Minni & company e altre testate femminili

14 LUG 2024

Introduzione

Gli anni 90 sono stati per il fumetto disneyano italiano un periodo di gran fermento. Il passaggio di editore da Mondadori a Disney Italia, avvenuto nel 1988, portò una lunga serie di cambiamenti, tra cui l’intenzione di aumentare la presenza disneyana in edicola, moltiplicando le testate. L’intenzione era quella di coprire diversi bacini di pubblico, andando oltre i meri contenitori di ristampe come I Grandi Classici Disney o I Classici Disney. Per cui, dopo il rilancio di Zio Paperone per i collezionisti e il lancio di Topomistery per un pubblico appassionato di gialli e storie thriller, risultò perfettamente sensato creare una testata rivolta al pubblico femminile: Minni & company.

Storia

Minni & Company

Immagine promozionale per i primi numeri, che si ricollegava ai teaser che pubblichiamo nella galleria in fondo all’articolo.

Nel giugno del 1993 sbarcò in edicola il primo numero di Minni & company (da ora in poi Minni). Vale la pena notare come, nell’aprile 1993 era stata aperta la testata dedicata a Paperinik, pensata prevalentemente per un pubblico maschile.

Dietro Minni c’era una potente squadra al femminile, tra cui ricordiamo Elisabetta Gnone (futura cocreatrice di W.i.t.c.h.) ed Elisa Penna (che si impegnerà poi molto per la testata dedicata alla natura delle Giovani Marmotte). La pubblicazione (mensile, di formato 13,6 x 20,8 cm, 196 pagine, dal costo di 3500 Lire) risultò diversa dalle altre, dato che la copertina presentava una cornice ricolma di stelline argentate e la stessa argentatura veniva usata all’interno per alcuni effetti colorati delle storie. Questo effetto si chiama pentacromia: oltre ai quattro colori classici della quadricromia (ciano, magenta, giallo e nero), venne aggiunto un quinto colore brillante (in alcuni albi oro, in altri argento).

Inoltre la prima e la quarta di copertina presentavano delle alette segnalibro, decorate con immagini di Minni o Paperina (i soggetti principali delle copertine). Si trattava, anche in questo caso, di un unicum nel panorama editoriale disneyano.

A rendere ancor più preziosa la testata fu la scelta di proporre solo ed esclusivamente storie inedite italiane. In parte ciò si era rivelato necessario per assolvere la missione della pubblicazione: rivolgersi ad un pubblico femminile. In quegli anni si pensava che per catturare l’attenzione delle bambine dai sei ai dieci anni fosse necessario proporre storie con personaggi affini. Dato che, storicamente, il fumetto Disney non ha mai particolarmente valorizzato i personaggi femminili (con l’eccezione, pur non sempre memorabile, della serie Dal diario di Paperina), era dunque inevitabile mettere in cantiere una numerosa produzione di storie nuove.

Gli autori coinvolti furono soprattutto le nuove penne e matite appena uscite dall’Accademia Disney che, sotto la guida di Giovan Battista Carpi, aveva tirato su una nuova generazione di autori. La nuova testata si prestava dunque come ideale palestra per giovani artisti, ma non era sempre vero. Probabilmente alcune storie pensate per Topolino furono poi dirottate su Minni. Già nel primo numero abbiamo Paperino Agente Segreto Preistorico – Operazione Archimede, terzo episodio di una serie sceneggiata da François Corteggiani e iniziata sul settimanale. Si trattava però di una scelta coerente, dato che la disegnatrice era Silvia Ziche, all’epoca una delle poche autrici in forza al fumetto disney, che venne subito celebrata con un’intervista (fatto non certo comune per le testata di quegli anni).

Minni & Company

Immagine promozionale in cui si sottolineava come si volesse rivolgere all’altro genere.

Lo sforzo fu davvero immane. In otto anni vennero prodotte circa 350 storie, diventando, ad oggi, la testata con il maggior numero di inedite realizzate durante il periodo di Disney Italia. Per collegarsi con il pubblico, le protagoniste erano quasi sempre femminili, come Minni e Paperina, ovviamente, e tutte le loro amiche e “nemiche”: Clarabella, Nonna Papera, Trudy, Brigitta, Amelia e via dicendo.

