almeno ai miei occhi, la connotazione sostanzialmente negativa del personaggio. Bene lo riassume Serl Lock nel finale quando dice chiaro e tondo che in barba ad ogni altra cosa lo considera ancora un poco di buono.

(tanto per fare il paragone che viene più spontaneo, quello con il Silver del Pianeta del Tesoro: bellissimo film, ma quando nel finale Silver pronuncia una frase del tipo "adesso diranno tutti che mi sono rammollito" la mia reazione è stata "adesso? Io sono quasi due ore che lo dico!")

Non ho trovato pesante la sovrabbondanza di didascalie, il tipo di narrazione le giustificava.
I disegni sono bellissimi e su questo non c'è troppo da aggiungere. Anzi sì: bravo Turconi a "calare" naturalmente i personaggi nella ambientazione. Ho apprezzato molto i comprimari, Orazio e Pippo in particolare, ma anche Basettoni e Ser Lock sembravano "a proprio agio" (e in questo i complimenti vanno anche a Teresa).

Lo confesso, devo ancora abituarmi all'idea del nefasto pirata che si dà all'alpinismo, continuo a trovarla una uscita troppo pindarica... ma probabilmente ha ragione chi riesce a vederla in chiave prettamente umoristica. Potremmo anzi dire che sia uno dei pochi elementi prettamente parodistici in una storia altrimenti "quasi seria".

Grandissimo lavoro di limatura ed adattamento dell'opera originale a quelli che sono oggi gli stretti parametri che consentono ad una storia di essere considerata "disney": la sceneggiatura riesce a rimanere molto fedele all'originale pur con tutti i necessari addolcimenti del caso. La bravura e l'abilità dell'autrice la si coglie nel leggere una storia dal tema piratesco dove il sapore di salsedine e di avventura non è minimamente inficiato dall'assenza di elementi e situazioni troppo forti (purtroppo, ma tantè!) per gli standard attuali. Viene fuori una storia coinvolgente ed appassionante, che fà ricordare il libro di Stevenson a chi lo ha letto da piccolo, e aprimenti fà insorgere (imho) una sana curiosità a chi non lo ha mai letto. Personalmente ritengo che il termine parodia (e qui l'aggettivo "grande" appare necessario) esprima alla perfezione l'essenza di un'opera che non è, ne vuole esserlo, una mera trasposizione di un racconto con l'utilizzo di personaggi Disney, ma che risulta ben altro (e ben oltre): l'adattamento dei protagonisti della vicenda a quei magnifici attori che sono i personaggi Disney (e, a mio avviso, in particolare quelli dell'universo "topesco") appare naturale ed immediato, un pò come se Gambadilegno fosse sempre stato un alter-ego del famoso Long John Silver, così come Topolino rispetto a Jim Hopkins (e senza dimenticare la recitazione di Pippo, nè quelle di Orazio, Basettoni, Ser Lock e Plottygatt). Adattamento dei personaggi e vena umoristica (che trova il suo culmine nella scena finale!) fanno di questa storia una vera parodia, nel senso di caricatura, non derisoria ma costruttiva, dell'opera originale.
Graficamente, poi, siamo di fronte ad un lavoro superbo, veramente in grado di coinvolegere il lettore e farlo quasi "partecipare" alla vicenda vivendone i luoghi, dalle ambientazioni della locanda alle scena sul brigantino, fino alla descrizione dei luoghi dell'isola.
Insomma, un lavoro davvero ben fatto per il quale ci si può (e deve) complimentrasi con Teresa Radice e Stefano Turconi e che, immagino unanimemente, è da ritenersi meritorio di un'edizione speciale che lo valorizzi ancor più.

E' proprio una gran bella storia e rivisitazione del romanzo. I personaggi disneyani ben si sono calati nelle rispettive parti e la trama si svolge in maniera lineare. In certi passaggi si respira quell'atmosfera di mistero, fascino e mare che accompagna tutta la storia. Tante emozioni

Il "botta e risposta" che la Tana del Sollazzo ha intrattenuto con Teresa Radice e Stefano Turconi su L'Isola del Tesoro ha dato i suoi frutti!
Potete trovare le risposte degli autori alle domande poste sul forum a questo link!

In genere sono per i commenti lunghi e analitici; quindi spesso, per mancanza di tempo, non faccio commenti. Ma stavolta... si può dire che mi ha emozionato tanto quanto la prima volta che ho letto l'originale?
Grazie!

Grandissimo lavoro di limatura ed adattamento dell'opera originale a quelli che sono oggi gli stretti parametri che consentono ad una storia di essere considerata "disney": la sceneggiatura riesce a rimanere molto fedele all'originale pur con tutti i necessari addolcimenti del caso. La bravura e l'abilità dell'autrice la si coglie nel leggere una storia dal tema piratesco dove il sapore di salsedine e di avventura non è minimamente inficiato dall'assenza di elementi e situazioni troppo forti (purtroppo, ma tantè!) per gli standard attuali.

Secondo me le scene forti ci sono eccome!

A parte certe inarrivabili vette martiniane, non vedo molte differenze tra antiche storie e questa. La tensione in certe scene è ben presente e non mancano vignette in cui è palpabile la volontà omicida da parte dei pirati. Qualcuno ha pensato che Hound, mentre inseguiva Topkins per la nave, volesse solo sculacciarlo? Io no di certo.

l'ho trovata una bellissima storia e devo dire che l'ultima scena


E' uno dei finali più belli e divertenti che ricordi