Topolino Black Edition – Tito Faraci
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Nel 2000 Einaudi pubblicò, in una maniera che vedremo assai lungimirante, una raccolta di storie disneyane in bianco e nero, tutte accomunate dallo stesso sceneggiatore, il cui nome compariva fieramente sulla copertina, Tito Faraci. E l’aspetto interessante era che la collana Stile Libero, collana giovane e contemporanea, era capace di andare controcorrente e di proporre titoli di rottura rispetto alla consolidata casa editrice torinese. In questo ambito, vicino a Wu Ming e a John Fante, veniva pubblicato molto fumetto, da Paz alla coppia Cerami-Ziche, fino a quello Disney. Ma non quello classico e impostato di Gottfredson o di Barks, bensì un gruppo di storie quasi contaminato da continuity, pubblicato su Topolino dal 1997 al 1998. Un anno di ricchissimo fermento per l’autore milanese che, con poche ma efficacissime trame, ribalta completamente lo stereotipo del topo noioso e perfettino, elevandolo ad una forma completamente nuova. E con lui, tutto il suo mondo.
Tito Faraci crea tutto questo nella manciata di storie pubblicate su quel mitico volume einaudiano, Topolino Noir, ora ristampato benissimo da Panini Comics, tutto a colori con introduzioni dell’autore stesso e pagine colorate di nero, come Topolino Black Edition e una storia in più. Servito da disegnatori diversi, tutti bravissimi, tra cui Silvia Ziche, Fabio Celoni, Romano Scarpa, Giorgio Cavazzano e Corrado Mastantuono, Faraci è capace di costruire un nuovo scenario a Topolinia, dare un nuovo ruolo a Gambadilegno, più ambiguo, e a ridonare smalto a Topolino.
La prima mossa avviene grazie all’introduzione di un nuovo personaggio, il roccioso e texano ispettore Rock Sassi, vero spauracchio di criminali e furfanti, in La lunga notte del commissario Manetta. Faraci, nel creare un peculiare contraltare al goffo Manetta, è geniale perché può mettere in moto tutta una serie di vicende che non hanno bisogno di Topolino per funzionare. Non sarebbe sbagliato dire che l’arrivo e la permanenza a Topolinia di Rock Sassi sia stato il mezzo per permettere all’universo di Topolinia di ampliarsi notevolmente, e di moltiplicare le possibilità narrative negli ultimi quindici anni. Il commissariato con i soli Basettoni e Manetta era zoppo, con Rock diventa effervescente, perché si crea una coppia in ambito poliziesco più che collaudata (si pensi a “Starsky and Hutch”). E questo prosegue in altre geniali storie, come nella surreale e schizofrenica “Sfida a Topolinia” e nella divertentissima e capellona “L’Ispettore Manetta sul filo del rasoio“, fino alla demenziale e fantasiosa “Manetta e l’indagine natalizia“.
Non è un mistero che la nemesi di un topo sia il gatto, e il felino per eccellenza in Disney è Gambadilegno. Passato sotto varie lenti autoriali, da Gottfredson a Scarpa, il criminale ha sempre avuto caratteristiche letali e malvagie. Ma negli ultimi anni il ruolo del cattivo diabolico è passato a Macchia Nera, mentre Gamba spesso è stato l’aiutante tonto, il cattivo dal cuore d’oro, l’utile idiota. E in effetti il personaggio, anche fisicamente, si presta a questa interpretazione. Faraci di fatto esalta questa caratteristica, presentandoci un Gambadilegno letale ma bonaccione, uno che sa trovare il compromesso in vicende quotidiane e che conosce il valore dell’amicizia, pur nei limiti della conflittualità con Topolino. Così vengono pubblicati i grandi capolavori come Agente Gambadilegno, il caso è tuo!, in cui la divisa da agente e da brigante non importano se ad indossarle è sempre il valore del rispetto e dell’affetto. Non mancano le gag classiche, mentre Celoni compie come sempre un lavoro straordinario, con inquadrature efficaci e sapienti giochi di ombre.
E ancora, nella straordinaria Dalla parte sbagliata, Topolino è costretto, pur di salvare il suo nemico preferito, a mettersi contro la legge, seppur impersonata da un dispotico generale messicano. Il rapporto strano tra i due è evidentissimo e messo in scena con una delicatezza e un’abilità inusuale nel fumetto Disney. Gamba ci tiene a non essere buono, e impone i suoi limiti, ma Topolino sa bene come quest’amicizia innaturale possa stare in piedi. Ancora di più, aiutato da Francesco Artibani per festeggiare i settant’anni di Topolino, questo concetto si vede in Topolino e il fiume del tempo. I leciti dubbi di Gambadilegno sul perché non sia stata possibile un’amicizia tra i due rimandano a concetti quali la predestinazione e al piano naturale impossibile da cambiare. Gatto e topo non potranno essere mai amici, per quanti sforzi possano fare. I dialoghi tra i due sul malandato battello sono da antologia e, di riflesso, portano alla scomposizione di Topolino, l’eroe perfetto che brilla grazie alle imperfezioni altrui, che siano quelle malvagie di Gambadilegno o quelle bizzarre di Pippo.
Infine, arriviamo alla completa liberazione di Topolino, un nuovo eroe, più fresco, capace di sbagliare, travolto dall’avventura ma sempre pronto a combattere. Per sminuire la sua “perfezione”, Faraci dà spazio ai comprimari, insinuando il dubbio che la forza dell’eroe sia nell’aiuto degli amici, ovvero Pippo. Nella spassosa Topolino e il genio nell’ombra, un boss del crimine rapisce Manetta e Pippo, ritenendo che questi due tonti siano il vero motore delle soluzioni al commissariato. Faraci instilla il dubbio, legittimo, che davvero Topolino e Basettoni necessitino dei due amici per andare avanti, e inanella gag e dialoghi incentrati sulla ipotetica intelligenza degli aiutanti. Il disegno schizzato della Ziche fa il resto, con strabuzzamenti vari e corpi elastici. E in Topolino e l’incredibile Vladimir, la visita degli zii di Minni, un cane poliziotto diabolico e gag da commedia demenziale permettono a Faraci di mettere le basi per un Topolino più snello.
Faraci, con queste storie, ha saputo smontare un mito per rimontarlo in un modo, non solo più vicino al presente contemporaneo, ma anche per tornare alle origini, a quel Topolino eroe non per scelta ma per necessità , combattivo e che non si tira mai indietro, in un ambiente indipendente che lo rende più forte e credibile. Manetta e Rock Sassi possono cavarsela da soli, così come Gambadilegno saprà sfruttare le bellezze di un’amicizia creativa. In questo rinnovato scenario, Topolino può volare davvero libero, per combattere il male con genuino disincanto e il sorriso degli eroi che sanno come vincere, senza fartelo pesare. Un personaggio molto più vicino al tempo presente, in una testata che segue gli scenari sociologici e le necessità del pubblico cui si rivolge, senza snaturarsi. Una lezione che non rinnega il passato e si lega al presente con forza, formando una nuova stagione di autori alla prese con un personaggio, ora e finalmente, più leggero e carismatico.
In sintesi, per gli esperti e appassionati, che non hanno bisogno di grandi presentazioni di Tito Faraci, possiamo scrivere che questa edizione, finemente curata ed editorialmente validissima, è ampiamente consigliata, presentando delle storie davvero rivoluzionarie e imprescindibili per il personaggio di Topolino e per la storia del fumetto Disney.
01 MAG 2014