Tra gli sceneggiatori principali abbiamo Bruno Concina, Nino Russo, Caterina Mognato, Claudia Salvatori, Carlo Panaro, François Corteggiani, Diego Fasano e altri, mentre tra i disegnatori abbiamo Corrado Mastantuono, Giuseppe Zironi, Andrea Ferraris, Roberto Vian, Paolo Mottura, Maria Luisa Uggetti, Alessandro Perina, Silvia Ziche e Giorgio Cavazzano.

La testata fu uno spazio ideale per ospitare serie e personaggi creati ad hoc, con una loro continuity. Sicuramente la più rilevante fu Gli anni muggenti di Clarabella, serie creata in Francia da Philippe Gasc e con l’iniziale apporto grafico di Cavazzano, per il formato a quattro strisce per pagina. Ambientata negli anni Trenta del secolo scorso, tra gangsterismo e delinquenza, vediamo Clarabella fare la giornalista accompagnata da Orazio in scenari che vogliono essere più duri e realistici (un’idea che verrà replicata con maggior forza in MMMM). Corteggiani la proseguirà proprio su Minni, con il classico formato italiano a tre strisce.

Immagine promozionale tipicamente anni 90.

Altre serie potevano essere la declinazione “topesca” di argomenti già toccati su Topolino in altri modi. Ad esempio, Le antenate di Minni ha parecchi punti di coincidenza con Dai diari delle antenate, mentre le Leggende del sole e della luna scritte da Diego Fasano sono chiaramente debitrici dei Racconti attorno al fuoco di Rodolfo Cimino. Proprio questi ultimi, considerati adatti al pubblico femminile, furono dirottati dal settimanale a Minni, per poi vedere una modifica con il passaggio da Nonna Papera ad un boscaiolo amico di Minni con la creazione di una seconda serie, ovvero Minni e i racconti del boscaiolo.

Inoltre, alcune tematiche classiche come le caotiche e buffe vicende del Papersera presero una piega femminile del tutto in linea con i presupposti scanzonati della serie, grazie alle sceneggiature di Nino Russo, con Paperino e Paperoga costretti per conservare il posto ad assumere identita femminili, con tutte le conseguenze del caso, in Cronaca sui tacchi a spillo.

Russo realizzò anche una serie sul paranormale (con i disegni di Alessia Martusciello), oltre ad un paio di serie brevissime, ideali per approfondire il mondo di Nonna Papera, e ci fu sempre lui dietro la prima apparizione del nuovo Gran Mogol in Paperina e il cucciolo imprintato nell’ottobre 1993 e quella di Alvin in Alvin e la vittoria ovale. Le storie delle Giovanni Marmotte saranno sporadiche ma continue in Minni fino al 1998, coordinandosi con la nascita della testata a loro dedicata.

Immagine promozionale per il primo cambio di testata a numerazione invariata: Minni Mag.

La testata fu l’ideale palco di scena per personaggi minori, come Nocciola, con storie anche da sola, oppure per il ritorno della coppia Amelia – Maga Magò e di Ely Emy Evy, personaggi mai particolarmente usati dagli autori italiani. Ma si rivelò anche uno spazio per lanciare personaggi nuovi, come Dorina, gemella astrale di Minni inventata dal solito Russo e disegnata da Mottura (tranne l’ultima storia, da Martusciello). E sempre di Russo erano Tiny e Lily, due “nuove” nipoti di Minni (fornite anche di fidanzati), ideali per parlare di argomenti affini all’adolescenza. Giustina Porcelli inventò invece Tebel, “maga” e astrologa amica di Minni e ideale lasciapassare per tematiche new-age molto in voga negli anni 90.

Non mancarono storie piuttosto forzate, in cui i buoni sentimenti o gli spunti di partenza resero la vicenda dolciastra fino ad essere assurda. Spesso infatti comparvero gatti, presupposti zoppicanti oppure tematiche generalmente evitate, come la maternità, vennero trattate in modo non esattamente brillante. A compensare ci furono fortunatamente storie come I 7 nani e la regina delle nevi oppure una gradevole serie di autoconclusive di Zironi da autore completo (una delle sue prime prove).

