Topolino 2828
Finalmente uno di quei (rarissimi) numeri in cui le storie con i Topi superano quelle con i Paperi (3 a 1, sebbene Topolino non sia in nessuna di queste protagonista assoluto)! Si incomincia con Indiana Pipps e l’enigma di “Vent’anni dopo”, firmata dai Maestri Sarda e De Vita, storia di qualità al di sopra della media rispetto alle avventure del cugino di Pippo dell’ultimo decennio, ma dal ritmo un po’ troppo “spezzettato” per i continui “enigmi” da risolvere nella, tutto sommato, prevedibile “caccia al tesoro”. Si prosegue, quindi, con la parte finale di Cronache del regno dei due laghi, forse, nel complesso, il Faraci più divertente dai tempi dell’insuperabile Topolino e il genio nell’ombra (1999). Nonostante il “telefonato” sviluppo delle vicende, si continua a (sor)ridere, anche grazie agli espressivi disegni dell’abile Silvia Ziche. Spiazzante, e, sinceramente, demenziale, il finale “politico” che chiude il teatrino. Gastone e la fortuna simulata è l’unica storia “papera” del numero. Non è la prima volta (e non sarà l’ultima) in cui il cugino di Paperino perde, seppure momentaneamente, la sua proverbiale fortuna, ma Panaro sa qui mettere in piedi una gradevole e divertente “commedia degli equivoci” (forse solo un po’ troppo “buonista”), accompagnata dagli appropriati disegni di Valerio Held. Il numero si chiude con il ritorno della Macchina del Tempo in Topolino e il misterioso Stradivari stonato, interessante soggetto di Valentina Camerini che, nonostante lo sviluppo semplicistico – e non privo di qualche “buco” narrativo – si lascia leggere con piacere. Il tocco ricercato di Sergio Asteriti conferisce, poi, alla storia quel certo fascino del “tempo che fu”.
03 FEB 2010