Topolino 3417
Introdotta da una gran bella copertina di Fabio Celoni con i colori di Luca Merli, la prima storia di questo numero segna il ritorno ai testi di Casty, accompagnato alle matite da Enrico Faccini. In Topolino e la micio-minaccia facciamo la conoscenza di zio Euclippo, scienziato temporaneamente ospite da Pippo a causa di un incidente al suo laboratorio. Prenderanno quindi il via una serie di siparietti tra zio e nipote, e tra il gatto del primo e Pluto, mentre sullo sfondo la minaccia di un terribile mostro incombe su Topolinia. Neanche a dirlo, sarà Topolino e sbrogliare l’intricata matassa, portando al lieto fine.
Casty ci regala quindi un’avventura fresca e vivace; i disegni di Faccini sono forse poco adeguati al contesto urbano (di horror c’è ben poco nella storia), ma nel complesso si tratta comunque di una prova molto ben riuscita.
A seguire, la seconda puntata di Zio Paperone e la Ventiquattrore di Paperopoli (Sisti/Ferracina) in cui la competizione prende il via e i concorrenti iniziano ad affrontare le prima difficoltà . Il ritmo è sostenuto e si avverte quindi molto l’atmosfera da gara. La narrazione finisce con un inquietante interrogativo.
Minni prêt-à -porter: Una nuova boutique (Camerini/Mazzarello) ci riporta invece all’interno della Purple Boutique delle amiche di Minni, offrendoci una trama che, come nell’episodio precedente, sembra arrivare direttamente dalle pagine di Minni & Company. La cosa non sarebbe di per sé un male, ovviamente, se solo ci fosse quel minimo di sostanza che vada oltre i soliti cliché femminili a cui siamo abituati da decenni sul fumetto Disney. Tutto l’episodio si basa sulla ricerca di un nuovo negozio, mentre di moda e di prêt-à -porter non si vede chissà quanto, fatti salvi i frequenti cambi d’abito di Minni e delle sue amiche, unico “guizzo” modaiolo presente. Speriamo nelle prossime puntate.
Prosegue poi con altri due mini episodi Il viaggio del dollaro d’argento (Panini/Gottardo), di cui purtroppo si fa fatica a definire l’obiettivo. Non si capisce se voglia essere una storia comica, avventurosa, o corale. Anche in questo caso, non resta che attendere i prossimi sviluppi.
In chiusura troviamo invece Brigitta e l’affarone del pappamondo (Macchetto/Held), storia che occupa la quota di stampo più classico dell’albo. L’intraprendente Brigitta questa volta invece che far concorrenza a Paperone ne diventa consulente negli affari, suggerendogli come risollevare i ristoranti e combattere la concorrenza. Avvenimenti serrati e finale topico, accompagnati, ahinoi, da un tratto poco convincente soprattutto su alcune espressioni in primo piano dei paperi.
A completare l’albo troviamo due pagine dedicate a Bruno Prosdocimi, storico disegnatore di moltissimo materiale promozionale apparso negli anni su Topolino e sui periodici Mondadori, e un articolo molto interessante sui giochi di società antichi e su un progetto che si occupa di riscoprirli e ricostruirli fedelmente.