The Don Rosa Library – Zio Paperone e Paperino 14
Questo quattordicesimo numero della testata si presenta come ricco di molte particolarità per quanto riguarda le storie proposte, che stavolta sono solo tre.
La storia d’apertura, cui però non è dedicata la copertina, è Qualcosa di veramente speciale e tale è di nome e di fatto: si tratta, infatti, di una storia celebrativa del cinquantennale della creazione di Paperon de’ Paperoni da parte di Barks, e già questo dato rende bene l’idea di quanto il suo autore possa essersi impegnato per realizzarla; la parola d’ordine è, quindi, stata esagerare! Effetti speciali, personaggi, nemici, azione, tutto è veramente esagerato, seppur sapientemente arrangiato, ed il risultato è di quelli importanti, fors’anche memorabili. Per completezza, è opportuno ricordare come Don Rosa si sia anche posto il problema del motivare la ricorrenza all’interno della storia, non potendo certo celebrare i cinquant’anni di un personaggio ben più anziano, ma la soluzione trovata – vale a dire ricordare i cinquant’anni dall’arrivo di Paperone a Paperopoli – funziona alla perfezione, il resto lo scoprirete leggendo…
Dopo una tavola autoconclusiva realizzata a scopi pubblicitari, si passa alla seconda storia, L’attacco delle orribili creature spaziali , chiaramente ispirata ai cd. B-movie di fantascienza in voga negli Stati Uniti degli anni ‘50. Qui da notare sono almeno due aspetti: innanzitutto, Don Rosa ribadisce la sua visione realistica dei personaggi e delle loro storie, per i quali, dunque, il viaggio nello spazio dev’essere considerata un’eventualità inconsueta e sporadica; con ciò prende le distanze dall’abuso di avventure “spaziali” dove i protagonisti si avventurano nel cosmo molto “alla leggera”, quasi sempre aiutati dall’ennesima astronave creata da un Archimede che qui, invece, è visto come “un inventore da viti e bulloni piuttosto che un fisico nucleare”. La seconda particolarità è che le “orribili creature” di cui al titolo sono, in realtà, proprio i nostri paperi, che appaiono quasi mostruosi agli occhi degli alieni che incontrano: seppur di immediato impatto comico, ciò risulta abbastanza profondo da (indurre a) far riflettere il lettore su quanto la realtà possa essere decisamente “relativa” agli occhi di chi guarda. Peraltro, fra gag e tanta azione, la storia risulta anche molto piacevole alla lettura.
Completa il volume, e ne ispira la copertina, L’ultimo signore dell’Eldorado, altra storia notevole sotto vari aspetti: innanzitutto anch’essa celebra un anniversario, il decimo dalla prima storia scritta da Don Rosa con protagonisti i paperi (Il figlio del Sole, del 1987); per tale ragione, anche qui è presente, come in quella, Cuordipietra Famedoro nel ruolo di antagonista. Ma c’è di più: la vicenda si basa su una serie di fatti realmente accaduti, sicché tutte le citazioni storiche sono il frutto dell’attento lavoro di ricerca svolto da Don Rosa. Ed ancora, la storia può essere considerata un triplice sequel, perché riprende la narrazione dai fatti narrati in Zio Paperone e il tesoro sotto vetro (apparsa sul quinto numero della testata), ma al contempo è la seconda parte dello scontro con Famedoro iniziato, come detto, in Il figlio del Sole, ed infine si ricollega esplicitamente anche alla barksiana Paperino contro l’Uomo d’Oro, insomma le sue particolarità sono molteplici! A parte tutto ciò, la vicenda appartiene al classico genere delle avventurose cacce al tesoro, per come tipicamente declinate da Don Rosa, quindi piene di spunti storici, repentini spostamenti da un luogo all’altro del mondo, comicità e tanta azione con scene al limite dell’inverosimile.
In definitiva, questo numero è da consigliare ad occhi chiusi, ciascuna storia merita di esser letta, approfondita ed apprezzata, anche grazie ai vari commenti dell’autore che ne permettono di coglierne tutte le sfumature, senza dimenticare l’interessante portfolio conclusivo.