Pk Giant 5 – Due
La bella nuova copertina di Sciarrone e la spassosa rilettura in chiave comica by Intini sono le chicche grafiche di questo nuovo numero di PkGiant. La divertente PkMail e le rubriche piacevolmente esilaranti condiscono il resto del numero. Ma è chiaro che al centro c’è la storia, sceneggiatura di Alessandro Sisti e disegni in coppia di Corrado Mastantuono e Paolo Mottura.
La vicenda si muove su due piani geografici: uno quello fisico della Ducklair Tower, una torre quasi claustrofobica che si apre in enormi e piccole stanze e si rincorre in scalinate e sotterranei. E l’altro virtuale, con un ingresso nella realtà digitale, osservando che cosa succede a navigare e vivere nel mondo dei codici binari e dei pixel. Nel lontano 1997, erano argomenti non così comuni in ambito fumettistico. Sisti imbastisce una bellissima sceneggiatura, che inserisce un nuovo personaggio, utilizza un papero che non ci saremmo aspettati di vedere così presto, e insinua in Paperinik un terribile dubbio, che gli fa prendere difficili scelte. Si tratta di una storia ricca di fini psicologie e di dettagli intimistici, in cui l’enigma serpeggia e non è ben chiaro dove sia la verità. Nonostante qualche passaggio non risulti chiarissimo, e forse una scena tesissima poteva esser ancor più enfatizzata, la storia è potente e profonda, inserendo un villain che col tempo crescerà in complessità.
Dal punto di vista grafico, i due autori collaborano a meraviglia, realizzando una fusione perfetta, in cui i tratti si confondono senza infastidire il lettore. Come al solito layout particolari e grandi vignette panoramiche si sprecano, e un grande armamentario tecnologico e militare si dispiega sotto gli occhi dello stupefatto lettore.
Un altro grande tassello della saga pikappica si pone. Anche se purtroppo, con la ristampa, è andata a mancare quella geniale e per certi versi rivoluzionaria, oltre che ironica, unione tra titolo e numerazione. Due era, non solo il nome del villain, ma anche il numero della collana. Genialate che all’epoca il PkTeam sfornava a ciclo continuo.