Possibile che non ci sia un "topic" su questa storia?
https://coa.inducks.org/story.php?c=I+TL+2147-1Si tratta praticamente della prima storia di Tito Faraci (insieme a
Topolino e il campione terrestre, che è carina più che altro per i colori e che chi sa come viene ristampata a getto continuo) e secondo me è già molto, molto bella.
Giorgio Cavazzano si trova ad uno dei suoi (molteplici, va detto) apici. La nitidezza, la profondità del nuovo stile, le chine spesse ma morbide (di quanti altri si può dire?), ci regalano in questi anni decine di "atmosfere" passate alla storia: il commissariato, Anderville, fino agli abissi e ai paesaggi maestosi di "Topolino e il naufrago dell'abisso" (A. Sisti/Cav) e
L'oro freddo (R. Cimino/Cav) di pochi anni fa.
Le espressioni dei personaggi sono limpide e intense al contempo come in questo primo piano del commissario (quello vero) rientrato di notte alla stazione di polizia, soprappensiero e in impermeabile.
Una delle grandi intuizioni di Tito, al suo approdo su
Topolino, è che se si vuole rinnovare la concezione, l'interpretazione di un personaggio Disney e al contempo scrivere storie vive, memorabili, che non si riassumano in una semplice idea-ricordo ("Manetta viene promosso commissario", sì. Ma il grosso della storia è altrove), beh, allora bisogna far ridere, sin dalla prima pagina (ve l'ho messa qui sopra apposta).
E personalmente posso dire che Tito Faraci è fra gli autori che mi hanno fatto fare le migliori risate in tutto il fumetto, a partire da
Motore/Azione e
Angus Tales, così spesso sottovalutati.
Qui il veicolo della comicità è sì negli incroci (molto asterixiani) tra le molte "parti interessate" ad un certo quadro, ma più specificamente in un personaggio catalizzatore, che non a caso incontra tutti i personaggi: Manetta, il protagonista del titolo? No: Tito cala l'asso e introduce uno dei suoi personaggi migliori (nonché più sprecati poi), Rock Sassi. Un personaggio come se ne erano visti raramente fino ad allora (ma qualcuno in Pezzin c'era stato), che qualcuno ha definito "Uderziano anche nel carattere". E Giorgio Cavazzano ci mette del suo nel tratteggiarlo in maniera efficacissima, a partire dagli occhietti puntiformi che purtroppo (decisione dello sceneggiatore o del disegnatore?) si perderanno poi.
Non a caso sarà Fausto Vitaliano, un altro "rivoluzionario sottile", a centrare al meglio il personaggio, almento secondo me, nella recente "Il colpo con doppia (anzi tripla) sorpresa".
Voglio ricordare una sceneggiatura snella, che già in questa prova d'esordio promette molto (e manterrà negli anni immediatamente successivi) sul piano dei ritmi, della capacità di rallentare e accelerare, e in particolare di rendere leggeri i passaggi più lenti (ad esempio la scena notturna al commissariato di cui sopra) che altrove, penso a
Zero Assoluto dello stesso autore, si fanno viceversa pesanti e per me innaturalmente seriosi.
E poi, come detto, si ride, e si riderà anche di più nelle storie successive della storica coppia (Sfida a Topolinia, Sul filo del rasoio,...), la cui collaborazione è con pochi dubbi il vertice del Topolino anni Novanta. In una intervista Tito ha ammesso che, senza ironia (e più in generale umorismo), non è se stesso. Una cosa che -opinione mia personale- ultimamente gli capita di dimenticare un po', a vantaggio di una sceneggiatura meno densa, semmai un po' appesantita dal sarcasmo; complice anche, in particolare su Tex, un mal riposto senso di serietà che non si confà né a lui né - giova sottolinearlo - al personaggio.
Ma questa è un'altra storia.