Topolino e il Natale “difficile”

04 DIC 2023

Un sole rovente e luminoso si staglia in un cielo senza nuvole, solcato dai gabbiani. Nascosto tra le palme e la vegetazione tropicale, Topolino, in abiti leggeri come il locale tenente Brown, osserva un camion partire da una cartiera. Già la prima tavola di Topolino e il Natale “difficile” ci proietta in un’atmosfera torrida, ben diversa da quella cui siamo soliti associare le festività di fine anno.

Eppure è il 24 dicembre, e il nostro eroe si accinge a concludere con successo l’indagine su una rete di falsari che l’ha portato nella lontana isola di Capete, a circa tremila chilometri da Topolinia.

Al centro della storia di Bruno Concina e Luciano Gatto non è, però, la tematica gialla. Oltre che all’inizio, essa è presente in seguito (con uno dei fuorilegge che cerca di recuperare le matrici delle banconote contraffatte), ma tutto sommato resta sullo sfondo. No, il rischio più grosso percepito dal protagonista non è legato all’attività di detective. Ciò che Topolino teme davvero è non poter trascorrere il Natale accanto ai propri cari, e in particolare a Minni.

Ha inizio, così, un viaggio di ritorno tortuoso e frenetico, condotto tra aerei, taxi ed elicotteri, complicato dal maltempo e dalle asperità del terreno. Al fianco di Topolino c’è Gambadilegno, anch’egli desideroso di rientrare al più presto dalla trasferta di “lavoro” per rivedere l’amata. Accomunati dal medesimo obiettivo, i due classici antagonisti si ritrovano a condividere un’avventura insolita, che farà loro apprezzare la reciproca compagnia, seppur tra qualche inevitabile battibecco.

La scena più bella si svolge al bar dell’aeroporto di Mice Town, dove Gamba presta un enorme giubbotto all’infreddolito rivale e assieme sorseggiano al bancone una bevanda calda. Mickey si sdebita poco dopo, offrendo a Pietro un passaggio sull’elicottero della polizia e mettendolo in contatto con Trudy tramite la radio di bordo. Di fatto, pone sullo stesso piano i sentimenti che lui nutre per Minni e quelli di Gamba per la sua “colombella”. È il modo migliore per giungere all’ultima vignetta che, dopo tanto vagare, ci riporta felicemente a un clima natalizio più tradizionale.

Autore dell'articolo: Fabrizio Fidecaro

A cinque anni cominciai a leggere Topolino, a sette fui travolto dal vento del sud. Da allora il fumetto Disney ha sempre fatto parte della mia vita. Amo lo sport (da spettatore), i libri di John Fante e Simenon, i film di Hitchcock e Wes Anderson. Il Papersera mi ha dato l'opportunità di incontrare grandi autori e nuovi amici.