Topolino 2950

06 GIU 2012
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Tempo di europei di calcio e quindi tempo della consueta storia a tema su “Topolino”. E’ Carlo Panaro ad occuparsi della ricorrenza con una storia illustrata da Alessandro Perina: Paperino e il mistero eurocalcistico è una gradevole avventura che dà modo di omaggiare la nazionale impegnata in Polonia e Ucraina, seppure presenti una Amelia insolitamente poco sensibile ai colori azzurri e anzi disposta ad affossarli pur di prendere la numero uno. Probabilmente sarebbe risultata ancora più piacevole se si fosse insistito di più sull’intrigo e sulla suspense (il tutto viene scoperto in poche tavole) a dispetto di una prima parte abbastanza lunga ma che serve solo a far fare “passerella” alle caricature dei calciatori. Comunque, considerando che è un prezzo che in queste occasioni si deve pagare, resta una buon lavoro.
Casty torna sul settimanale attingendo al suo repertorio più “leggero” con una storia incentrata sulla poca simpatia di Topolino. Per l’occasione, coadiuvato da Marco Mazzarello, rispolvera un vecchio rivale dell’eroe dalle orecchie a sventola, Topesio, stavolta meno interessato a Minni ma sempre intenzionato a mettere in ridicolo il nostro. E’ curioso che a scrivere una storia sugli aspetti più borghesi e “grigi” di Topolino sia proprio colui che prima di tutti e più di tutti, negli ultimi anni, ha contribuito a riportarlo agli entusiami delle origini, ma forse è proprio questo che lo rende il più adatto a prenderlo garbatamente in giro con questa avventura. C’è da dire che le battute di cui sono infarciti i daloghi non brillano per “sganasciamento” né per novità, come ci si sarebbe aspettato conoscendo Casty, ma almeno ci viene presentato un bel confronto tra un Topolino beota e un Pippo saggio che da solo vale tutto il resto!
Continua la serie Pippo on line scritta da Giorgio Salati che resta una delle più riuscite tra quelle recenti, forte anche dei disegni di Stefano Intini. Vacanze solitarie assolve perfettamente al suo compito regalando diversi sorrisi e una panoramica di vecchi e meno vecchi comprimari dei topi che farà felice i lettori più affezionati.

Paperinik e l’altro Paperino ancora di Salati (che cita Martina e la sua prima avventura con Paperinik) con i disegni di Michele Mazzon, inizia con l’ennesima crisi esistenziale del papero mascherato per poi sfociare in un classico caso di dimensioni parallele. Se si aggiunge il finale sentimentale quanto basta si ha l’impressione di un qualcosa visto molte volte. Ma è un qualcosa che si rivede sempre volentieri, ecco perché la lettura non stanca ma anzi alla fine si spera che sia proprio come ci si immaginava, senza nulla che arrivi a turbare quello che ormai è una certezza consolidata: la ricchezza più grande di Paperino è la sua famiglia.
Chiude l’albo il prologo della saga olimpica di Roberto Gagnor e Marco Mazzarello che inizierà nel prossimo numero.
Oltre ai fumetti molto spazio per Cesare Prandelli e per il salone del libro di Torino.

Autore dell'articolo: Gianni Santarelli

Abruzzese, ingegnere elettronico riconvertito in quel che serve al momento. Il mio rapporto con i fumetti segue tutta la trafila: comincio a cinque anni con le buste risparmio della Bianconi (sovvenzionato da mia zia), poi Disney, i supereroi Corno, i Bonelli (praticamente tutti, anche se abbandonati man mano). Verso i 18 anni scopro le riviste della Comic Art, leggo "Stray toaster" di Sienkiewicz e inizio un giro del mondo fumettistico che ancora non termina. Fumetto franco-belga, argentino, americano, autori celebri e sconosciuti, tutto finisce nella mia biblioteca, molto aspetta ancora di essere letto, nel frattempo dilapido una fortuna. Su due cose sono profondamente ignorante: i supereroi "classici" (ad eccezione di Batman, per cui ho una venerazione, non leggo una storia dell'uomo ragno & c. dagli anni 80) e il fumetto giapponese. Per il Papersera, con il nick "piccolobush", collaboro all'annuale premio, scrivo qualche articolo quando necessario e mi occupo, con puntuale ritardo, del settimanale "Topolino"