Topolino Classic Edition – Rodolfo Cimino

30 SET 2016
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“Mete improbabili da raggiungere con ancora più improbabili mezzi meccanici, divertenti inni all’avventura, il valore del viaggio e della curiosità  prima ancora del raggiungimento dell’obiettivo e uno Zio Paperone tratteggiato con impagabile ironia in tutte le sue sfaccettature”. Più di tanti critici, offre un punto di vista preciso e appassionato sull’arte ciminiana Stefano Intini, chiamato come Stefano Ambrosio, Silvia Ziche, Enrico Faccini e Giorgio Cavazzano a dare un ricordo o un pensiero sul grande sceneggiatore veneto (trapiantato per vario tempo in Campania). L’ironia, predicato così raramente attribuito al Maestro, è invece alla base della sua arte classica, quella cui questo volume rende decisamente giustizia. Si propone ad esempio quella che (non senza confusioni) dovrebbe essere la prima storia ciminiana (con l’apporto di Elisa Penna), Zio Paperone in: Brividi all’equatore (disegni di Luciano Gatto), già originalissima nello sviluppo e molto divertente nello stile e nelle situazioni. Si propone Paperino e il ferro portafortuna, la storia d’esordio del leggendario binomio Cimino/Cavazzano, già  esemplare dell’irrefrenabile energia comica che i due avrebbero scatenato in seguito (Paperzucum, Casco respingente, Pifferosauro uranifago, Ricupero armato!…), e perfettamente completata dall’ultimo lavoro dello stesso duo, quello Zio Paperone e il veliero d’argento che per essere stata annunciata sette mesi prima della sua uscita, ovvero alla notizia della scomparsa dell’autore, è rimasta celebre tanto da mettere ingiustamente in ombra il suo reale valore, che è quello di una storia dallo spunto originale e dallo sviluppo per niente prevedibile, oltre che da disegni in stato di grazia.
E ancora, nella sfilata di disegnatori illustri (in questo caso ancora in fase di sperimentazione), ecco Zio Paperone e lo scudo dello sceicco (disegni di Giovan Battista Carpi) e Paperino e il roditorinco nordico (disegni di Silvia Ziche), fra le più divertenti della selezione.
E poi Zio Paperone e la clava preistorica (disegni di Luciano Capitanio) e Zio Paperone e la tiritera della salvezza (disegni di Massimo De Vita), entrambe dallo spunto non particolarmente corposo ma irrobustite da un’espressività verbale quasi autosufficiente, Zio Paperone e l’oro stratosferico (disegni di Enrico Faccini),
Zio Paperone e i calabroni bombardoleros (disegni di Sandro Dossi) e
Paperino e la trota quasi d’oro (disegni di Stefano Intini), tutte e tre espressioni – e decisamente fra le migliori – di quel filone paperopolese che l’autore ha voluto mantenere anche nella sua seconda fase creativa.
Strampalatissima e comica Zio Paperone contro Tarzone, che presenta un personaggio inedito e ineffabile che regala alla vicenda quel tocco di assurdo che i disegni di Fabio Celoni recepiscono in maniera perfetta. Quasi altrettanto schizzata Zio Paperone, Amelia e l’avarizia migrante, servita da uno Scala già anziano ma sempre capace di infilare i suoi turbini fulminanti e puntuti, simbolo ormai di ogni fenomeno di “scarica” morale e… fattuale.
In conclusione: scelta delle storie che ha, fra gli altri, il pregio di proporre il Cimino quantitativamente maggioritario e più tipico, inspiegabilmente messo a tacere, nell’immagine pubblica, da quello più sentimentale e linguisticamente dolce associato ai Racconti e al ciclo di Reginella. Scelta dunque all’insegna della risata, e della risata genuina, dal “Ferro portafortuna” al “Roditorinco nordico” (quanto adatta Silvia Ziche per rendere certe intenzioni, certe espressioni paperinesche!). Spiace solo che il “Roditorinco” sia stato ristampato altrove da pochissimo, mentre l’apparato redazionale, benché non espanso, è plurale e abbastanza interessante; un po’ di dettagli critici in più su una carriera così lunga ed esemplare non sarebbero comunque guastati, visto anche il prezzo dell’albo.
In ogni caso, promettente battesimo per una (ipotizzabile) nuova quadrilogia editoriale dedicata magari ad altri autori “classici”: i fratelli Barosso, Bottaro/Chendi, Guido Martina sono solo alcuni dei nomi che sarebbe interessante trovare in copertina.

Autore dell'articolo: Guglielmo Nocera

Oggi espatriato nel paese di Astérix, mi sono formato su I Grandi Classici Disney, che acquisto tuttora, e Topolino Story prima serie. Venero la scuola Disney classica, dagli ineguagliabili vertici come Carl Barks e Guido Martina ai suoi meandri più riposti come Attilio Mazzanti e Roberto Catalano (l'inventore della macchina talassaurigena). Dallo sconfinato affetto per le storie di Casty sin dagli esordi (quando lo confondevo con Giorgio Pezzin) deriva il mio antico nome d'arte, Dominatore delle Nuvole. Scarso fan della rete, resto però affezionato al mondo del Papersera, nella convinzione che la distinzione tra esegesi e nerdismo sia salutare e perseguibile. Attendo sempre con imperterrita fiducia la nomina di Andrea Fanton a senatore a vita.