Topolino 2837

07 APR 2010
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Ecco, forse, quello che, nel suo complesso, è il migliore numero di Topolino degli ultimi mesi, in quanto ogni storia, nel suo genere, ha una certa attrattiva. Innanzitutto, prosegue l’operazione “Topolino che risate!” con il rifacimento fumettato di alcuni classici corti di Mickey Mouse. à la volta di Topolino e i mostri in giardino, scritta e disegnata dal sempre bravo Casty, che si cimenta questa volta con i limiti di una storia “commissionata” e dal soggetto non originale, in quanto ispirato al corto “Mickey’s Garden” (1935). Il Maestro Castellan, nonostante le oggettive delimitazioni del caso, riesce a tirar fuori un prodotto gradevole, ricco di trovate personalissime, dalla trama che ricorda più il film “Honey, I Shrunk the Kids” (1989) che lo short sopraccitato, senza tralasciare i disegni sempre classici e perfetti che accompagnano la trama. Si prosegue con quella che, a tutti gli effetti, sembrerebbe l’ideale ultima storia della PIA, il cui finale, però, fa tramontare tale sensazione. Il titolo, in effetti, è Paperino, Paperoga e l’ultima missione, ben sceneggiata da Matteo Venerus e disegnata dal “monotono” Marco Mazzarello. Per la serie Sorrisi anticrisi, ma migliore delle ultime di quel ciclo, abbiamo questa settimana l’ironica Gambadilegno e il prezzo giusto (Bosco/Amendola). Nel numero c’è pure spazio per la genialità del Maestro Rodolfo Cimino che, in Zio Paperone e la bifora incantata, si diverte a mettere il povero Paperino sulla strada di un’iniziativa fallimentare (ma, per il lettore, spassosa) già in partenza. Ottime e adattissime al genere, le illustrazioni di Sandro Del Conte, che dimostra ancora una volta di non essersi dimenticato le lezioni ricevute un tempo dal Maestro Romano Scarpa. L’ottimo numero si chiude con il ritorno delle “bombe” di Bum Bum Ghigno. Bum Bum e la leggenda del ghigno d’oro è una gradevole storia a tema calcistico – scritta e disegnata dall’eccellente Corrado Mastantuono – che, anzichè “paperizzare” il solito calciatore di turno, si concentra con successo sulla psicologia del protagonista. Un ottimo numero, dunque, che, prima dell’ultima pagina, trova pure lo spazio per regalarci un paio di spensierate strips dal gusto classico firmate da Faraci e Pastrovicchio. Peccato per gli editoriali non all’altezza dei fumetti proposti (intervista trash a Jonny Groove in primis).

Autore dell'articolo: Malachia