Pk Giant 4 – Ombre su Venere
Ombre su Venere è una storia la cui recensione può far tremare le vene e i polsi, tanto è bella e praticamente perfetta. Quando uscì nel 1996, con quella sua particolare copertina con un minaccioso e incombente primo piano di Angus Fangus, segnò il momento in cui Pkna confermava una sua permanenza in edicola, con una numerazione finalmente regolare che partiva dal #1 ed una cadenza bimestrale fissa. Una conferma di quanto l’azzardo dell’esperimento Pkna avesse dato buoni risultati e si stesse trasformando in un prodotto vincente. E non c’era miglior storia per cominciare la pubblicazione regolare.
Ombre su Venere è un gioiello, in cui una sceneggiatura complessa e ricca si combina con disegni eccellenti e un layout sempre più rivoluzionario. Artibani realizza una storia che si snoda su due piani narrativi, un’avventura spaziale per Paperinik e Xadhoom e un’indagine condotta a Paperopoli dai giornalisti d’assalto Lyla Lay e Mike Morrighan. Ciò che li lega è Angus Fangus, il diabolico reporter che pur essendo un nemico resta, per l’eroe papero, una persona da salvare. A quello aggiungiamo la stratificata gerarchia evroniana con lo scontro tra casta scientifica e militare, un emozionante scontro tra coolflames e un Uno sempre più coinvolto, suo malgrado, in avventure inedite. Le 70 tavole volano con leggerezza, infilando battute argute, gag fisiche e spiegoni para-scientifici.
Claudio Sciarrone da par suo fa un ulteriore passo avanti e, rispetto al Vento del tempo, il suo stile è ancor più convincente e in linea con l’innovatività della serie. La doppia splash page dell’astronave è magnifica, ma incredibili sono anche le tante vignette incrociate, le forme inedite dei riquadri e le prospettive ardite. Ma è nei personaggi che infonde un’umanità unica. Il suo Angus è perfetto, così come Paperinik. Una storia profondamente adulta, che pone le basi per le varie relazioni interpersonali tra i personaggi.
La nuova edizione, con il suo grande formato, rende merito ai disegni, e il poster di Intini, così come la posta e le battute, divertono e coinvolgono. La nuova copertina di Sciarrone è sicuramente di impatto, e rende giustizia al lavoro fatto. Spiace purtroppo segnalare l’assenza del titolo nella storia, un errore che probabilmente deriva dai vecchi impianti, sbagliati, usati per l’uscita di Pk Memories (e che invece erano corretti nella collana allegata al Corsera Pk il Mito). Un errore grave, specie per una ristampa. Per questo il numero si accontenta di “sole” quattro stelle. La storia invece, avvincente e perfettamente costruita, resta, a distanza di quasi vent’anni, un capolavoro.