Un inusitato ricordo natalizio: i Topocataloghi

31 DIC 2021

Gli interni di vari Topocataloghi

“Non sarà un po’ troppo di nicchia?”

“A chi potranno interessare dei foglietti di carta con del materiale pubblicitario dentro?”

Erano queste domande a ronzarmi in testa negli ultimi giorni. Probabilmente grazie al periodo natalizio, tra le tante letture possibili mi è tornato in mente qualcosa di particolare, trovando un certo riscontro anche con altri amici durante le quotidiane chat fumettistiche.

I Topocataloghi forse possono davvero interessare a qualcuno. O, quanto meno, potranno risvegliare antichi ricordi, della nostalgia e del tempo che fu.

Storia

Spostiamoci nel passato di almeno vent’anni. In un’epoca remota in cui l’e-commerce in Italia praticamente non esisteva e il pagamento digitale era ancora rarefatto vi era un altro modo per comprare libri: il bollettino postale.

Si trattava (e ancora adesso sporadicamente si usa) di un modulo precompilato in cui il cliente indicava i volumi cui era interessato, inserendo i propri dati personali. Poi andava allo sportello postale e pagava il dovuto in contanti. Il bollettino, nel nostro caso, era allegato ad un catalogo. E quello era il luogo del desiderio e del sogno.

La ricchezza dei Topocataloghi, con tantissimi oggetti in vendita

In questi dépliant, non più lunghi di tre o quattro facciate, venivano presentate le novità editoriali. Zio Paperone aveva spesso dei foglietti illustrativi specifici, con proprie iniziative, ma anche PKNA e PK2 ebbero numeroso materiale ad hoc, così come MMMM.

Non è un caso che proprio da testate per collezionisti o con un forte seguito nascesse la possibilità di creare nuovi prodotti, da vendere solo per posta, e generare nuovi ricavi. Poi a Natale, o in altre parti dell’anno, Topolino allegava il grande Topocatalogo, in cui venivano raccolte tutte le iniziative Disney.

Sicuramente quelli che mi colpivano di più erano allegati a Zio Paperone. Uscivano in concomitanza con la produzione di volumi speciali e di pregio, collegati spesso a Carl Barks, come i Tesori. Mi ricordo come, avidamente, leggessi le descrizioni, e quanto mi intrigasse l’aspetto unico e da collezione di prodotti pensati come rarità. Conobbi lì aggettivi quali “numerato” e “cartonato”, e per me il volume prezioso non poteva che essere “cartonatolimitatonumerato” da dirsi in un’unica parola tutta in fila.

Il catalogo allegato all’ultimo numero di MMMM, con il cofanetto e l’intera collezione

A quel punto chiedevo ai miei genitori un libro in regalo, mio padre andava alle poste con il bollettino e io cominciavo ad aspettare speranzoso che la buca delle lettere mi sorprendesse con il volume che avevo scelto. Per spezzare l’attesa leggevo e rileggevo questi fogli, mi beavo delle descrizioni, rimiravo le copertine e aspettavo trepidante di mettere le mani su quei tesori cartacei.

Nonostante il marketing tonitruante ed eclatante, o forse proprio per questo, la mia speranza non era mai delusa. Aprivo le scatole di cartone e con attenzione toglievo i blister, senza fare danni. Cominciavo poi ad accarezzare i volumi, rimirando copertina e quarta di copertina. Poi aprivo e annusavo la carta, e andavo subito a vedere la numeratura del volume, beandomi della rarità del pezzo.

A 10 anni e più erano tutti sintomi di pazzia precoce, rimasta tuttora presente come parte di una grande passione collezionistica!

I cataloghi Disney erano stati concepiti innanzitutto per promuovere i raccoglitori “su misura, di robusto cartone telato con preziose impressioni in oro e argento”. Erano fatti apposta per Zio Paperone e I Maestri Disney, per poi allargarsi a W.I.T.C.H., Topolino, PK e MMMM.

Come non farsi affascinare da oggetti che avrebbero mantenuto “la tua collezione ben divisa per annata, splendida e integra come il giorno in cui l’hai acquistata, e ne aumenterà il valore nel tempo”? Le etichette con le annate erano fantastiche, pur non coprendo tutta la vita editoriale di alcune testate (ad esempio, PK2 non ebbe quella per il 2002).

I Topocataloghi che ho conservato e che possiedo spaziano dal 1997 al 2005 e si vede come, dopo una ricca offerta tra il 2001 e il 2003, ci fu una fisiologica decadenza (interessante una nostra vecchissima recensione per il catalogo uscito nell’autunno 2003).

