Il Club dei Supereroi 8
Il nuovo numero del Club dei Supereroi tiene fede alle ultime impostazioni, che hanno migliorato la testata e dato un nuovo ordine nella proposizione antologica. Si assiste però ad una piccola involuzione nella qualità delle storie selezionate, dove spicca una sezione tematica interessante e alquanto bizzarra nei contenuti.
L’albo presenta una copertina dinamica e d’impatto di Donald Soffritti, che cura anche i colori e il loro contrasto caldo-freddo. Una composizione artistica di pregio, al cui centro si colloca il pippide più famoso e che apre le sezioni di questa testata.
Procedendo con ordine, la prima parte dell’albo propone nuovamente storie con protagonista Super Pippo e, in particolare, si continua qui con le storie italiane ante rilancio. Super Pippo Cicerone dallo spazio (Dester/Gatto) è la seconda storia italiana in ordine cronologico sul pippide in calzamaglia. Una storia simpatica per certi aspetti (la trovata di voler indicare le situazioni di pericolo con le nuvole, ad esempio) e che portano a conseguenze ironiche e divertenti. Tuttavia, sono diversi i salti logici che si susseguono senza soluzione di continuità e che rendono la lettura alquanto stancante. Anche graficamente parlando, mentre in alcune circostanze la rappresentazione appare idonea alla situazione concitata, in altre manca totalmente il dinamismo (e per tacere dello scambio di personaggi che viene illustrato nell’editoriale di apertura). A distanza di tempo, una storia che non rende adeguatamente l’impressione che voleva dare in passato.
Come da tradizione, troviamo tre gag pages da Disney Megazine, ad opera di Francesco Artibani e Andrea Ferraris, dove l’umorismo abbonda, ma non sempre con lo stesso impatto.
E torna anche il Club do Herois, con una storia ancora difficilmente digeribile. Super Pippo piantone in confusione (Borlotti Teixeira/Soares Rodrigues) sembra più una storia di umorismo poliziesco che supereroistico. Super Pippo viene assegnato da Vespa Cobalto (scusate, ma il colore sembra non essere più il vermiglio dalla storia precedente) alla visione di monitor di sorveglianza su tutta Paperopoli. Mettere assieme la vigilanza tecnica e le doti da supereroe incide pesantemente sulla storia medesima, che diviene stantia, obsoleta e noiosa. Tutto quello che succede è semplicemente attribuibile alla sbadataggine di Pippo, più che di Super Pippo. I disegni, al contempo, risultano essere forse molto semplicistici, seppur chiari e funzionali a colmare i divari che la sceneggiatura non riesce a riempire come dovrebbe.
La selezione prosegue mettendo in luce due storie di Bat Carioca, entrambe basate sul medesimo punto di partenza: l’apertura di una scuola di eroi o supereroi. Nella prima, José Carioca e la scuola d’eroi (Saidenberg/Podavin), si mischiano abbastanza abilmente la velleità supereroistica dell’ara verde con le sue vicende da civile, e dove le interazioni tra personaggi delle seconde riescono a caratterizzare la prima, che non avrebbe altrimenti da dire. Nella seconda, Bat Carioca e la Super Scuola (disegni di Carlos Edgar Herrero) la velleità di cui sopra viene quasi concretizzata, ma non va oltre le prime tavole, dato che il finale pare arrestare la storia nel suo sviluppo migliore. I disegni di Herrero sono comunque molto apprezzabili e conferiscono un minimo di gradimento.
Amelia e la sua inedita veste.
