PK – Nuova Era: storia e elementi del fenomeno editoriale

02 LUG 2024

Introduzione

Quando si parla di PK, la mente del lettore corre subito alla prima serie, PK – New Adventures. Ma il lettore ha comunque vibrazioni anche quando pensa al recente ritorno nella PK New Era (PKNE). Nel 2014, l’idea del rilancio di PK si realizzò dietro alcune aspettative, ma anche molte diffidenze. Nondimeno, la PKNE risulta essere una commistione di variabili, tutte utilizzate per avere idee nuove, coinvolgenti e cercare questo rilancio dopo anni di silenzio. Questa ha anche segnato un passo differente e quasi di rottura con PKNA: storie lunghe, numericamente contenute, distribuite su più testate e che non sempre guardavano alla continuity come riferimento.

Ma la PKNE è una serie paragonabile alle precedenti? Assolutamente no. Le differenze peculiari che la caratterizzano la rendono decisamente unica, ma al contempo una delle meno approfondite. L’obiettivo di questa analisi sarà di mostrare anzitutto la struttura e le caratteristiche editoriali della serie, da un lato, e capire le motivazioni che la sorreggono tutt’ora, dall’altro.

I prodromi della PKNE – Non è tutta saga quella che si legge

Il 2 luglio 2014, sulle pagine di Topolino n. 3058, uscì il primo episodio di una storia che segnò una svolta, un check point o un giro di boa nella vita di PK quale personaggio. Stiamo parlando di Potere e Potenza, scritta da Francesco Artibani e disegnata da Lorenzo Pastrovicchio, con i colori di Max Monteduro. La storia era stata annunciata nel Topolino n. 3057 e portò grande attenzione da parte di quei lettori, che definiremo “PKer della prima ora”, da anni dimessi dalle letture del settimanale. Ma Potere e Potenza non fu il “vero” punto di inizio della PKNE. Come detto, la nuova stagione di PK passava per una serie di variabili, che non sempre hanno determinato l’esistenza di una serie vera e propria, simile alle precedenti, e che al contempo hanno tutte determinato differenti spinte.

Copertine dei numeri di Topolino che ospitavano Potere e Potenza. Si noti la presenza del logo PKNE

Ormai è reso noto che l’idea di tornare a elaborare storie di PK partì da Lorenzo Pastrovicchio e Francesco Artibani. L’allora direttrice Valentina De Poli, in un’intervista dello Spazio Bianco, affermava come già dal 2007 (anno del suo insediamento in quella carica in redazione) il tema del ritorno delle avventure del “pikappero” prendeva regolarmente piede nelle conversazioni della redazione, ma più volte era stato rimandato a causa della mancata maturità dei tempi.

Il vero inizio della PKNE forse va rinvenuto nelle storie che apparvero su Paperinik Appgrade circa sei mesi prima, con storie realizzate in chiave alternativa da Tito Faraci e Alessandro Sisti. Più ancora, il vero input derivò dal progetto editoriale PK – Il Mito, la raccolta cronologica delle tre serie precedenti condita da approfondimenti e interviste sui retroscena e sulla formazione delle storie, che molto successo ebbe tra i PKers e che servì anche da stimolo ulteriore per imbastire il ritorno delle storie del Diabolico Vendicatore in salsa sci-fi.

I prodromi, dunque, servivano a tastare il polso della situazione, e al contempo a lanciare i segnali del ritorno in vero stile. Anche per questo, definiremo qui la serie “in senso stretto” (le storie apparse su Topolino e in continuity con la saga) cui viene collegata la serie “in senso ampio” (le storie non in continuity, ma che caratterizzano l’iniziativa editoriale della PKNE).