La testata risultò sempre piuttosto coerente, proponendo un ampio apparato redazionale dedicato a giochi (anche a fumetti), test, articoli e approfondimenti sul mondo femminile. La presenza di inedite fu sempre rilevante, proponendo anche, di tanto in tanto, alcune ristampe, come La carica dei 101 o Paperino e il ritorno di Reginella o un racconto intorno al fuoco, oppure la particolare vicenda di Codino cavallo marino. Si trattò comunque di occasioni piuttosto rare, forse dettate dalla necessità di sopperire a ritardi delle storie inedite.

Immagine promozionale per il secondo cambio di testata con nuova numerazione: Minni Amica del Cuore.

La testata propose anche gadget in regalo, come il profumo di Minni o le carte magiche dell’I-King, forse anche per giustificare l’aumento di prezzo a 3800 Lire avvenuto con il n. 19 del dicembre 1994 (per poi passare a 4000 Lire con il n. 31 del dicembre 1995, a 4300 Lire con il n. 51 dell’agosto 1997, a 4500 Lire con il n. 75 dell’agosto 1999).

Il n. 61 del giugno 1998 celebrò i cinque anni della testata, regalando un ciondolo di puro argento. Un modo pregevole di festeggiare la lunga vita di un progetto ricco di spunti. Dal punto di vista delle copertine, il layout restò inalterato fino al n. 76 del settembre 1999, con l’arrivo degli strilli a partire dal n. 52 del settembre 1997. I copertinisti furono parecchi e alcuni ancora anonimi. Meritano di essere segnalati Mastantuono, Maria Claudia Di Genova e Paolo Campinoti (oltre a Cavazzano). I soggetti erano quasi sempre riferiti alla stagione in cui apparve il numero, senza particolari picchi (a parte le interessanti celebrazioni di Pocahontas e dei cinque anni dall’inaugurazione di Disneyland Paris collegati all’uscita nei cinema de Il Gobbo di Notre Dame).

Il n. 77 dell’ottobre 1999 chiuse la fase di Minni. Si trattò infatti di un numero composto solo da ristampe delle precedenti storie inedite, senza redazionali, una scelta simile a quella delle Giovani Marmotte. E con il n. 78 la testata proseguì la numerazione, diventando Minni Mag (formato 14,5 x 20,7 cm, 132 pagine, 4500 Lire o 2.32€).

Nei fatti, al netto del cambio di titolo e di un sostanzioso taglio delle pagine (da 196 a 132), il resto rimase inalterato. Davide Cesarello risultò il copertinista semi-ufficiale, alternandosi con Alessandro Barbucci e Fabrizio Petrossi, con copertine in cui strilli e personaggi sportivi o musicali prendono la scena, cercando di rendere la testata più vicina ad una rivista glamour.

Rapidamente le rubriche vengono spazzate via, per approdare ad un rassicurante, ed economico, tutto fumetto.

Da un punto di vista delle storie a fumetti, le inedite si ridussero, con sommari in cui vennero ristampate alcune storie di Minni (circa una per numero). Vennero proposte anche storie a fumetti con personaggi televisivi disney come Pepper Ann, nuove serie come Mai dire Quack (una trama di spionaggio con Paperina), Pluto detective a 4 zampe (sceneggiata da Mognato) e Minni e gli happy days (giovinezza dei personaggi al college). Non mancò anche una strana storia su Britney Spears, che rende l’idea della varietà dell’offerta.

La testata chiuse definitivamente con il n. 94 del marzo 2001 (la ristampa del tempo delle mele nel numero precedente era forse la spia di una certa difficoltà). Ma il progetto non finisce qui, perchè Minni Amica del Cuore sbarca in edicola il mese successivo, ripartendo dal n. 1 (formato 14 x 21 cm, 132 pagine, 4500 Lire o 2,32 €).

