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http://coa.inducks.org/story.php?c=I+TL+3086-2P

Finita questa originale mini-serie in quattro episodi, ho pensato di aprire un topic per discuterne assieme al di fuori delle pagine dedicate ai rispettivi numeri del settimanale.

Scritta e sceneggiata da Giorgio Salati, e con i diesegni di Emilio Urbano, la "sfida" esordisce sul numero 3086 del settimanale, dunque nell'ambito di un numero dall'ottimo livello qualitativo (doppio 4 stelle nella sezione edicola!).
Sin da subito la storia sembra avere un qualcosa di particolare ed intrigante perchè, pur partendo dal solito e familiare battibecco tra Paperone e Rockerduck al club dei miliardari, prende una via originale non appena si scopre il contenuto della scommessa intercorsa tra i due facoltosi, ovvero il tentativo, da parte di Paperone, di sopravvivere come un papero qualunque, andando ad abitare in affitto in un quartiere di periferia, con soli 50 dollari (e qui lo spunto è dato dalla precedente richiesta di un prestito della medesima somma da parte di Paperino) in tasca ed un semplice impiego da dipendente di un fast-food.
La genialità, a mio avviso, sta proprio nell'idea di calare il ricco magnate nella realtà tipica di un giovane squattrinato che tenta faticosamente di costruirsi l'indipendenza ed un futuro, dibattendosi tra lavori magari sottopagati ed economiche topaie: non c'è che dire, il tutto risulta molto originale e attuale, certamente idoneo a far immedesimare il lettore nella vicenda.
Il primo contatto con la nuova realtà è più duro del previsto, anche per un vecchio papero temprato dalla vita e dagli eventi come è Paperone: dover sottostare agli ordini del giovane direttore del locale, arrangiarsi a vivere senza il prezioso ausilio del fedele Battista in uno spoglio monolocale ricavato dal vano ascensore di un palazzo, dover fare a meno della tendina per coprirsi, sono sfide tutt'altro che banali per il povero Paperone.
Il secondo episodio ci mostra il primo giorno di lavoro al "ristorante" (cosi viene qualificato il locale dal suo giovane direttore) e costituisce l'occasione per presentare e meglio delineare i vari comprimari che si muovono ed interagiscono con il protagonista; si va dalla cassiera ciarlona al cameriere scroccone, passando per il cuoco mite e silenzioso "che friggerebbe pure le sedie". Come per la sistemazione, anche l'impatto con le nuove mansioni non è dei più semplici per un Paperone che cerca ripetutamente (ma invano) di convincere il direttore a coinvolgerlo maggiormente nella gestione del locale; la strada è unica, bisogna rimboccarsi le maniche e darsi da fare! Come se non bastasse, viene introdotto un personaggio secondario che, quale ex dipendente proprio di un'azienda di Paperone, non perde l'occasione per rivalersi e vendicarsi (almeno moralmente) del vecchio papero... (e stando alla ricostruzione della vicenda che portò al suo licenziamento, beh non gli si può dare poi molto torto ecco).
Il terzo episodio sembra essere un po "di passaggio", troviamo infatti ancora Paperone alle prese con le sue mansioni, il ritorno del suo ex dipendente nonchè la visita dei suoi parenti più stretti, ed il tema portante dell'insufficienza del primo stipendio a far fronte a tutte le spese, previste e non.
Infine, il quarto episodio ci offre il gran finale di tutta la vicenda: la gestione del locale, nei due mesi di permanenza di Paperone, è andata meno bene del necessario, anche con tutto l'impegno di Paperone nel risollavarne le sorti, sicchè l'anziana proprietaria (apparsa già dai primi episodi) decide di vendere tutto.
La soluzione escogitata per salvare la baracca è meno scontata del previsto, ed ancor meno lo è la conclusione  della scommessa con Rockerduck, vinta oserei dire "al fotofinish".

