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Inspiegabilmente questa Grande Parodia in costume non aveva ancora una discussione ad essa dedicata (i Moderatori mi correggeranno) e dire che è una delle più celebri e famose del secolo scorso.
Merita di diritto un posto d’onore tra le migliori storie dei Maestri Italiani con una menzione d’onore ai disegni di De Vita padre, forse i migliori di tutta la sua carriera.

Da parodia in stile martiniano presenta moltissime differenze con l’opera principale di Dumas, sia a livello di trama che di dettagli e naturalmente non può mancare una buona dose di satira. Molteplici sono infatti i particolari comici o inverosimili presenti, primo fra tutti l’attacco dei Moschettieri alle guardie del Re con... volgarissima terra lanciata negli occhi, una scena davvero comica complice anche le fisionomie slanciate degli armigeri che De Vita dipinge per l’occasione. Molto divertenti anche le reazioni di buoni e cattivi al cavallo di ferro di Harkim-ed Pithagorikus, che anticipa di qualche centinaio d’anni le scoperte di Watt e Stephenson sulla forza del vapore, al quale il solo Paperino sembra non farci troppo caso. Spassosa pure la battuta di un Bassot-Bassot nella scena di apertura (Chi vive?), assai eloquente e fin troppo chiara.

La sceneggiatura di Martina è come al solito imbattibile e conserva benissimo quel tanto di poetico quanto strambo che solo Dalmasso è riuscito successivamente a ricreare. Tempi morti non ce ne sono e il ritmo risulta quindi assai incalzante. Mi è piaciuto molto vedere Donald e Paperone nelle loro vesti originali: uno pasticcione e irascibile e l’altro avido e taccagno, molto Scrooge. È un’accoppiata vincente.

Discorso a parte per le rappresentazioni grafiche di Pier Lorenzo: come già accennato prima, sono davvero molto valide e azzeccate e, malgrado personalmente non abbia mai apprezzato tanto il suo tratto, in tale circostanza mi sono dovuto ricredere proprio per l’unione perfetta tra una trama bizzarra e dei disegni letteralmente paradossali, da vera parodia che si rispetti.

La vera domanda che mi pongo dopo averla riletta per la quarta (o quinta?) volta è: riusciremo a riveder sul Topo di oggi testi tanto arcaici quanto attuali, delle vere Grandi Parodie, insomma?

Topolino08