Omogeneità o insieme di storie? L’identità della PKNE dentro e fuori la Saga di PK

Come detto, la PKNE non assume le forme di una serie vera e propria. Lo stesso termine (PK – Nuova Era) veniva impiegato dalla De Poli come sinonimo di cambiamento, quasi un rinnovamento, della saga stessa (“Abbiamo fatto tesoro dell’esperienza di anni di lavoro con un obiettivo: recuperare i vecchi Pkers, raggiungere nuovi lettori con un progetto di qualità dove Topolino ne uscisse beneficato e PK, in un certo senso, promosso… sull’ammiraglia! L’importante era scongiurare le ricadute nostalgiche e pensare di ripetere un’esperienza del passato che rimarrà unica e indimenticabile. Qui stiamo parlando di una Nuova Era, appunto… Guardiamo al futuro!”). L’idea era di porre una sorta di “nuovo inizio” alla saga, ma non parlando di semplice omaggio o di reboot (come era stata la terza serie, PK – Pikappa), bensì di costruire un concetto che potesse essere comprensibile da un target maggiore di lettori di Topolino, e non solo fosse rivolta ai “nostalgici” della prima ora ma anche a quelle nuove generazioni che rimanevano il target del settimanale.

Si trattava, quindi, di un concetto editoriale ampio, complesso, innovativo per certi punti di vista. Pertanto, non sembra ci si possa riferire a questa come una “serie omogenea di storie”; come detto, le iniziative che furono avviate prima dell’uscita di Potere e Potenza furono certamente prodromiche all’avvio dei lavori della serie in continuity stretta con la saga originaria. Ecco perché tale “concetto editoriale” si è manifestato attraverso varie forme, vari tipi di storie, varie intenzioni, che non possono essere categorizzati solo entro i limiti definitori di “serie”.

Il logo della PKNE…

La “serie in senso stretto” parte da Potere e Potenza, la prima a uscire nel luglio 2014 e connotata anche dalla presenza di copertine dedicate e di un logo della PKNE (le lettere PK circondate da anelli di elettroni). A questa, sono seguite, nell’ordine: Gli argini del tempo (Sisti/Sciarrone, la quale presenta il finale in continuity anche con Paperinik e la macchina del Fangus, di cui parleremo appresso), Il raggio nero (Artibani/Pastrovicchio), Cronaca di un ritorno (Sisti/Sciarrone), Il marchio di Moldrock (Artibani/Pastrovicchio), L’orizzonte degli eventi (Artibani/Pastrovicchio) e Droidi (Sisti/Sciarrone), tutte uscite tra il 2015 e il 2018.

… e quello della celebrazione del Ventennale.

L’ultima fase della PKNE si svolge in tempi più recenti, tra il 2021, anno del Venticinquennale, ed i tempi correnti. Nel 2021, in concomitanza con le pubblicazioni della nuova run su Topolino Fuoriserie, troviamo quindi Una leggendaria notte qualunque (storia tipicamente celebrativa) e Zona Franca (in cui convergono molti elementi presenti in Timecrime), entrambe a firma Sisti/Pastrovicchio. Queste si collocano idealmente dopo gli eventi de L’Orizzonte degli eventi e quindi determinano un inserimento tardivo delle stesse nella “serie in senso stretto”. Nel 2023, invece, con l’approssimarsi della chiusura della testata Fuoriserie, ritroviamo PK sulle pagine di Topolino n. 3545, dove venne pubblicata la (finora) ultima storia di PK, Rinascita, a firma Faraci/Pastrovicchio.

Copertina di Appgrade n. 16 contenente la prima storia di Universo PK.

Rispetto alla “serie in senso stretto”, le altre si connotano per essere storie che denotano una “serie in senso ampio”, collegandosi a quella e definendo il microcosmo polimorfico della PKNE. Come sopra detto, tra i prodromi della PKNE troviamo le storie che apparvero su Paperinik Appgrade: a partire da gennaio 2014, prende il via il ciclo di 5 storie Universo PK, scritto da Tito Faraci e disegnato da Paolo De Lorenzi e Vitale Mangiatordi. Tale serie è sempre stata intesa come un what if particolarmente ironico: l’obiettivo dichiarato era di riscrivere in chiave alternativa la storia di PK da Evroniani in poi. Nel riscrivere la “linea temporale” di quegli eventi, l’autore milanese ha cercato di dar vita alla prima sperimentazione intorno a PK stesso. E l’iniziativa è servita, anche a detta della stessa De Poli, come movente per la curiosità dei lettori più giovani, che in gran parte nemmeno avevano conosciuto le storie originarie.

