Topolino 3578

10 LUG 2024
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Si inizia ad entrare nel vivo del periodo estivo, ed ecco sbarcare su Topolino 3578 una saga “isolana”: Topolino e l’isola che non c’è, sceneggiata da Giorgio Salati e disegnata da Giampaolo Soldati. Alla storia portante del numero, nel quale troviamo le prime due puntate, è anche dedicata la copertina di Davide Cesarello.

La premessa è molto intrigante anche se già vista – con le dovute differenze – in altre occasioni, tra cui ad esempio l’isola di Quandomai: la nave su cui Topolino, Minni, Orazio e Clarabella sono in crociera fa naufragio su un’isola disabitata, sulla quale presto i personaggi si renderanno conto che accadono fenomeni apparentemente inspiegabili.

Ispirato, fra le varie suggestioni, dal romanzo Il signore delle mosche (come conferma in una intervista rilasciata al Papersera pochi giorni fa), Salati costruisce un intreccio che funziona molto bene e si prende i suoi tempi per costruire un crescendo della tensione che permea le pagine della vicenda, attraverso varie conflittualità nei rapporti tra gli standard characters e i nuovi personaggi introdotti nella storia.

Sono infatti ben nove i compagni di viaggio con cui i protagonisti dovranno affrontare la permanenza sull’isola, e come in ogni buona sceneggiatura gialla ognuno di essi è caratterizzato con pochi ma efficaci tratti distintivi. Spesso è molto difficile gestire un cast così variegato differenziandone abbastanza i componenti, ma in questo caso Salati ci riesce egregiamente, facendo sì che non ci sia mai il rischio di confondersi fra gli uni e gli altri durante la lettura.

Ciò nonostante sarebbe auspicabile un maggiore approfondimento nelle prossime puntate, soprattutto di coloro che nascondono evidentemente dei segreti e dunque ricopriranno un ruolo centrale nella trama.

I primi incidenti

Per adesso i primi due episodi lasciano decisamente la curiosità di leggere il prosieguo: anche da solo, questo aspetto può essere sufficiente per promuovere la storia convintamente, sperando che lo stesso livello verrà mantenuto nelle prossime puntate. Quanto agli ottimi disegni di Soldati, si rivelano capaci di regalare scorci di spessore tra la fitta vegetazione dell’isola, senza far mancare quell’espressività un po’ canzonatoria di alcuni personaggi, suo marchio di fabbrica sempre divertente.

La storia successiva, Sveglia, Paperino!, di Danilo Deninotti e Federico Franzò, toccherà le corde di molti, moltissimi lettori, perché ruota attorno alla croce di noi tutti: la mancanza di sonno. Nel caso di Paperino, la causa è la vita notturna nei panni di Paperinik. I nipotini, pur senza conoscerla, decidono di aiutare lo zio a riprendersi, incaricandosi di portare a termine tutti i suoi impegni. Poche pagine, niente di memorabile, ma un momento di autoconsapevolezza dell’assurdo delle nostre assonnate vite tenute su a colpi di caffè. I disegni di Franzò, sia detto senza offesa, registrano un calo rispetto a prove precedenti, che avevano incuriosito molto chi scrive: mancanza di sonno? No, non scherziamoci.

Nel vivo della contesa

Si prosegue con il redivivo Tito Faraci e il suo fuoco di fila di battute, battutine e battutacce (ma come già detto in questa sede, stiamo assistendo a un rinascimento umoristico dell’autore). Ai disegni di Paperino e Paperoga Space Team – Una piccola incomprensione Marco Mazzarello.

Chiude il numero Zio Paperone e la giocodenarite contesa, di Vito Stabile e Francesco Guerrini, che si basa su uno spunto molto simpatico: una riedizione del torneo monetario fra Paperone e Famedoro, ma in cui la competizione deve mettere in campo la capacità dei due di giocare con il denaro, anziché la quantità di denaro posseduto. La messa in pratica dello spunto magari non è trascendente, ma i disegni di Guerrini, al di là di qualche volto un po’ contratto, rendono l’esperienza di lettura positiva come sempre. Questo raffinato e non abbastanza celebrato disegnatore ha la capacità di dare ai personaggi quella marcia in più in termini sia di espressioni che di inquadramento nella tavola, e ci auguriamo di vederlo al lavoro ancora per tanto tempo e in storie importanti.



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Autore dell'articolo: Guglielmo Nocera

Oggi espatriato nel paese di Astérix, mi sono formato su I Grandi Classici Disney, che acquisto tuttora, e Topolino Story prima serie. Venero la scuola Disney classica, dagli ineguagliabili vertici come Carl Barks e Guido Martina ai suoi meandri più riposti come Attilio Mazzanti e Roberto Catalano (l'inventore della macchina talassaurigena). Dallo sconfinato affetto per le storie di Casty sin dagli esordi (quando lo confondevo con Giorgio Pezzin) deriva il mio antico nome d'arte, Dominatore delle Nuvole. Scarso fan della rete, resto però affezionato al mondo del Papersera, nella convinzione che la distinzione tra esegesi e nerdismo sia salutare e perseguibile. Attendo sempre con imperterrita fiducia la nomina di Andrea Fanton a senatore a vita.

Autore dell'articolo: Matteo Aiosa

Innamorato del fumetto Disney da quando ero bambino, l’avvicinamento con la splendida community del Papersera e specialmente col forum (nel quale sono famigerato con il nickname “Grande Tiranno”, in omaggio a una divertentissima bilogia di Leoni/Negrin) mi ha permesso di allargare i miei orizzonti in materia. Studente “classicista”, musicante in formazione e cinefilo a tempo perso, sono per ragioni anagrafiche un Pker dell’ultima ora. Accusato (a torto?) di essere un disneyano ossessivo e ossessionato, non è escluso che in futuro possa diventare un romito ciminiano, circondato da montagne di albi. Non posso che concludere così questa presentazione: Ciao! Il Grande Tiranno

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