Sono d'accordo con francesco artibani quando dice che nei decenni passati si leggeva di più, quindi le opere originali da molti erano già conosciute e allora aveva senso farne una parodia dove il lettore avrebbe trovato oltre al piacere fine a se stesso anche quello del confronto con l'opera originale. Per questo motivo per metopolis si è scelto la via dell'adattamento.
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In effetti parodia e adattamento (o trasposizione che dir si voglia) sono due restituzioni di un' opera ben distinte.
La parodia richiede, da parte dell' Artista, profonda conoscenza dell' originale nonché padronanza dei codici del medium che si intende sfruttare.
Caso esemplare: 'L' Inferno di Topolino', di Guido Martina e Angelo Bioletto.
In generale, la parodia può essere più o meno fedele all' originale, in base alla sensibilità degli Autori.
La trasposizione, o adattamento, richiede comunque una profonda conoscenza dell' originale nonché del medium usato, ma l' adesione all' opera primitiva è più stringente.
L' esempio che mi salta alla mente è il recente 'Una ballata del topo salato', di Bruno Enna e Giorgio Cavazzano.
Semplificando parecchio, nel primo caso si esegue una libera interpretazione; nel secondo un ripescaggio, diciamo così, più filologico.
Mettendomi nei panni di un Autore, la parodia è a mio avviso ben più semplice da realizzare, purché si sia provvisti di una residua capacità creativa.
Una trasposizione, invece, con la sua fedeltà all' originale, imbriglia la vena creativa già in fase di soggetto e poi di sceneggiatura, costringe entro schemi precisi, detta la ritmica dello svolgersi del plot.
In questo senso, Topo Maltese è un capolavoro perché gli Autori hanno omaggiato Pratt piegando il proprio talento al rispetto dell' opera originale.
Va detto però che per riconoscerlo, un capolavoro, occorrono sì ottimi Artisti ma pure fruitori sensibili e preparati.
In questo senso, Francesco Artibani centra perfettamente la questione. L' utente medio legge oggi molto meno di alcuni decenni fa, è tendenzialmente meno introspettivo e più impreparato di fronte alle varie forme d' Arte. Forme d' Arte -Fumetto incluso!- che richiedono sensibilità, disciplina, competenza per poterne fruire.
E' anche per questo motivo che quando vedo queste levate di scudi contro certe recenti audaci interpretazioni fumettistiche di opere letterarie (è il caso ad esempio di 'Don Pipotte', di Fausto Vitaliano e Claudio Sciarrone), con lettori che partono lancia in resta rimpiangendo i bei tempi andati, mi viene da pensare che spesso gli Autori sono molto meglio degli utenti a cui si rivolgono. Utenti che sono talvolta un branco di pigri manichei, investiti dal sacro fuoco della chiusura mentale.
E mi torna alla mente il Principio di Curie, veramente sconfortante per le sorti del fumetto Disney: "La simmetria delle cause si ripercuote sugli effetti".