Il cambio di testata e l’azzeramento della numerazione, nei fatti, non modificò l’approccio. La testata continuò a proporre inedite, che proseguivano i filoni precedentemente iniziati, e articoli di carattere generico, ben presenti fin dalla copertina. Anche le ristampe da Minni vennero mantenute. Questa linea venne seguita per sette numeri (con Davide Cesarello come copertinista fisso).

Il n. 8 del novembre 2001 cambiò i giochi una volta per tutte. Il layout di copertina cambia e sfoggia, orgogliosamente, la scritta “TUTTOFUMETTO”. Infatti, le rubriche scomparirono (al netto di alcuni test che spariranno comunque nei numeri successivi), lasciando spazio solo alle storie a fumetti, tra inedite e ristampe di Minni. Questo cambio ricompensò comunque il lettore, dato che la testata lievitò da 132 a 228 pagine, con una diminuzione del prezzo a 4000 Lire o 2,07 € (con piccolo ritocco a 2,10 € con il n. 17 di agosto 2002, e poi a 2,20 € con il n. 29 di agosto 2003 ).

Immagine promozionale per la longeva Pocket Love.

La testata, insomma, si arrese all’idea di fare un magazine al femminile, e mantenne solo l’aspetto fumettistico, con le inedite presenti ma ormai in minoranza rispetto alle ristampe. Si trattò di una media di tre storie inedite, tra cui ricordiamo una serie di brevi dedicate ai segni zodiacali (solo cinque su dodici), sceneggiata da Caterina Mognato e disegnate da Marco Mazzarello. La copertina (disegnata prima da Paolo Campinoti e poi da Gianluca Panniello) mostra il cambiamento, dato che gioca con Minni che compie varie attività con oggetti o abiti che hanno come sfondo tavole a fumetti.

A questo punto la testata non ebbe più molto da dire dato che, nei fatti, ristampò sè stessa, in modo non diverso da Paperino Mese o Disney Big. Con il n. 36 del marzo 2004, la testata diventò bimestrale, e il n. 40 presentò l’ultima storia inedita. Non ci furono altri eventi rilevanti nella pubblicazione (a parte l’ultimo aumento di prezzo a 2,50 € con il n. 46 di novembre 2005), che chiuse con il n. 63 del settembre 2008. Dal sommario si vede come tutte le storie fossero alla seconda ristampa su Minni Amica del Cuore, mostrando una ben scarsa varietà.

Le tematiche romantiche dovevano avere comunque un certo successo, perchè la stessa Disney Italia aveva creato, nell’aprile 2006, Pocket Love – L’amore in tasca (da qui in poi PL, bimestrale, formato 12,4 x 18,6cm, 228 pagine, 2,50 €), preceduto nel febbraio 2006 da un vattelapesca a tema sentimentale. Si trattava di una rivista che, dal nome stesso, puntava sul formato piccolo e maneggevole per ristampare storie romantiche. La fonte principale erano le storie di Topolino e da Mega, insieme ovviamente a quelle di Minni e di Minni Amica del Cuore (specie verso la fine della testata). Nei fatti, propose molto più materiale rispetto alla testata della storica fidanzata di Topolino, che infatti esce di scena dall’edicola.

La forza della testata aveva prodotto gadget, raccolte, calendari e perfino la versione enigmistica.

PL venne diretta per i primi sette numeri da Valentina De Poli, per poi passare a Veronica Di Lisio. La testata risultò piuttosto povera, dato che anche le copertine erano dei ricicli da materiale realizzato a scopi di merchandising, con Paperina, Minni e alcune volte i loro fidanzati.

Non abbiamo molto da raccontare molto su questa testata. Risultò comunque un buon successo, dato che durò ben 74 numeri fino a luglio 2018 (questo era l’ultimo topic sul forum), con ben pochi cambiamenti (il prezzo variò dai 2,60 € dell’agosto 2008 ai 2,70 € ad agosto 2012 fino ai 3 € del maggio 2018, con una diminuzione di foliazione a 196 pagine nel dicembre 2009). PL nei fatti era terminata a novembre 2018 con il n. 71. Il suo ritorno con gli ultimi tre numeri, mensili, tra maggio e luglio 2018 mostrarono la strada che la redazione decise di seguire per una pubblicazione dal target femminile. L’idea era quella di presidiare il pubblico estivo, che passa le vacanze al mare e si distrae con testate senza troppe pretese. Lo stesso approccio venne seguito per il pubblico cui piacciono i gialli e il thriller, varando prima Topomystery e poi Topolino in giallo.