A queste storie sono seguite altre due iniziative, sempre su Appgrade: Paperinik e i conti con le realtà (che più che storia di raccordo, è sembrata essere una storia di “riassestamento”) e Paperinik e la Macchina del Fangus, uno spin-off in 5 puntate su uno dei principali antagonisti di PK, Angus Fangus. Entrambe le storie sono state scritte da Alessandro Sisti e sono sembrate collocarsi nella scia di UPK, a mo’ di seguito.

Vi è di più che il finale di Macchina del Fangus non solo rende l’esperimento su Appgrade come elemento ulteriore, ma finisce per essere parte della saga stessa, confluendo nel finale de Gli Argini del Tempo. Ciò va letto come primo segnale di adeguamento dei vari elementi alla saga medesima, combinati con la stessa e retti solo dallo sperimentalismo iniziale.

Il polimorfismo della serie si è manifestato anche successivamente, sia con la riproposizione delle vecchie serie (nella testata PK Giant), sia in occasione della celebrazione del Ventennale nel 2016, dove vennero prodotte altre due iniziative. Tra marzo e aprile 2016 uscirono su Topolino, infatti, i PK Tube (Sisti/Lavoradori), una serie di sei mini-storie che cercavano di recuperare alcuni punti delle trame tra PKNA e PK2 e provavano a completarli, e PK v. Doubleduck: Timecrime (Artibani/Mottura), una storia crossover che mette di fronte due identità segrete di Paperino e che al contempo ha un finale apparentemente decisivo per la continuity della saga. Entrambe le iniziative del Ventennale possono essere considerate come sorta di “speciali” della PKNE e di fatto slegati da essa, ma di base costituivano un ampliamento editoriale che provava a inserire altri paletti di sostegno al sempre più ipertrofico universo pikappico.

Proprio Timecrime ha connotato la PKNE per essere un concetto che esorbitava da PK stesso, avendo ricompreso elementi tipici di un altro universo narrativo. Il principae “bacino di riserva” proveniva dalla serie che fungeva da “intermezzo” tra le prime tre serie e le storie della PKNE, ovvero Doubleduck. Nessuno realmente, all’uscita della prima storia nell’aprile 2008, pensava che questa nuova versione – esteticamente suadente, elegante, con un certo lato misterioso – potesse avere a che fare con PK. Ma vi sono alcuni elementi che l’hanno resa quale ennesimo “brick in the wall” nella costruzione di un universo narrativo più complesso e sfaccettato.

Copertina di Topolino n. 3153 con la prima puntata di Timecrime.

Un primo indizio in tal senso si rinviene in Doubleduck – Agente Zero (scritta da Francesco Artibani). Nell’episodio finale viene mostrato un easter egg pikappico: su uno degli schermi (dove il Barone Kriegmann ammira la tecnologia dell’Agenzia stessa) appare la sagoma del notissimo scudo extransformer, che solo sei anni prima era stato dismesso da Paperinik. Un secondo indizio appare in Doubleduck – Codice Olimpo, dove Artibani riprende, a sorpresa, la Repubblica di Belgravia, collocata in continuity con gli eventi narrati in Operazione Efesto: il nuovo presidente è Grigorij Grimka, succeduto in tutto e per tutto al padre e apparso proprio in quella storia. Qui, la velleità di mettere insieme PK e Doubleduck sembrava essere più consistente che nella precedente storia.

Questi elementi, seppur minimi, sono risultati tutti prodromici al crossover Timecrime, Questa storia, assieme alle “storie ancillari” di Doubleduck (Chi ha incastrato Doubleduck?, Agente Zero e Codice Olimpo, appunto), assumono la qualifica di tasselli sincronici dell’universo di PK, rispondendo all’imperativo “un papero, un universo”. A completamento di questa sincronia, la storia Zona Franca (che vede il ritorno di Axel Alpha a capo dell’Organizzazione del XXIII secolo, come narrato alla fine di Timecrime, appunto), riporta tutti questi elementi “estranei” al mondo di PK entro i confini della Saga stessa.

