Paperino 425

30 OTT 2015
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Date a Cesare quel che è di Cesare. E se Paperino ci regala un buon indice, perché non renderne conto? In via eccezionale recensiamo questo bel numero che si apre con una storia del grande Marco Rota inedita in Italia,
Paperino “Zampata” e la chitarra micidiale, dalla trama originale e vivace, in cui Paperino emula il leggendario Emiliano Zapata. I disegni, seppure talvolta leggermente imprecisi nel ripasso a china, sono ancora evocativi come pochi, confermando la maestria di Rota anche in età avanzata.
Paperino e l’affare delle terre rare è a mio parere la migliore storia del numero, con un Carpi classico e un Pavese più comico che mai, ricco di trovate e rovesciamenti di ruoli; da segnalarsi anche per la compresenza di Archimede e Pico.
Decisamente sotto tono Qui, Quo, Qua, e l’acqua super, molto divertente invece Zio Paperone e Rockerduck all’ultimo stadio, anche se forse non ai livelli sommi del suo Autore.
Paperoga a tu per tu con la tivù riscatta in parte la componente “oltreoceano” dell’albo, introducendo poi un grande gioiello della coppia Cimino-Bordini,
Zio Paperone e la difesa a oltranza (il titolo parla da sé): dialoghi e disegni si supportano a vicenda in questa storia, in cui un Paperone “irriducibile” ricorre più volte al cannone (e pure all’acido solforico) per difendere i suoi averi…
Chiude il numero Zio Paperone e i guardiani del tempo, in due parti, bella storia di Carlo Gentina e sinora uno degli ultimi confronti, purtroppo, di Massimo De Vita con il mondo dei Paperi. Disegni stupendi e storia interessante e ben realizzata sul piano dei dettagli e della sceneggiatura che, nonostante il respiro non epico, affronta questioni molto coinvolgenti.
Mi sembrava giusto dare notizia di un bel numero, insomma, introdotto peraltro da una copertina gustosa e anche visivamente bella, confermando Coppola come uno dei migliori copertinisti di sempre.

Autore dell'articolo: Guglielmo Nocera

Oggi espatriato nel paese di Astérix, mi sono formato su I Grandi Classici Disney, che acquisto tuttora, e Topolino Story prima serie. Venero la scuola Disney classica, dagli ineguagliabili vertici come Carl Barks e Guido Martina ai suoi meandri più riposti come Attilio Mazzanti e Roberto Catalano (l'inventore della macchina talassaurigena). Dallo sconfinato affetto per le storie di Casty sin dagli esordi (quando lo confondevo con Giorgio Pezzin) deriva il mio antico nome d'arte, Dominatore delle Nuvole. Scarso fan della rete, resto però affezionato al mondo del Papersera, nella convinzione che la distinzione tra esegesi e nerdismo sia salutare e perseguibile. Attendo sempre con imperterrita fiducia la nomina di Andrea Fanton a senatore a vita.