Una panoramica di vecchi e nuovi cataloghi, con i primi dedicati ai raccoglitori e gli ultimi, decisamente più piccoli

I pieghevoli divennero meno curati e con poco materiale pubblicizzato. Effettivamente si nota come a un certo punto si trattò più di smaltire copie di magazzino che non di proporre iniziative editoriali nuove. I Maestri Disney e Le Grandi Parodie Disney erano venduti ad oltre il 50% di sconto, e alcuni volumi erano sempre presenti anno dopo anno, sintomo di un qualcosa che non aveva funzionato.

Comparivano poi CD-ROM di videogiochi, oppure collane di libri, materiale piuttosto estemporaneo. Era sempre presente però Paola Castelli, responsabile del programma collezionisti, che firmava un breve editoriale per presentare le novità: “Caro amico, cara amica Disney”.

Proposte preziose

Tra i tanti prodotti realizzati ad hoc per i cataloghi, oltre alla già citata collana Tesori, ricordiamo con piacere Fantastico Walt, bellissimo volume in “rilegatura cartonata e numerata” (cartonatura non vera, visto che si trattava di una rilegatura all’olandese, nonostante l’immagine decisamente fuorviante). Oppure i tre The Best of, libroni cartonati e numerati, edizioni di lusso “per collezionisti” di albi usciti in edicola in una versione più modesta.

Ad un certo punto cominciarono a realizzare copie anastatiche di vecchie collane: dalle prime 12 parodie con cofanetto ai primi 24 numeri di Zio Paperone e ai primi 22 di Topolino, fino ad un raffinato scrigno in 500 copie dei primi albi Nerbini.

Negli ultimi anni comparirono anche un paio di bellissime serigrafie di Cavazzano e una eccezionale litografia di Carl Barks tirata in 1.000 esemplari, “stampata su carta di pregio accompagnata dal certificato di garanzia Disney, destinata a veder crescere il suo valore nel tempo” (cosa che confermo, avendola venduta recentemente ad un ottimo prezzo 🙂 ).

I cataloghi personalizzati per PKNA, con moltissimo materiale extra

Conclusione

Il mondo dei Topocataloghi era un modo per aprire un nuovo mercato e far crescere futuri clienti colti e vogliosi di materiale curato e ben fatto. Personalmente, un po’ di quel linguaggio enfatico l’ho introiettato quando mi metto a vendere pezzi della mia collezione.

Spiace come questo sistema si sia perso nel corso degli anni. Le edizioni numerate, ad esempio, sono pressoché scomparse (felice eccezione, la Deluxe Edition dell’Inferno di Topolino in 2.000 copie), sostituite da variant la cui tiratura limitata è un punto interrogativo.

Di recente, però, Panini ha realizzato un’offerta per abbonamenti con una ristampa anastatica del primo numero di Topolino numerato in 300 copie. Vedremo se sarà l’inizio di qualcosa di nuovo.

L’ultimo “Topocatalogo”? In regalo agli abbonati una copia numerata in 300 esemplari del primo numero di Topolino

Inseriamo qui di seguito una piccola galleria di immagini prese da diversi numeri di Topolino. Propongono varie possibili acquisti postali o metodi di abbonamento per ricevere raccoglitori, testate varie o oggetti speciali per abbonati.

Autore dell'articolo: Amedeo Badini

Il fumetto è sempre stato una mia grande passione, sotto forma prima di un rassicurante Topolino a cadenza settimanale, per poi inoltrarsi nel terreno filologico-collezionistico. Questo aspetto critico mi ha permesso di apprezzare altri autori, da Alan Moore a Jeff Smith, e soprattutto di affinare la curiosità verso tutta la nona arte del fumetto. Disney è il mio primo campo, ma non disdegno sortite e passeggiate in territori vicini. Per il Papersera ho scritto più di 100 recensioni, oltre ad aver curato una parte degli articoli sulle testate disney del passato. Inoltre, ho realizzato il Don Rosa Compendium, un'analisi dettagliata di tutte le storie del grande autore del Kentucky. Scrivo di fumetto e di cinema anche per il settimanale Tempi, per Lo Spazio Bianco e per la Tana del Sollazzo.

1 commento su “Un inusitato ricordo natalizio: i Topocataloghi

    […] poco.Per fortuna erano gli anni dei Topocataloghi (e se non sapete cosa sono, val la pena leggere il bell’articolo di Amedeo Badini sul Papersera), e nell’estate dell’anno dopo ne arrivò uno con diverse chicche a tema, come il volume Carl […]

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