Topolino 2907
Un numero notevole il 2907, sicuramente il migliore dopo il restyling, illuminato da un gioiello della coppia Radice/Turconi. Topolino e il grande mare di sabbia è una storia dove la trama è l’ultima cosa che conta, dove l’effetto sorpresa finale è in fondo alla scala delle priorita’ (alzi la mano chi non ha intuito prima della conclusione chi fosse Trevor Traveller). Ciò che conta sono le suggestioni che questa storia riesce a trasmettere, suggestioni profuse a piene mani dalla perfetta fusione tra testi e disegni che crea una sorta di incantesimo: quando i protagonisti si ritrovano ad ascoltare le storie del nomade vicino al fuoco sembra quasi di essere davvero in mezzo a loro tale è l’evocazione di quelle sequenze. La narrazione è ottima, portata avanti con lo stratagemma del diario e spezzata, quando necessario, da divertenti siparietti umoristici. Soprattutto i personaggi non subiscono nessuno stravolgimento: pur se a inizio novecento e in mezzo al deserto, non c’è uno snaturamento della loro personalita’, che anzi emerge come raramente accade nelle storie più recenti. I disegni sono poi altrettanto vitali per la riuscita: Turconi sfoggia inquadrature bellissime, composizioni meno canoniche della tavola ma non fini a se stesse, cartoline paesaggistiche, piccoli quadri o istantanee, tutto sempre funzionale al racconto a testimonianza di una simbiosi pressochè unica nel fumetto disney attuale. Una storia che meriterebbe una ristampa a sè.
Dopo tanto splendore la bella storia di Panaro, Paperino e l’elmo degli dei, contribuisce a mantenere alto il livello del numero. Finalmente un taglio più dinamico e trascinante rispetto ai ritmi un po’ flemmatici a cui l’autore ci ha abituati ultimamente. Una abbastanza classica caccia al tesoro ma appunto con più verve e a cui conferiscono un valore aggiunto non indifferente i disegni di Freccero, al quale sarebbe da chiedere se la resa grafica del personaggio del professore sia un omaggio al suo maestro disney, Giovan Battista Carpi.
Flemming Andersen sta diventando una piacevole consuetudine sulle pagine del settimanale e anche Paperino ficcanaso per (un) caso, avventura simpatica ma non eccelsa, trae giovamento dal suo stile schizofrenico (talmente schizofrenico, che Paperino spesso sembra disegnato da altre persone anzichè dalla stessa mano! A meno che non ci sia stato qualche intervento in redazione). L’aggiunta dei piccoli enigmi (commisurati alla fascia d’eta’ di riferimento) e un simpatico di più.
Chiude il fascicolo Paperoga e la migliore delle scuse, di Vitaliano/Gottardo, abbastanza strampalata. Si sorride, più che ridere a crepapelle come sarebbe stato lecito aspettarsi per compensanzione essendo la storia basata su un’idea veramente striminzita.
Stavolta c’è spazio anche per un piccolo ma interessante articolo sui grattacieli, mentre al solito l’inserto “giochi sotto l’ombrellone” si prende il resto delle pagine. A questo proposito sarebbe interessante scoprire quando finalmente si accorgeranno che i simboli dei punteggi dei giochi sono al contrario!