Ecco che, allora, l’operazione di completamento polimorfico della PKNE si è compiuto e ha determinato un nuovo modo di procedere nella costruzione non di una semplice serie, ma dell’universo di PK tutto.

Alcune caratteristiche peculiari della PKNE

Se la PKNE può essere definita “polimorfica”, ciò è dovuto principalmente ad alcune caratteristiche intrinseche che la rendono differente dalle altre serie.

Una prima caratteristica si riscontra nell’irregolarità di uscita delle storie della PKNE, dovuta probabilmente a due ordini di motivi. Da un lato, la diversa collocazione delle storie su più testate ha condizionato la cadenza delle stesse (cosa però non riscontrata negli undici albi di Appgrade del 2014), e le storie pubblicate su Topolino dovevano rapportarsi anche con altre storie tipiche dell’albo. Dall’altro, le diverse fasi della pubblicazione (“di rodaggio” per i lettori più giovani, “di impatto” per i PKers più navigati e “di commistione” di entrambi i target nella celebrazione del Ventennale) hanno determinato anche cadenze differenti e proposizione di più storie per implementare differentemente la ritrovata saga.

Successivamente, questa irregolarità si è tramutata in eccessiva regolarità con l’uscita di più storie (e più iniziative editoriali) in concomitanza delle celebrazioni del Ventennale. L’irregolarità dell’uscita delle storie è però sembrata contemperata dalla suddivisione delle stesse in puntate, che di fatto hanno anche permesso di dare una conclusione a ognuna di esse. Diversamente, invece, tale irregolarià ha finito anche per determinare una sovrapposizione con le uscite di Topolino Fuoriserie, quando le due storie del 2021 uscirono su Topolino (rispettivamente, a marzo e a ottobre) quasi in concomitanza con la run del Fuoriserie, generando una confusione nei lettori solo successivamente dipanata anche per intervento degli autori; ulteriormente ma in maniera limitata, anche l’uscita di Rinascita a cavallo delle ultime due storie del ciclo del “Ragno d’Oro” (a firma di Sisti quale autore unico) è sembrata dare una sensazione di sovrapposizione, ma contemperata dalla collocazione editoriale e dalla trama, slegata dal ciclo stesso.

Una delle immagini promozionali (a firma di Alberto Lavoradori) del Ventennale di PK tenuto al Comicon di Napoli 2016.

Ad una caratteristica tipicamente editoriale, la PKNE ha aggiunto un’altra tipicamente celebrativa e fieristica. La serie, infatti, ha visto per la prima volta dall’uscita di Evroniani una celebrazione ufficialmente supportata dalla redazione, diversa dal mero Evronian Gathering che fino ad allora era celebrato dai soli fans. Quella del Ventennale (e anche la successiva del Venticinquennale) sono, quindi, da considerarsi come celebrazioni ufficiali della saga. Alla prima si volle contribuire con svariate iniziative editoriali (dall’uscita tra marzo e aprile 2016 di una mini-storia settimanale di PK Tube; passando per l’albo Single Special Edition – La Fine del Mondo, comparso all’interno della ristampa su PK Giant; passando ulteriormente per la ricolorazione di Evroniani e la proposizione di un portfolio dedicato; fino alla storia crossover di Timecrime), e successivamente con una celebrazione vera e propria, attuata al Comicon di Napoli quale luogo per il 20° Evronian Gathering, celebrato ad aprile 2016 (quindi con un mese di ritardo rispetto a quello non ufficiale). In questa maniera, la celebrazione amatoriale viene accompagnata a quella ufficiale, intuendo l’importanza celebrativa per i diversi PKers.

La PKNE, peraltro, vanta anche la peculiarità di essere al momento il segmento più longevo di PK (9 anni, contro i 5 anni di PKNA e i circa 2 anni di PK2), venendo quindi celebrata ben due volte (benché le celebrazioni del Venticinquennale siano state molto più sottotono a causa della situazione di pandemia).

