Topolino 2906

03 AGO 2011
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Una storia estera si prende il ruolo di protagonista del numero 2906 del settimanale. Non deve neanche faticare molto: i richiami a classiche avventure barksiane sono evidenti ma i veri pregi sono ritmo, dinamismo, divertimento (degli autori in primis), persino demenzialita’ ai limiti dell’assurdo; tanto di questa roba c’è in queste poco più di trenta tavole di ‘Zio Paperone e l’abominevole vacanza sulle nevi’, quanto scorre su binari risaputi e privi di copi di scena quella di apertura ,‘Topolino e la stella della buona sorte’ (Panaro/Mazzarello), giallo di piccolo cabotaggio con classici depistaggi troppo malcelati e finale moraleggiante quel tanto che basta.
Di ‘Paperino e la soluzione vacanziera’ (Secchi/Gula), è curioso il ritratto che viene offerto del protagonista: in Disney si sta attenti ormai da anni a impedire (e a cancellare, sulle storie vecchie) che compaiano aspetti troppo forti o comunque considerati diseducativi, rasentando e anzi talvolta sconfinando persino nel ridicolo eppure qui abbiamo un Paperino infingardo e machiavellico, che non si fa problemi nel tentare di far accusare i bassotti di qualcosa che non hanno commesso soltanto per salvarsi dall’ira dello zio. E non si può non provare un certo ‘imbarazzo’ nel vedere oggi una caratterizzazione del genere che, nonostante le nostalgie martiniane dei più vecchi e la tanto sospirata abolizione della politically correctness a tutti i costi, risulta alquanto datata oltre che off-character. La coppia Faraci/Ziche ci regala invece un nuovo minicapitolo delle ‘cronache del regno dei due laghi’: troppo breve per incidere in maniera rilevante sulle sorti del numero, però è divertente, è solo un intermezzo umoristico ma almeno è di qualita’. Non si poteva pretendere di più, per una storia di altro respiro sarebbe stato necessario uno spunto di maggior sostanza, ma la speranza è che i due autori compaiano più spesso sul settimanale e con prove di ben altro peso.
Il resto del numero offre poco d’altro, la presenza di un inserto estivo di giochi riduce le pagine a disposizione di articoli e/o redazionali di un certo interesse: si segnala solo, per gli appassionati, un servizio dedicato allo scrittore per ragazzi Jeff Kinney. In definitiva un’uscita abbastanza modesta con l’eccezione della storia danese e del piccola filler faraciana

Autore dell'articolo: Gianni Santarelli

Abruzzese, ingegnere elettronico riconvertito in quel che serve al momento. Il mio rapporto con i fumetti segue tutta la trafila: comincio a cinque anni con le buste risparmio della Bianconi (sovvenzionato da mia zia), poi Disney, i supereroi Corno, i Bonelli (praticamente tutti, anche se abbandonati man mano). Verso i 18 anni scopro le riviste della Comic Art, leggo "Stray toaster" di Sienkiewicz e inizio un giro del mondo fumettistico che ancora non termina. Fumetto franco-belga, argentino, americano, autori celebri e sconosciuti, tutto finisce nella mia biblioteca, molto aspetta ancora di essere letto, nel frattempo dilapido una fortuna. Su due cose sono profondamente ignorante: i supereroi "classici" (ad eccezione di Batman, per cui ho una venerazione, non leggo una storia dell'uomo ragno & c. dagli anni 80) e il fumetto giapponese. Per il Papersera, con il nick "piccolobush", collaboro all'annuale premio, scrivo qualche articolo quando necessario e mi occupo, con puntuale ritardo, del settimanale "Topolino"