In conclusione, questa mini-serie in quattro episodi riesce a proporre un'avventura di Paperone in un territorio molto più inesplorato delle solite zone remote del pianeta dove abitualmente si reca per cercare tesori: la sfida di soppravivere partendo quasi da zero (pur sempre con qualche soldo ed un lavoro) riesce, a mio avviso, a coinvolgere il lettore in una realtà molto più vicina al proprio quotidiano, facendolo solidarizzare veramente con il protagonista: una trovata originale ed innovativa che funziona proprio per l'ardito accostamento della vicenda con il personaggio di Paperone, una storia in cui si ride e si riflette.

Che ne pensate paperseriani? 

Che è una delle cose più belle che mi sia capitato di leggere di recente sul Topo, e ritengo avrebbe meritato gli onori della cover. Interessante, con una bella centratura dei personaggi, e costruita in modo certosino, sottotrama dopo sottotrama. E nemmeno scontata, direi.

Un volumetto della definitive se lo meriterebbe in pieno, a mio avviso.

Anche a me è piaciuta molto la storia. Avvincente, non banale, ricca di spunti, realistica ma non noiosa, ben costruita.

Su Lo Spazio Bianco ho scritto un paio di recensioni, della prima e dell'ultima puntata.
Eccole qui: http://www.lospaziobianco.it/140590-zio-paperone-sfida-50-iv-episodio-fine-gioco-topolino-3090-salati-urbano

http://www.lospaziobianco.it/138562-zio-paperone-sfida-50-episodio-topolino-3086-salati-urbano

Complimenti a Gancio per la recensione

Per quel che mi riguarda ho letto solo l'ultima parte, che ho trovato molto interessante e che mi ha fatto venire la curiosità di leggere l'intera storia, e per questo concordo con Groodon e spero di vederla pubblicata nella Definitive o in qualche vatt

Ero abbastanza prevenuta su questa storia, credevo non fosse altro che un gigantesco "già visto" dal momento che Paperone aveva vissuto con ben meno di 50$ in passato... Però ammetto che l'averlo fatto calare in una realtà così attuale, quando ormai i tempi e le generazioni sono cambiati, è stato un esperimento molto carino. A momenti 50 euro non bastano per una settimana, figuriamoci tirarci avanti per un mese intero! :o 

Anche a me questa storia è piaciuta molto, e mi fa piacere che siamo in tanti a pensarla così. Non era facile affrontare tematiche del genere senza cadere nella banalità, e Salati è riuscito benissimo a evitare ogni possibile trappola.

Molto azzeccate, poi, le caratterizzazioni dei nuovi personaggi che lo zione incontra sul luogo di lavoro: ognuno di loro ha una precisa identità e una sua funzione narrativa utile al dispiegarsi della vicenda.

Ho trovato anche adeguato l'utilizzo di Paperone in questo contesto. È vero, bisogna accettare il presupposto (non dedicarsi agli affari per due mesi solo per vincere una scommessa "morale"...) senza porsi troppe domande. Una volta fatto questo, però, vedere Scrooge, che in gioventù ha dimostrato di sapersi adattare a qualsiasi situazione, fronteggiare problemi attualissimi e cercare di venirne fuori con onore e dignità, pur tra mille difficoltà, mi è sembrato perfettamente naturale e non forzato. Anzi, si è creata una forte empatia.

Mi complimento quindi con Gancio e con V per le loro recensioni, di cui condivido il contenuto. Anche io, per riprendere un passo dell'articolo di V, penso che questa possa diventare "una storia cardine per il papero inventato da Carl Barks nel 1947, simbolo del capitalismo di ieri e delle difficoltà imprenditoriali di oggi, sempre attuale".

Di questa storia in 4 parti avevo letto la prima mentre le altre, per una serie di accadimenti personali dell'anno scorso in gennaio-febbraio, non avevo trovato tempo e voglia di leggerle e, di conseguenza, commentarle nel forum.
Dopodiché, pur avendo tutti i Topi a disposizione per una lettura postuma estiva, non sono più rientrato in quel fast food di periferia perdendomi una storia che infatti ho letto per intero per la prima volta solo questa sera nel vatt Best of Paperopoli.

