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Voglio parlarvi di una storia letta qualche tempo fa, precisamente su Topolino n°2505 dal titolo "Zio Paperone e gli affari nel tempo" (Russo/Del Conte) nella quale Paperone e nipoti vanno nel passato con l'aiuto di Archimede per commerciare beni dei tempi attuali, così da fare grandi affari.
Questa storia presenta elementi strani al suo interno, come se fosse stata vittima di una qualche censura o cambio:

1. A pagina 108, nella prima vignetta, Zio Paperone ha in mano un vecchio fucile, che vorrebbe vendere ad un capo tribù indiano; uno dei tre nipotini gli dice: "Non puoi certo dargli quello sparaliquirizie a pile!" ma l'espressione del suo viso non è tanto adatta per la battuta, sembrerebbe più lo stia rimproverando seriamente. Che fosse stato in origine un fucile vero? La storia dello sparaliquirizie a pile a me non convince... nemmeno fosse Indiana Pipps!

2. A pagina 109 (la successiva) sempre nella prima vignetta si vede Zio Paperone guardare un personaggio con un vestito lungo e un cappuccio, che porta dietro di sè una specie di grande cesto di vimini.
Le parole che dice sono: "Uhm... mi piace lo stile rattoppato che si usa in questo secolo!", ma la smorfia che fa è di disappunto, quasi da schifato.
Ancora più assurda è la reazione (sempre dello stesso nipotino) che, con fare ancora allarmato, come quasi dicesse "fermati, zio!" gli risponde: "Per fortuna abbiamo grosse scorte di ago e filo!".
Questo dialogo proprio non l'ho capito... non sembra attinente con la storia e tantomeno con l'espressione del viso dei due.

3. A pagina 116 nell'ultima vignetta si vede Paperino guardare assonnato verso la scalinata di un tempio Inca, e nella vignetta successiva (la prima di pagina 117) guardare nella stessa direzione (si nota che però si è spostato raggiungendo gli altri) con un viso terrorizzato, con tanto di mani sul becco, mentre Paperone lo richiama al lavoro.
Cosa avrà mai visto Paperino di così terrificante? Non si sa.


Può essere anche che Del Conte non sia ferrato nell'assegnare le espressioni dei visi ai personaggi o forse sono io che ho avuto una "fissa" di sentire puzza di bruciato in questa storia... voi cosa ne pensate?

Interessante! Mi ripesco il TL in questione e poi posto le mie impressioni.

Secondo me i dialoghi originali erano diversi e sono stati modificati, avevo letto da qualche parte che, a volte, avviene per vari motivi. Il fucile probabilmente era un'arma vera ma siccome può essere diseducativo, il fumetto è stato modificato con una battuta insipida. Mi ricordo una ripubblicazione di una delle storie della saga di Reginella. Nell'originale Bingo diceva "Fa un freddo cagnaccio!" (più o meno) mentre nella ristampa le parole erano state modificate in "Fa un freddo terribile!"
Quindi non mi stupirei se anche in questa storia ci fossero modifiche.

Per quanto riguarda il fucile, ovviamente Paperone non avrebbe mai potuto portarlo in giro con sè  nel passato e meno che mai commerciarlo. Però, visto che la storia si apre con una serie di prodotti sballati che Paperone non riesce a commerciare (notate la lista che Battista fa vedere a Paperone e ciò che si produce nei laboratori), non escludo che si sia potuto trattare davvero, in origine, di uno sparaliquirizie a pile.
Più controverso è, secondo me, quanto accade a pag. 109, in quel punto sicuramente il fumetto è stato modificato.