Si arriva in seguito ad un gruppo di storie brasiliane che sono accomunate dalla presenza di un medesimo personaggio (Amelia) in trame dove la magia è utilizzata come pretesto per la trasformazione in supereroina. Nella prima di queste, Magò super Magò (disegni di Sergio Lima), vede questa alle prese con la trasformazione in eroina a causa di un’arachide sottratta a Super Pippo, con i relativi risvolti ironici del caso: una storia che non eccelle e sembra riprendere solo le disavventure del Superdinamo di Carl Barks nella parte centrale, con disegni che ricordano molto lo stile di Murry. Nella seconda, Amelia e Maga Magò e la Superbacca (disegni di Verci de Mello), l’arachide di Super Pippo è sostituita da una bacca fintamente prodigiosa e che mette ancora nei guai le due streghe; anche in questo caso, lo sviluppo della storia procede in maniera relativamente agevole fino alle due tavole finali, dove l’accelerazione comporta una troncatura finale che sembra solo voler riprendere un soggetto ormai ampiamente riproposto. I disegni di de Mello, purtroppo, non superano la prova del tempo e della totale chiarezza. Nell’ultima del trittico, Amelia e la pozione super (Saidenberg/de Mello), è di nuovo l’arachide portentosa a essere il motivo trainante della storia, ma in questo caso il tutto si unisce ad una ricerca della pozione per ottenere super poteri da parte di Amelia stessa. La trama è carina, anche se un poco confusionaria sulle ambientazioni (dove però il bosco rimane il centro nevralgico dello sviluppo della trama) e il finale è coerente con l’inizio. Un trittico sicuramente non eccelso nella qualità, ma che fa riscoprire un ulteriore segmento della produzione brasiliana sui supereroi disneyani.
La sezione delle storie inedite si apre con una storia che continua il filone della sezione precedente. Amelia e l’ora dei supereroi (Janet Gilbert/Miquel Pujol) vede ancora protagonista Amelia, ma in questo caso nei panni di assistente ad un supereroe venuto dallo spazio e che si offre di aiutarla nella sua impresa, ovvero conquistare la Numero Uno. Soggetto comunque rivisto, ma che diviene interessante soprattutto per la questione della moralità del supereroe, raggirato da Amelia nell’aiutarla a compiere la sua missione. I disegni di Pujol sono estremamente caratteristici (benché le tavole su quattro strisce appaiano comunque molto intasate) e si nota il recupero di un design di Amelia barksiana.
Ce lo auguriamo tutti, Doppia D!
A seguire, lo sviluppo delle vicende seguenti a Duck Knight Returns, con il nuovo ciclo di storie di Darkwing Duck dopo l’esperienza di Disney Comics all’inizio degli anni ‘90. A tenere banco è ancora il crossover con il classico Duck Tales (visto nell’ultima tavola della scorsa storia) e che determina il motivo trainante: Negaduck e Amelia sono “soci” in una missione che cerca di discreditare la popolarità del loro comune nemico, Darkwing Duck. Per farlo, decidono di viaggiare tra le varie dimensioni parallele e rapire i vari Doppia D, condizionandoli per creare panico in città, mentre il nostro eroe è anche alle prese con il ritorno del suo vecchio amore. Crisis on Infinite Darkwings (Sparrow e Brill/Silvani) riprende lo spunto del famoso fumetto della DC e cerca anche di combinare i due universi Disney delle serie animate. Se con le prime storie abbiamo comunque assistito a uno schema abbastanza lineare e comune, qui sicuramente la storia prende una piega diversa e interessante, mentre i disegni non diminuiscono nella magnificenza che avevano in precedenza. E anche la tonalità e la qualità del colore cambiano, divenendo meno scura e permettendo di rilevare l’elevato numero di dettagli che rendono queste tavole magnifiche.
Chiude questa selezione una breve inedita tedesca su Super Pippo. Super Pippo e una questione di elasticità (Jakko Seppälä/Lourdes Rueda Sala) pone il nostro eroe di fronte ad un inconveniente non da poco: le arachidi bollite sono comunque efficaci? La risposta è in questa divertente e dinamica breve, dove il titolo sembra proprio rispondere al quesito che ci si pone. Dinamismo, prospettiva e soprattutto energia nelle tavole di questa storia, che rendono la lettura divertente e gradevole, per chiudere in tranquillità l’albo.
La selezione di questo numero cerca di tenere in piedi un ottimo approccio al materiale disneyano sull’argomento. Sebbene in alcune storie vi siano dei profili di sciatteria, la selezione appare comunque equilibrata e sa sempre dare buoni spunti di lettura. È soprattutto nella sezione delle inedite che si assiste a ciò che conferisce vero valore all’albo. Consci anche delle differenze di umorismo tra le varie culture disneyane, possiamo comunque valutare positivamente questa operazione.
18 OTT 2022