E penso sia stato meglio così perché le storie a puntate difficilmente si rileggono tutte d'un fiato una volta terminate nelle pagine del Topo (se non dopo qualche tempo, in uscite speciali come questa), per cui certe sensazioni si perdono inesorabilmente settimana dopo settimana, anche se più o meno ricordi i fatti e la trama di 7 giorni prima (anche con i riassuntini iniziali).

Questa sera posso dire che i tanti voti ricevuti dalla Sfida nel TopoOscar 2015 sono ultra meritati, quando inizialmente mi avevano lasciato perplesso non ricordando proprio di cosa parlasse questo soggetto che avevo appena iniziato a leggere senza terminarlo.

Giorgio Salati è un autore che non sono ancora riuscito a inquadrare ma a cominciare da stasera avrò un occhio più interessato ai suoi lavori. In questo della Sfida da 50$ dimostra una cura e un'attenzione particolari verso i personaggi canonici, verso quelli che saranno one shot, verso le varie situazioni che si creano all'inizio per poi svilupparsi nell'arco dei 4 episodi.

Rileggendo il mio unico commento fatto l'anno scorso alla prima puntata, mi aveva colpito l'attenzione amorosa di una pingue cassiera bianca verso il cuoco nero del fast food, poi andata a buon fine, come constatato questa sera. Una situazione non da poco in un paese come il nostro, poco abituato a queste 'unioni' (come ad altre attualmente attenzionate in parlamento).

Altra situazione particolare, quella di un ex impiegato di Paperone, licenziato in tronco dopo tredici anni di onesto lavoro per aver semplicemente 'rubato' (mangiato) una nocciolina nella fabbrica che le lavorava. Egli riconosce il suo ex datore di lavoro nel ruolo di cameriere e ne approfitta per sfogare tutta la rabbia accumulata nel tempo vendicandosi come 'cliente impossibile', in maniera davvero odiosa tanto che nel mio unico commento passato lo liquidavo come 'antipatico', senza cogliere i motivi di tanto accanimento di rivalsa, motivi che avevano una loro ragion d'essere.

Questa storia è un continuo gioco di specchi dove Paperone può rivedere certi suoi atteggiamenti passati sotto un'altra luce: urlando alla proprietaria del locale che è solo una vecchia taccagna, perché non da peso alle idee del nipote che vorrebbe rinnovare un locale che lei aprì in un'epoca diversa da quella attuale, lo zione non fa che gridarlo a se stesso per il suo comportamento nei confronti di Paperino.

Paperone esce da questa avventura di periferia urbana più in forma che mai, avendo dimostrato alla sua età una grande capacità di adattamento a nuove situazioni, sicuramente favorita dal fatto che non si è mai adagiato mollemente su lussi e comodità che potrebbe permettersi, mantenendo uno stile di vita molto spartano che lo ha aiutato a vivere per due mesi in una poverissima cameretta periferica dove mancava di tutto.

Si dirà che lo zione ci ha abituato da sempre a farsi vedere in situazioni estreme negli angoli più disparati del globo, anche e soprattutto in età avanzata: però qui è diverso perché si tratta di affrontare una quotidianità urbana povera e periferica, che almeno inizialmente non gli da quegli stimoli tipici di ricerche di tesori in zone del pianeta selvagge e impervie. Aiutato anche dai familiari che spesso sono andati a trovarlo in questa sua nuova attività, dandogli coraggio e sostegno (molto apprezzati da Paperone).

Alcuni passaggi che mi avevano inizialmente lasciato perplesso (il lasciare per due mesi gli affari dandoli in mano ad un robot costruito da Archimede per una sfida da 50 dollari oltre al fatto che, percependo uno stipendio, non doveva essergli difficile riuscire a mantenere quel minimo di denaro datogli da Rockerduck, conoscendo la sua propensione al risparmio oltre alla sua capacità di adattamento) sono poi del tutto scomparsi di fronte al significato profondo di questa storia.

Detto ciò, anche Salati esce molto bene da questo mese al Mandicott's: leggerò o rileggerò sue storie passate (sento parlare molto bene di 'Paperinik e l'amore nell'oblio') e spero che in futuro potranno uscire altri soggetti interessanti dalla sua penna, come questa Sfida.