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Bella storia surreale in cui la sceneggiatura di Casty si sposa perfettamente con i disegni facciniani.

Si parte con Topolino che non sopporta il chiasso di Pippo ma non glie lo rivela per non offenderlo; l'amico si finge offeso e se ne va con l'intento di lasciarlo in pace.
Si parla in modo esplicitissimo di tentativi di omicidio che si susseguono anche con un'alta frequenza (e con un Pippo estremamente calmo nelle sue reazioni).

Volevo soffermarmi sulla scena in cui Topolino entra nel vicolo nonostante ci sia il divieto e nonostante un poliziotto gli abbia ordinato di non farlo; ecco, in momenti come questi si nota che a muovere la trama è Casty: secondo me il Topolino di un altro autore non lo avrebbe mai fatto.
Per non parlare
Ma la parte migliore è sicuramente quella del labirinto surreale, in cui alcune scene sembrano ispirate al dipinto delle scale impossibili di Escher. In questa sequenza sono concentrate varie ottime idee, come il corpo di Pippo che sbuca da due colonne diverse o la genialata della porta che sembra lontana e invece è vicina ma piccola, a causa della prospettiva ingannevole.
Ad arricchire il tutto, le gag della coppia di poliziotti razionali.

Mentre l'autore è noto per aver riportato in auge gli antagonisti veramente malvagi, qui il cattivo cattivissimo manca; malgrado ciò comunque esiste un pericolo più che tangibile.
Infine, non manca l'occasione per mostrare un po' di italiano ricercato, in quanto compare l'espressione abbastanza inusuale "salvare la ghirba".