Nell’estate 2019 arriva dunque in edicola Disney Love (nome ripreso da tre vattelapesca usciti nel maggio del 1995, 1996 e 1997), preceduta da un numero per San Valentino. La testata (12.5 x 18.5 cm fino al quarto numero, per poi passare a 14 x 18.5 cm, 148 pagine tranne il primo numero da 196, e un prezzo dai 3,50 € fino ai 4,90 € attuali) è un semplice contenitore (peraltro inserita a partire dal quinto numero nella pubblicazione casuale di Disney Mix), che prosegue l’approccio di PL, pubblicando soprattutto storie di Minni.

Vale la pena di citare anche Minnie & Daisy, un progetto internazionale varato nel 2012. Si tratta di una serie di storie in cui si racconta l’adolescenza di Minni e Paperina, ambientata ai giorni nostri. Un’altra iniziativa internazionale è Minnie & Daisy Spy Power del 2020, in cui le due eroine si ritrovano invischiate in affari di spionaggio.

Conclusioni

Dopo oltre trent’anni non possiamo certo dire che le storie siano invecchiate molto bene. Alcune risultano piuttosto discutibili nei soggetti e nell’approccio ma, di certo, si trattava di materiale diverso rispetto a quello che veniva pubblicato sul settimanale.

Dal 2004 non vengono più prodotte storie con un target femminile in mente. Si tratta di una scelta sicuramente sensata dato che, in certi casi, i risultati erano piuttosto avvilenti. L’approccio comunque continua evidentemente ad avere un certo seguito, con continue ristampe e tentativi di presidiare l’edicola ammiccando alle tematiche sentimentali.

Minni ha sicuramente avuto un certo seguito, perchè Francia, Grecia e Finlandia (con Paperina come titolare di testata) hanno visto negli scorsi anni Novanta esperimenti simili. Le storie migliori furono anche raccolte nella mini – collana in quattro numeri Storie col fiocco, e la collana ebbe anche una ristampa che ne raccoglieva i resi, oltre ad una rivista di enigmistica di ben 73 numeri.

La produzione di Minni, pur con alti e bassi, propose alcune storie valide, e speriamo che queste possano venire pubblicate anche in testate più generiche e non necessariamente limitate al target sentimentale. Se la storia è bella, andrebbe valorizzata il più possibile, raggiungendo il pubblico più ampio.

Visualizza le informazioni relative a Minni & Company sull’INDUCKS

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Le nostre recensioni

NumeroVoto del recensoreVoto medioForumInducks
Pocket Love 6 44.0
Pocket Love 25 42.7
Pocket Love 44 21.8
Pocket Love 45 32.1
Pocket Love 50 33.8
Pocket Love 51 22.0

Qui di seguito proponiamo una lunga galleria di immagini promozionali relativa a M&C e alle sue varie incarnazioni, inclusi gadget, articoli, calendari e uscite speciali.

Autore dell'articolo: Amedeo Badini

Il fumetto è sempre stato una mia grande passione, sotto forma prima di un rassicurante Topolino a cadenza settimanale, per poi inoltrarsi nel terreno filologico-collezionistico. Questo aspetto critico mi ha permesso di apprezzare altri autori, da Alan Moore a Jeff Smith, e soprattutto di affinare la curiosità verso tutta la nona arte del fumetto. Disney è il mio primo campo, ma non disdegno sortite e passeggiate in territori vicini. Per il Papersera ho scritto più di 100 recensioni, oltre ad aver curato una parte degli articoli sulle testate disney del passato. Inoltre, ho realizzato il Don Rosa Compendium, un'analisi dettagliata di tutte le storie del grande autore del Kentucky. Scrivo di fumetto e di cinema anche per il settimanale Tempi, per Lo Spazio Bianco e per la Tana del Sollazzo.