Parodie Disney Collection 2 – Il principe Duckleto
Prosegue la collana dedicata alle parodie, con la minima spesa possibile: copertina riciclata, paginetta scarsa con due informazioni sull'opera di Shakespeare e un po' di bio degli autori. Diciamo che, per quel che costa, meglio comprare questo volume, che contiene la stessa storia con altre aggiunte, non magnifiche ma non disprezzabili.
Riguardo alla storia, si tratta di un adattamento davvero ben riuscito, una parodia nel puro senso del termine. Giorgio Salati scrive una sceneggiatura briosa, frizzante, che sa far ridere e che mischia i passi celebri di Amleto con lo humour disneyano, rispettando e modernizzando l'approccio di Martina, e della Disney italiana degli anni '50 e '60, alla parodia. Non possiamo non pensare infatti alla rivisitazione del classico del 1960, in cui veniva sottolineata maggiormente l'arroganza e la prepotenza di Paperino, che lottava comunque solo contro la cattiveria di Paperone e Gastone. In Duckleto, invece, Salati si concentra sullo slapstick, sulla gag demenziale, sull'assoluta follia declinata in maniera positiva che avvolge tutto il castello, e che tocca i vari personaggi in diversi modi. Inserisce tormentoni, ironizza sulle canzoni, e fa correre i personaggi in lungo e in largo, donando un'allegra atmosfera.
I disegni di Paolo De Lorenzi risultano validi anche se, purtroppo, non lasciano ancora il segno. Pare del tutto evidente che, rispetto a parodie maggiormente celebrate come Moby Dick o Dracula, a Duckleto sia mancato quello sforzo promozionale e creativo che finisce purtroppo per metterla in secondo piano. Peccato, perchè si tratta davvero di una storia valida, che sfrutta l'opera originale e l'umorismo per creare qualcosa di genuinamente disneyano, un'allegra sarabanda scanzonata e che non ha eccessive pretese di autorialità. Sinceramente, un approccio artigianale che dovrebbe toccare tutte le storie, e non solo quelle da promuovere con la grancassa mediatica.
Insomma, una storia che merita di essere maggiormente conosciuta, ma che viene pubblicata in un'edizione piuttosto scialba e che promette molto più di quanto mantenga. Questo spiega le tre stelle, e il nostro consiglio a leggere la storia nel volume citato all'inizio, che conferma la bulimica e frenetica campagna Panini di sole ristampe.