Un punto di debolezza di questo progetto editoriale, però, è da rinvenirsi nella mancanza di editoriali esplicativi che seguivano le varie storie, ovvero i PK Files e i PK Projects, uno dei punti di forza delle prime due serie (e che furono replicati con discreto successo anche nella terza). La loro importanza permetteva di descrivere meglio i personaggi appena introdotti, le questioni fantascientifiche e di worldbuilding delle serie, oltre ad essere strettamente funzionali a dare un’espansione e un ampliamento che hanno caratterizzato gli albi rispetto alle testate tradizionali Disney. Proprio nella PKNE, simili editoriali sono venuti a mancare. In sostituzione degli stessi, furono allegate interviste agli autori, alcune schede simil-esplicative delle singole storie (rinvenibili soprattutto nelle due serie su Paperinik Appgrade), una piccola “enciclopedia evroniana” (che cercava di spiegare chi fossero gli alieni affrontati da PK, benché ben lontana dal worldbuilding che fu proposto in PKNA) e furono pubblicati sul sito di Topolino alcuni PK Files presenti sia nella Style Guide di PK – Il Mito, sia sul diario prodotto del franchise. Per compensare questa mancanza, le ristampe successive in formato De Luxe presentarono alcune accurate spiegazioni fornite degli autori relativamente ad alcuni elementi introdotti dalle storie e correlate da bozzetti preparatori ed esplicativi.

Al di là di questi accorgimenti compensativi e successivi, la mancanza di editoriali poteva essere compensata solo in due maniere: avere una conoscenza pregressa delle caratteristiche del worldbuilding, che molto spesso potevano essere recuperate assieme agli albi originali, oppure confrontandosi con altri utenti nelle varie community dei PKers; oppure facendo affidamento alle interviste postume agli autori. In queste ultime, le domande erano molto spesso relative alla tecnica narrativa o artistica, ma non mancavano anche domande sulle trame e sui possibili collegamenti con la saga originaria, oltre a chiarimenti circa eventuali discrepanze tra la saga principale e la storia appena pubblicata. Insomma, la mancanza di editoriali veniva trasformata da una spiegazione unilaterale ma autentica in un ragionamento diffuso e condivisibile dei fans con gli stessi autori. Pertanto, la spiegazione “partecipativa” ha permesso di uscire dalla formalità delle schede esplicative, ma al contempo ha determinato anche la necessità di “inseguire” le varie occasioni in cui gli autori fossero presenti e rispondessero alle domande.

Conclusioni

La PKNE non presenta le classiche caratteristiche delle serie di PK: accanto ad una pluralità di testate di pubblicazione, si aggiunge l’irregolarità nelle uscite (con conseguente difficoltà a rimanere sempre informati, specie per quel lettore occasionale da sempre ammiratore di PK), un’evidente volontà celebrativa (viste le due ricorrenze del 2016 e del 2021) e una maggiore possibilità di interazione (sia con gli autori, sia all’interno delle community). Dopo anni di silenzio, l’interesse per le trame di PK si è ridestato grazie alle molteplici iniziative coinvolte. Ciò in virtù anche di un rinnovato interesse per il pikappero e di una diversificazione della platea di lettori.

Tuttavia, in questo contesto così complesso, il ruolo delle storie faticava ad essere “aggiuntivo” o “di completamento”: data anche la collocazione su più testate, oltre a problemi di continuity e coerenza col worldbuilding presente, rimaneva difficile per il lettore medio poter seguire con costanza e interesse lo sviluppo della saga.

Sicuramente, l’importanza data a questo personaggio, alle tematiche, alle ambientazioni e anche alle caratteristiche tipiche di un worldbuilding ampio è stata sottolineata fin troppe volte da questo progetto. Vi è, inoltre, da constatare come l’evoluzione stessa mettesse al centro più la quantità di materiale editoriale cui i lettori potessero attingere (decisamente stroppiante), che non la volontà di portare avanti la continuity vera e propria.

La PKNE, dunque, va considerata anzitutto in un’ottica celebrativa, ovvero il ritorno del vecchio mantello tarlato nell’ambientazione iconica degli anni ’90, e al contempo come un esperimento editoriale di ampio respiro e che uscisse dai canoni e dagli stilemi delle serie precedenti. Insomma, è sembrata essere più un progetto di amore per il personaggio che di evoluzione dello stesso.

Autore dell'articolo: Redazione di 00 Channel

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