oggettivo è un' altra cosa....ma sto zitto per non essere bannato....
Se non conosci la letteratura non è certo colpa mia.
ma ti sei letto "l' onda"?
Ora sì.
...E allora?
Quello che ho letto è una mera poesia naturalistica, come molte di Pascoli o Montale (o anche alcune leopardiane). La differenza sta nella tensione ad un quid che questi autori mettevano nello scrivere le proprie opere. Nell'utilizzo di figure retoriche che rimandavano sempre ad altro. Qua ho visto solo un'eccessiva ridondanza di tali forme metriche, tese essenzialmente all'auto-compiacimento, all'elevazione aulica della scrittura stessa, della descrizione naturalistica di un evento che non possiede altra sostanza se non il naturalismo stesso (e la stessa invocazione finale alla Musa ne è una sottolineatura: poesia per la poesia, arte per l'arte).
In Pascoli qualsiasi evento naturalistico rimandava sempre ad altro: nei quattro versi che citavo poco sopra (tratti da "Il Bolide") la caduta di una stella cadente riportava il poeta a riflettere sulla propria sproporzione di fronte all'universo tutto. Nella poesia "Il Tuono", che fanno studiare anche alle elementari quindi la dovresti aver fatta pure tu, accanto alla presenza di termini e figure retoriche che richiamano il fragore dell'evento atmosferico in sé (come D'Annunzio nella poesia che mi hai citato), viene portata l'attenzione su un fatto marginale: una madre che canta la ninna nanna ad un bambino. Questa è la potenza della poesia, che altrimenti si fermerebbe alla descrizione, stilisticamente perfetta, per carità (D'Annunzio non era certo l'ultimo dei cretini: sapeva bene come vendersi), dell'avvenimento: in mezzo alla potenza della natura, alla grandiosità del creato sta l'uomo. Piccolo. E in particolare la figura della casa, come luogo ove trovare protezione e ristoro (avrai studiato certamente come Pascoli nella sua vita abbia sempre cercato di ricreare attorno a sé il nido che gli era mancato durante l'infanzia), come un luogo di pace.
Certo, se ti fermi alla derisione "gre gre" o al "chiù chiù" per poi esaltarmi il pomposo barocco di un "Palpita, sale, / si gonfia, s'incurva, / s'alluma, propende." non capisco certo cosa tu possa aver capito della poesia.
Ah, forse ricordo: l'estetismo e la figura del superuomo di cui D'Annunzio si faceva portatore (tramite la sua stessa persona) era stata molto apprezzata da un gruppo di persone che vedevano in queste parole, e in certe gesta audaci, il compimento dei propri ideali di una razza perfetta, autogestita, autosufficiente e superiore. I fascisti.