Pk2 Giant 9 – Nel fuoco / Affari di famiglia
Fine dei giochi.
Dopo quasi sette anni si conclude un viaggio iniziato nel novembre 2014: la ristampa di PKNA in spillato gigante si è completata e ha abbracciato anche PK2. Seppur lasciando qualche storia breve da parte e senza particolari iniziative inedite, il Giant ha compiuto il suo lavoro riproponendo a vecchi e nuovi lettori un pilastro del fumetto disneyano. All’appello mancano ancora un paio di speciali – Super e Duckmall – e vedremo se Panini li pubblicherà o meno.
Fa piacere leggere la lettera di saluti di Alex Bertani (nell’immagine a fianco): il Direttore di Topolino ci mette la faccia quando afferma che la ristampa non è stata «sempre agevole, ma abbiamo voluto fortemente portare a compimento quello che riteniamo essere stato un gran bel progetto, di recupero e valorizzazione. Lo dovevamo a tutti voi che avete seguito fedelmente questa collana fino ad oggi». Con schiettezza, Bertani riconosce le difficoltà di questa ristampa, che in qualche modo si è conclusa. E afferma che un editore, una volta iniziato un progetto, deve cercare di concluderlo, per rispetto del lettore.
Andiamo a vedere gli ultimi due capitoli di PK2, serie dalla vita travagliata che, con questa quadrilogia improvvisata, liquida i giochi. Nel fuoco è una potente sceneggiatura di Macchetto, che mostra una Korinna sempre più determinata e diabolica nel creare un pirotecnico piano per mettere il padre alle strette. A partire dal flashback, i cui dialoghi si riallacciano al finale creando un raffinato schema ad anello, osserviamo due ragazze spezzate, piene di rabbia e di rancore, desiderose di demolire il padre e bruciare chiunque si ponga sul loro cammino. La serie è come al solito spietata nel mostrare malevoli sentimenti e umane miserie. Mirabile è tutta la sotto-trama finanziaria, in cui il cinico Gordon Bekko (chiaro riferimento a Wall Street) mira a rovesciare Ducklair sostenuto da un’amareggiata Birgit Q. Il dialogo finale tra lei e Anymore Boring è semplicemente spietato.
E Paperinik? Come per tutta serie si trova travolto dagli eventi, cercando di mettere insieme i pezzi di un puzzle complicato. Ma non ne risulta danneggiato, perché la chimica con Lyo è decisamente arguta e piacevole, mentre le sue mosse eroiche al Duckmall o i suoi dialoghi con disincantati giovani d’oggi non fanno che esaltarne il valore. Nota di merito per Angus Fangus, che si butta a capofitto nell’incendio nella villa di Everett, pur di scovare la notizia. I disegni sporchi e nervosi di Barbaro rappresentano bene gli incendi metropolitani.
Con Affari di famiglia cade su Stefano Ambrosio l’ingrato compito di chiudere la serie e mettere una pietra tombale sul progetto PK. Anche qui l’inizio presenta un flashback ambientato su Corona, mentre un misterioso droide è la chiave che utilizza Paperinik per risolvere la saga una volta per tutte. Ambrosio da un lato racconta la conclusione del ciclo dei personaggi del Duckmall, con la vittoria di Rupert e il suo innamoramento con Stella, dall’altro mostra Korinna e Juniper dagli sguardi accecati di potere e di odio.
Tutta la seconda serie è il racconto dell’odio dei figli verso i genitori, una lotta generazionale spietata. Non esiste nel fumetto Disney, in cui i genitori sono semplicemente assenti, un conflitto cosi ben descritto. Il povero Everett avrà bisogno di Paperinik per mettere al sicuro le figlie e dar loro la possibilità di essere quel che vogliono. Il padre compie il sacrificio più grande ed esce di scena. Mentre uno scatenato Angus sa che il mistero Ducklair non è ancora stato spiegato al mondo, l’astronave sulla Ducklair Tower prende il volo, con un disilluso Paperinik a osservare la fine della sua carriera.
Un finale rapido, affrettato, fondamentalmente amaro. D’altronde nel 2001 c’era l’intenzione di agganciare il pubblico americano, realizzare un videogioco e fare un reboot. Questi intenti non basteranno a realizzare una saga, quella di Pk – Pikappa che, a oltre dieci anni dalla chiusura, mostra un bilancio decisamente negativo. A Pk2 invece possiamo ormai riconoscere una maturità e un coraggio sconfinati. Un desiderio di mostrare orizzonti mai esplorati e di decostruire l’eroe, togliendogli ogni certezza. L’esperimento non è completamente riuscito, ma complessivamente il giudizio non può che essere positivo. E si spera che questa ristampa possa raggiungere un nuovo pubblico.
29 APR 2021