Disney Collection n°6 – Super Mickey
L’uscita n°6 della collana Disney Collection è dedicata ad uno dei più eclettici autori fiamminghi del panorama fumettistico, che entra a gamba tesa nell’immaginario Disney/Glénat con Super Mickey, singolarissimo fumetto muto dai toni e dalle atmosfere talmente semplici e scanzonate da risultare difficile nella sua comprensione.
Per poter apprezzare quest’opera è necessario conoscere il suo autore: Pieter de Poortere, classe 1976, esordisce nel 2001 con Dickie, fumetto dal tratto stilizzato, caratterizzato dall’assenza di dialoghi e da uno humor tanto diretto quanto cinico. L’opera porta il giovane autore a guadagnarsi nello stesso anno il premio per il miglior album in lingua olandese e la sua serie d’esordio prosegue inintettottamente fino ad oggi guadagnandosi anche una trasposizione animata in onda sul canale Adult Swim.
Il marchio di fabbrica di de Poortere è un umorismo crudo, cattivo, fatto di scene estremamente dirette e talvolta anche violente, ma sempre realizzate con uno stile grafico infantile ed innocente, capace di creare un evidente contrasto che spiazza ancora di più l’occhio del lettore.
Può quindi comprendersi che, affidare ad un autore come de Poortere la realizzazione di un fumetto Disney sia una grandissima scommessa. E riguardo la riuscita di questo arduo esperimento, a parere dello scrivente, il risultato appaga solo in parte. Dovendo comunque sottostare alla rigidità del mondo Disney, in cui i concetti di morte e sofferenza, tanto enfatizzati dall’autore nelle proprie opere originali, non possono esprimersi in modo diretto, l’impatto dell’opera sul lettore è più moderato. L’assenza di dialogo, unitamente all’estrema semplicità del tratto e delle situazioni in cui i protagonisti sono inseriti, spiazza ugualmente il lettore che, ad una prima occhiata, potrebbe pensare di trovarsi dinanzi ad un libro per bambini.
Anche il soggetto è alquanto semplice ed immediato, degno davvero di un’avventura destinata all’infanzia. Superpippo e Topolino si trovano loro malgrado a gestire la fuga degli animali dallo zoo, occasione che Gambadilegno cerca di sfruttare per il proprio tornaconto personale.
In realtà Super Mickey, come tutte le opere di de Poortere, maschera con un’ingenuità apparente elementi e situazioni indubbiamente forti che, se colte, risultano capaci di colpire l’animo del lettore, nonostante risultino smussate da questo stile essenziale ma sempre ricco di un’incredibile quantità di contenuti.
La vera essenza dell’autore viene infatti evocata solo in determinati momenti. Nel continuo gioco di contrasti che caratterizza il suo stile, de Porteere si diverte a giocare con l’occhio del lettore, disseminando microscopiche citazioni e riferimenti a personaggi, luoghi e film, abbattendo perfino la quarta parete. Vero pezzo forte dell’opera sono le grandi scene corali, realizzate su tavola doppia, che l’autore inserisce volutamente al centro di ogni capitolo in modo da sfruttare al meglio l’impaginazione e dare perfetta continuità all’immagine, che appare come un’unica grande illustrazione.
All’intero di questi “poster centrali”, prende vita una miriade di personaggi, ognuno impegnato in un’azione o un mestiere, un po’ come nelle opere di Richard Scarry, che porta il lettore ad andare oltre alla semplice storia e lo induce a giocare alla ricerca del personaggio principale di questa scena collettiva, che fa da chiave di lettura dell’intera immagine.
E’ indubbio che l’autore ami il divertimento: il racconto è strutturato come un semplice susseguirsi di gag interrotte solo dalla suddivisione in capitoli, ciascuno realizzato come un albo a fumetti singolo con tanto di copertina iniziale e, vero tocco di classe, giochi enigmistici e strisce di barzellette in quarta di copertina.
Al di là dell’enorme limite dato da un’opera così ricca di stile, il più grande difetto che si ravvisa in questo volume è la totale assenza di un editoriale o di qualsiasi extra che possa permettere al lettore di comprenderne in pieno la giusta chiave di lettura.
Super Mickey, lo ripeto, è un’opera tanto semplice nell’aspetto quanto difficile nella comprensione. Solo lo stile grafico può valere l’acquisto ma, se si è alla ricerca di contenuti, dubito che questo albo possa dare soddisfazioni a lungo termine.
Personalmente, ritengo che il giusto modo per apprezzare Super Mickey sia quello di considerarlo un ibrido tra il mondo dell’infanzia e quello degli adulti, capace di suscitare tanta curiosità e di stimolare l’osservazione del lettore attraverso un continuo susseguirsi di gag e di personaggi disseminati in ogni pagina, un po’ come nel celebre “Where’s Wally” di Martin Handford, ma che all’improvviso è capace di interrompere quest’aura di leggerezza e divertimento con immagini più forti.
Un’opera di nicchia, decisamente non per tutti, che va comunque ad arricchire il panorama degli autori d’oltralpe proposti da Glenàt in un modo indubbiamente originale e ricercato.
20 LUG 2022