Topolino 3058

02 LUG 2014
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“Forse questa è davvero la fine…” pensava nel luglio 2002 un assorto Paperinik, vedendo scomparire fra le stelle l’astronave di Everett Ducklair. Per 12 lunghi anni quella vignetta ha indicato davvero la fine del ciclo di avventure iniziato nel 1996 con un inedito albo spillato intitolato Evroniani. Grande è stato il vuoto lasciato fra i lettori più appassionati, i quali non hanno mai smesso di invocare a gran voce il ritorno di PK, orfani non soltanto dei nuovi personaggi introdotti dalla saga, ma anche del linguaggio più adulto e delle innovative soluzioni grafiche che costituivano il successo di quella iniziativa editoriale.

Oggi, 2 luglio 2014, è il giorno tanto atteso. PK riappare e lo fa in grande stile. Che la redazione creda in questo progetto lo si può vedere dagli investimenti effettuati: l’apertura di una pagina Facebook dedicata, un notevole battage pubblicitario, l’abbinamento con un gadget accattivante come una pistola laser (il PK-Blaster) e una tiratura eccezionale di 500.000 copie, ben al di sopra dei recenti standard di vendita.

E poi, soprattutto, c’è una storia divisa in quattro puntate che vede ai testi Francesco Artibani, ai disegni Lorenzo Pastrovicchio e ai colori Max Monteduro. Tre nomi che suscitano piacevoli ricordi in tutti i pkers e che non tradiscono le loro aspettative. Potere e Potenza, un titolo che riporta prepotentemente alla ribalta gli Evroniani, ci mostra un Paperinik costretto ad affrontare un nemico creduto sconfitto e che invece ha saputo cambiare il corso della storia a proprio favore. Il tono utilizzato in questo scenario post-apocalittico è cupo, solenne e forse non è mai stato così maturo; le tavole sono di grandissimo impatto (menzione speciale per le pagg. 24 e 48, ma ognuno può scegliere le sue preferite) e riescono a restituire sensazioni provate anni fa e mai dimenticate. PK ritorna dunque nel migliore dei modi: non siamo di fronte ad una fiacca operazione nostalgia, ma ad un’avventura fortemente protesa verso un futuro tutto da scrivere… come dimostra l’invito lanciato ai lettori affinché siano proprio loro a decidere come far procedere gli eventi. Ed eccoci così a contare le ore che ci separano dal prossimo episodio!

Nel frattempo, continuando a sfogliare Topolino, possiamo gustarci la splendida Gastone e la Luna Storta, realizzata da Enrico Faccini in veste di autore completo. Il biondo e riccioluto papero è protagonista di un’avventura dagli echi barksiani sospesa fra sogno e realtà, in cui emerge il suo lato più umano, troppo spesso soffocato dalla stereotipata caratterizzazione che lo ritrae come un insopportabile fortunato.

Si prosegue quindi con l’ultimo capitolo (per ora) della felice serie di parodie cinematografiche Andiamo al cinema – Il biopic (Bosco/Asteriti) e con la breve ma molto divertente Paperino e i decibel provvidenziali (Cirillo/Picone).

Infine, chiude il numero Topolino e la contessa contesa (Panini/Zironi): un’avventura vecchio stile ambientata nell’Inghilterra del Settecento, in cui il Mickey dell’epoca si trova a fronteggiare un sosia disonesto capace di sottrargli l’identità, impedendogli di convolare a nozze con la contessina Lady Minnibel. Ma la verità verrà a galla, conducendoci al più classico lieto fine e confermandoci che il crimine non paga.

In conclusione, Topolino 3058, già imperdibile per il ritorno di PK, si rivela ricco di belle storie, in grado di soddisfare tanto i lettori più tradizionalisti quanto quelli più assetati di novità. Stavolta non ci sono scuse per nessuno: correte in edicola ad acquistarlo!

Autore dell'articolo: Federico Pavan

Sabaudo di nascita, romano d'adozione e veneto per amore, leggo fumetti da quando ero bambino e non ho ancora smesso! I miei preferiti: Tex, Asterix, Lucky Luke, Corto Maltese, Mafalda… ma Topolino resta il compagno di viaggio più fedele, una passione che mi ha portato a conoscere il Papersera (e a incontrare tanti amici e una splendida sposa) lungo tutto lo stivale italiano. Il mio idolo disneyano di sempre è Romano Scarpa, ma non posso dimenticare l'emozione del mio primo raduno, nel quale ho avuto la fortuna di incontrare due miti come Don Rosa e Carlo Chendi.