Definitive Collection Extra 30 – C’era una volta… in America 4
In calce alle nostre recensioni degli ultimi due numeri della testata campeggiava un augurio: che vedesse la luce il 4° volume dedicato a C’era una volta in America, con il quale la saga avrebbe potuto dirsi integralmente ristampata.
L’editore sembra quasi avere ascoltato questa richiesta: e così, a circa 6 mesi dall’annuncio della chiusura, ecco comparire nelle edicole il n. 30 della Definitive Collection, a cui si aggiunge la dicitura Extra, forse per giustificare l’aumento di prezzo che va da € 4,90 a € 6,00. Una maggiorazione indolore, in ogni caso, data la più ampia periodicità , ora quadrimestrale. E d’altra parte, un “prossimamente” posto in terza di copertina promette un nuovo albo dedicato a DoubleDuck e sembra confermare la prosecuzione di una pubblicazione data come cessata forse troppo presto.
Ma vale la pena soffermarsi ora sulla conclusione del ciclo di avventure ideato da Giorgio Pezzin e realizzato quasi esclusivamente da Massimo De Vita. La lettura consecutiva delle tre storie finali consente di osservare il compimento della parabola della dinastia dei Topolino, iniziata sulla Mayflower, ma evidenzia con forza il ruolo della spalla pippide qui rappresentata da Pip Carson, ispirato al leggendario eroe della frontiera quasi omonimo (nonché fedele pard del più inossidabile eroe del fumetto italiano, Tex Willer).
Pip Carson è il personaggio chiave per le tre generazioni di Topolino con cui entra in contatto: è infatti il facilitatore dell’incontro fra Topolino e Clementina, che pone fine al vagabondare del primo sui polverosi sentieri del West; è mentore e coscienza del figlio della coppia, prima giovane ed entusiasta sperimentatore e poi cinico e disilluso affarista; ed infine, è l’ispiratore della passione investigativa del Topolino contemporaneo, che fa capolino nelle ultime vignette della saga.
Il cerchio si chiude e ci consegna il Mickey Mouse che, ancora oggi, a 90 anni dalla sua prima apparizione, non smette di essere protagonista di splendide avventure. Questa saga, con la quale abbiamo osservato le gesta dei suoi antenati, lo qualifica insomma come degno rappresentante ed erede di una famiglia che ha sempre saputo schierarsi dalla parte giusta e guardare al futuro con incrollabile fiducia.
In conclusione, spiace che un’opera complessa e ambiziosa come questa sia rimasta un po’ inosservata all’interno del panorama editoriale disneyano degli ultimi anni, senza incontrare la fortuna – per esempio – della Saga di Don Rosa. Ma consola almeno parzialmente l’avere finalmente, a vent’anni dal termine, la sua completa riproposizione; seppure essenziale, come testimoniano l’assenza di redazionali a commento e la copertina realizzata attraverso il riciclo di immagini estrapolate dalle storie stesse. Le quali restano, in ogni caso, il miglior biglietto da visita possibile di un ciclo di altissima qualità , ora ancora più pronto ad essere riscoperto.
14 MAR 2019