Topolino e gli abeti himalayani

17 DIC 2023

Tra le numerosissime storie che l’universo disneyano ha dedicato al periodo più magico dell’anno, vi è anche una classica avventura firmata da un quartetto di grandi maestri del Fumetto italiano. Stiamo parlando dei fratelli Barosso ai testi, di Romano Scarpa alle matite e di Giorgio Cavazzano alle chine (tralaltro, questo pare essere il suo primissimo lavoro in questo ambito).

La storia in questione è la divertentissima Topolino e gli abeti himalayani, pubblicata sul numero 370 di Topolino il 30 dicembre 1962 e che avrà anche una copertina dedicata in occasione della sua ristampa negli Albi della rosa.

La trama attinge dalla classica avventura di Carl Fallberg e Paul Murry Topolino e il mistero degli abeti, pubblicata nel 1955 e incentrata su un furto di abeti da parte di Gambadilegno e complici per i loro loschi fini.  Tuttavia, l’ispirazione non sconfina assolutamente nel plagio, poiché l’opera degli autori nostrani è ricca di elementi di originalità.

La storia inizia con un flashback ambientato appena dopo il Natale, che ci introduce piacevolmente a un piccolo thriller ambientato nel contesto cittadino e incentrato sulle incessanti sparizioni di numerose forniture di abeti himalayani, per nulla preziosi e pertanto apparentemente privi di attrattiva.

I furti si susseguono senza sosta e coinvolgono buona parte della città. Le indagini di Topolino e del commissario Basettoni vengono rappresentate con una resa grafica incredibilmente efficace, che conferisce grande dinamicità e una punta di sottile umorismo alla trama. L’inchiostrazione di Cavazzano dimostra già una certa competenza da parte del giovane veneziano, nonostante sia solamente alla sua prima prova.

La spannung arriva nel momento in cui Topolino, grazie a una geniale intuizione, intuisce il movente del furto degli abeti himalayani: grazie a un articolo pubblicato mesi prima, ha la conferma che, all’interno di uno di essi, è nascosta una collana particolarmente preziosa e bramata ossessivamente dagli scagnozzi.

Alla fine, Topolino e il commissario Basettoni riescono ad attirare in una trappola l’artefice del losco piano, sostituendo l’ultimo abete ancora da esaminare e scoprendo così che dietro l’ondata di furti vi è nientemeno che Macchia Nera.

Anche se, caratterizzato in questo modo, il villain perde un po’ della sua cattiveria che lo ha reso celebre, riesce comunque a inserirsi armoniosamente nell’ingranaggio della storia e a stupire il lettore con un efficace colpo di scena.

In definitiva, Topolino e gli abeti himalayani risulta essere una godibilissima avventura natalizia, che, grazie al connubio di alcuni tra i più grandi autori Disney italiani, riesce a regalare un momento di spensieratezza e di divertimento. Ne consigliamo la (ri)lettura, specialmente in questo periodo dell’anno.

Autore dell'articolo: Tommaso Praloran

Da sempre appassionato del fumetto Disney e utente del Papersera dall'ormai lontanto 2015, dal 2023 mi diletto a scrivere qualche articolo per il sito.