Definitive Collection 3 – Pippo Reporter 1

Se la Definitive Collection è il contenitore naturale delle serie d’autore apparse su Topolino, non poteva tardare la pubblicazione del ciclo di storie Pippo Reporter.
Una serie che nasce dall’affiatatissimo duo, nella vita prima ancora che nei fumetti, formato da Teresa Radice e Stefano Turconi. Varie sono le felici intuizioni che portano alla realizzazione di queste storie.
Innanzitutto, il protagonista: un Pippo che pare estrapolato dagli splendidi cortometraggi degli anni ’50, non solo per il carattere ingenuo, mite e ottimista, ma soprattutto per gli straordinari disegni, vere e proprie coloratissime animazioni fermate sulla carta.
Perfettamente azzeccata è poi l’ambientazione, individuata, come già per Fantomius, nell’America degli anni ’30. Ma se il coevo ladro gentiluomo si muove fra i salotti della nobiltà di ascendenza europea, Pippo si muove invece nei quartieri popolari, nelle affollatissime strade, a contatto con personaggi dalla provenienza più disparata.
Infine, i comprimari: Topolino, difficilmente riducibile al ruolo di spalla, è assente, ma questa scelta consente ai vari Minni, Clarabella e Orazio di mettere in mostra qualità troppo spesso nascoste dietro a stereotipi che non rendono loro giustizia. E non meno riusciti sono Macchia Nera e Gambadilegno, il primo nel ruolo del gangster che si cela dietro un rispettabile ruolo della società, il secondo in quello del criminale di strada a capo di una scalcinata gang capace di combinare più disastri che furti, ma proprio per questo vivissima e simpaticissima.
Questi primi quattro episodi servono, come facilmente immaginabile, a entrare in contatto con questo microcosmo e a consolidare le relazioni fra i personaggi. Un’operazione che, in realtà, si può dire già compiuta con successo al termine della prima storia, Cronista per caso: una piccola chicca che lascia intuire le grandi potenzialità di questo contesto.
Pippo Reporter è dunque una lettura consigliatissima, in cui niente è lasciato al caso: ogni battuta e ogni vignetta sono messe al posto giusto, e sembra davvero che i protagonisti si muovano da soli. Una serie che, dunque, trova più che legittimamente posto su questa testata, grazie alla quale sarà possibile avere una raccolta ordinata delle avventure che la compongono, arricchite da una breve ma puntuale intervista agli autori.
15 FEB 2015