Questo mi fa venire in mente le manipolazioni del lettering fatte nelle ristampe di numerose storie vecchie, soprattutto quelle di Guido Martina e di Rodolfo Cimino!
Le birre si trasformano in aranciate o in gazzose; viene eliminato ogni riferimento alla morte. Poi, gli schiavi vengono fatti parlare in italiano fluente. A questo proposito ricordo la storia di Martina-Gatto "ZP e l'infallibile cura dello stress" dove Paperone va in Africa, dov'era stato da giovane (i flashback sono peculiari in molte storie di Martina); incontra il suo ex servo che, nella versione originale in mio possesso dice: «zì badrone» e «droppo buono, badrone» e nella versione ripubblicata nel 2000 «sì, padrone» «non sei cambiato».
In un'altra storia, "Topolino e l'implacabile vendicatore" (Martina-MDV) viene tagliata un'intera pagina, quella dove Topolino provoca un cortocircuito ad un portalampade per far disattivare il meccanismo di blocco della porta elettrica! Forse pensavano che i bambini del 2000 fossero più stupidi di quelli dell'81, che per emulazione sarebbero andati ad infilare un cacciavite tra i contatti di un portalampade!
Potrei fare tantissimi altri esempi; in "ZP e la campagna elettorale", del '79, sparisce ogni riferimento che possa far pensare a corruzione di politici! Martina era già morto, che avrebbe pensato di simili modifiche?

Signori, mi turbate!
Mi ero già reso conto da solo della continua eccessiva, quasi isterica evoluzione di Topolino in qualcosa di sempre più "politicamente corretto" e astratto dalla realtà (ma ve li ricordate i servizi sul WWF e tematiche sociali nei primi anni '90? e le rubriche di posta?), ma qua mi sembra di sentire parlare di un mondo quasi più esasperato delle serie TV trasmesse (e mutilate) da Mediaset!

Questo topic mi porta un flashback, di una storia il cui titolo non ricordo.
Era in un Topomistery, disegnata da Asteriti (sarà anche per il pugno nell'occhio grafico che m'è rimasta a mente), e vedeva Pippo, Topolino e (se non sbaglio) Zapotec alle prese coi soliti Gambadilegno & co.
C'erano due dettagli che mi chiedo se oggi vedrebbero di nuovo la luce, in una ristampa:
1) i tre cadono in un pozzo, gettati legati per annegare, e ovviamente si liberano.
Pippi taglia le corde che lo legano con qualcosa alle sue spalle, che non sa cosa sia... e quando si volta, è il cranio di una tigre dai denti a sciabola, ancora affilati! e lui girda: "AAAH! LA MORTE!"
2) se non sbaglio nella stessa storia (per lo meno, sono sicuro fosse disegnata da Asteriti e su un Topomistery) uno scagnozzo di Gamba, tale Lasagna, piazza una mitragliatrice (molto simile allo storico modello Maxim) sulla spiaggia per tempestare una villa di proiettili... topolino poi interviene dicendo "Eh, grande arma la mitragliatrice, peccato basti un poco di sabbia per incepparla".

o_O'

2) se non sbaglio nella stessa storia (per lo meno, sono sicuro fosse disegnata da Asteriti e su un Topomistery) uno scagnozzo di Gamba, tale Lasagna, piazza una mitragliatrice (molto simile allo storico modello Maxim) sulla spiaggia per tempestare una villa di proiettili... topolino poi interviene dicendo "Eh, grande arma la mitragliatrice, peccato basti un poco di sabbia per incepparla".

La prima scena non la ricordo, ma questa mi pare fosse in "Topolino e gli allegri naufragatori"

Io invece ricordo che alla fine di una storia di Topolino e Pippo, in un numero dei Grandi Classici, alla fine Pippo diceva di aver un fenicottero...Il dialogo finale era piu' o meno questo

TL: ma non hai paura che scappi?
P: no, e' di vetro (e si vede bene che "di vetro" era scritto in maniera diverso dal resto delle parole nel fumetto)
TL: Oh, Pippo, sei impagliab...ehm impagabile

In realta' per dar senso alla battuta finale, il fenicottero doveva in origine esser imbalsamato, ma ovviamente era troppo scorretta una cosa simile...

interessantissimo, ma perchè non fate un lavoro comune per poi scrivere un articolo sul papersera?