Deluxe Edition 18: PK – L’orizzonte degli eventi
Non è semplice parlare de L'orizzonte degli eventi. Non si tratta di una semplice storia singola, ma del tassello finale di una serie – PK2 – interrotta bruscamente nel 2002, e i cui fili sono stati riannodati, con pazienza e fatica, a partire dal 2014 e il ritorno di PK ad opera di Artibani e Pastrovicchio con Potere e Potenza. L'uscita in Limited De Luxe chiude il cerchio, e mette la momentanea parola fine al ciclo, che potremmo definire “classico”, di PKNE.
Artibani prende le varie storyline del passato – Korinna, Juniper, Serifa – aggiunge le sue novità – Custode, tuta, il muscolare Moldrock – in cinque puntate conclude la vicenda. Diciamolo subito: rispetto alla pochezza del Marchio di Moldrock, L'orizzonte degli eventi è un bel passo avanti. La trama è infatti vivace, ben ritmata, emozionante e spiritosa. Il conflitto famigliare di Everett viene tutto sommato ben presentato, e c'è il giusto mix di vecchio e nuovo. Non possiamo però dire che la storia sia particolarmente inventiva. Non nascondiamo che la sceneggiatura scorra con il pilota automatico e, a volte, con il freno a mano tirato. La presenza del Razziatore è alquanto pretestuosa, Paperinik non appare mai fondamentale, mentre il ritorno di Uno si rivela, purtroppo, piuttosto incolore. Per certi versi, sembra tutto un po' ingessato e poco spontaneo.
Pastrovicchio realizza un ottimo lavoro, tra immani architetture spaziali e ciclopiche vignette, supportato alla grande dai colori di Monteduro. Riguardo all'edizione in volume, solo due paginette ridotte all'osso, che però presentano gli sforzi di Artibani nel far quadrare i conti della continuity.
Rispetto alle premesse, non neghiamo di essere un poco delusi, specie in un certo senso di revisione del personaggio di Everett e dei suoi rapporti con Moldrock, fin troppo presente. Ma comunque promuoviamo l'operazione, perché si dimostra rispettosa del lettore e, in fondo, anche dei personaggi. Il capitolo migliore resta comunque Potere e Potenza, ma in generale il risultato è buono. Da un punto di vista editoriale, invece, il volume è semplicemente scarno.