Topolino 3026
Continua la saga di Darkenblot con Darkenblot 2.0 – La chiave di tutto, di Casty/Pastrovicchio, in cui l’azione la fa da padrona, quella vena ironica della prima puntata è sfumata, lasciando il posto ad un ritmo più serrato. Si svelano gli intrighi, si iniziano a capire i meccanismi che hanno mosso tutta la vicenda, ma quella indovinata vena ironica che aveva aperto le danze manca troppo e la storia diviene ben strutturata, ben articolata, ma priva di quel qualcosa in più. I dialoghi sono ben gestiti, il lessico che li compone è adatto ai personaggi, che appaiono tutti ben caratterizzati e calati nel ruolo. Aspettiamo la prossima e conclusiva puntata, ma per il momento il giudizio è positivo, anche se con una punto d’ironia in più sarebbe stato ancora migliore. Ottimi i disegni, ma non è certo una novità!
Paperetta Yè-Yè e il verde paese, di Panaro/Dalena, è forse un esempio di storia che non è riuscita a trasmettere quel messaggio che si prefiggeva; infatti non si riesce a respirare l’atmosfera che i dialoghi raccontano. La trama è imbastita in un mondo irreale e segue un canovaccio già conosciuto, per cui anche i colpi di scena appaiono privi di mordente. C’è la sensazione che la storia sia in qualche modo su commissione, poiché il tentativo di descrivere l’Irlanda in modo folkloristico è troppo accentuata ed è proprio questo il grosso difetto della storia, i dialoghi appaiono forzati, il lessico fuori personaggio e di pari passo anche la rappresentazione grafica dei personaggi svela in modo evidente le loro intenzioni. Paperetta Yé Yé è per sua stessa natura un personaggio difficile da trattare, perché figlia di un tempo lontano e non è facile reintrodurla negli anni ’10, ma è molto gratificante sapere che il tentativo viene fatto.
Paperinik e il bassotto trasformista, di Mazzoleni/Perissinotto, è forse la migliore storia del numero, divertente, surreale, ma con un messaggio di fondo sulla folla, sulle persone che si fanno ingannare e che non ragionano con la propria testa. La narrazione corre veloce, piena di gag e di situazioni divertenti, i dialoghi sono vivaci e ben sottolineati dai disegni. Molto più profonda, quest’avventura del papero mascherato, di quanto non possa sembrare ad una prima occhiata.
Pluto e la passeggiata spinosa, di Blasco Pisapia, come tutte le brevi incontra il mio gusto, divertente e dolce, adempie al suo scopo, qualche secondo di sorrisi.
Zio Paperone e l’utilissimo trasforminutile, di Michelini/Chierchini, storia divertente, ma credo che abbia qualche falla logica da un punto di vista finanziario… ma sospendiamo l’incredulità e godiamoci i bellisismi disegni di Chierchini che sono sempre una gioia per gli occhi.