Topolino 3615

11 MAR 2025
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Cinque anni nel veloce tempo dei media, che spesso fagocita personaggi e iniziative nell’arco di pochi mesi, non sono affatto pochi. Topolino 3615 festeggia quindi il compleanno di Ray, Vanessa e degli altri amici di Qui, Quo e Qua, proprio a cinque anni dal debutto, in questo e nel prossimo numero. La serie ha mischiato nel corso del tempo svariati argomenti: videogiochi, fumetti, collezionisimo puro, danza, teatro, scrittura, gioco di ruolo. E non ha parlato solo dei ragazzi, ma anche degli adulti, raccontando della nostalgia che, per alcuni, sembra non passare mai.

Insomma, un contenitore variegato e piuttosto versatile, dato che dietro ogni passione si muovono sentimenti piuttosto simili fra loro. In questo numero abbiamo quindi una storia lunga – Area 15 – Newstreet Park – e due tavole autoconclusive degli autori originali: Roberto Gagnor e Claudio Sciarrone. Queste ultime mostrano il lato fieramente nerd di Area 15, mentre la prima, firmata da Marco Nucci e Mattia Surroz, riflette su quello che le passioni possono fare: scatenare ricordi per salvarne altri.

Nostalgia come base per migliore il futuro

Il direttore ci informa che la storia si lega alla serie I misteri di Paperopoli, anche se ne manca l’insegna (invitiamo però gli indicizzatori di Inducks a tenere conto di questa eccezione). Infatti, la storia viene introdotta dal parco del titolo, che racconta i gloriosi anni di un fastoso passato e il presente decadente, caduto nel totale oblio. Si tratta di un concetto che potrebbe prestarsi a infinite metafore, soprattutto guardando al mondo che ci circonda, ma non approfondiremo. Ci basta in compenso sottolineare come l’entusiasmo, la voglia, la passione e l’azione di un gruppo di ragazzini sia sufficiente per portare nuovi risultati eccellenti.

Ecco, se Area 15 racconta qualcosa, è proprio questo: amare una forma d’arte per diffondere cultura, bellezza e trasformarla in un motore pulito di nuove e proficue energie, e non per vivacchiare in un mefitico immobilismo. Si tratta di un messaggio potente e non banale, e che andrebbe usato per sognare in grande, e non credere solo in un destino segnato di sconfitta. Per citare Bertrand Russell: «Solo gli ingenui non sapevano che l’impresa fosse impossibile, e per questo la fecero».

Siamo nel 1960?

La storia breve di Tito Faraci e Giuseppe FacciottoPluto… in Allarme – non risulta certo brillante e al livello di vecchie storie fulminanti che lo sceneggiatore lombardo aveva realizzato a cavallo del 2000 (e di cui avevamo parlato in occasione del Premio Papersera del 2012). Per quanto riguarda invece Orazio e l’ingaggio di Nequizia, di Pier Giuseppe Giunta e Valerio Held, sono rimasto un po’ interdetto. Mi ha ricordato alcune storielle di Super Pippo degli anni Sessanta, in cui improbabili scienziati pazzi avevano piani assurdi per conquistare qualcosa. Sono divertenti le interazioni tra Orazio e i banditi, ma alcuni passaggi “eroici” risultano decisamente poco credibili.

Infine, arriviamo al terzo e ultimo atto de Le Maschere. L’opera unica di Andrea Malgeri, a parte i colori di Manuel Giarolli, risulta decisamente riuscita. L’autore parte dalla tradizione italiana della commedia dell’arte per scrivere una storia di riscatto sociale e contro i soprusi e le ingiustizie. Si tratta di nuovo di un messaggio importante, che non prevede la sottomissione ma una costante e continua critica a chi vorrebbe controllare la nostra vita. A volte rischia un eccesso di retorica, compensato però da un uso brillante dei dialoghi e di tutti i personaggi coinvolti, a partire dal Doge.

Musica e giustizia insieme: perfetto!

Personalmente, ho apprezzato molto l’uso delle rime, che si fanno spesso canzoni vere e proprie. Non posso non vedere un omaggio ai musical Disney – la storia si apre con un happy village song, come La bella e la bestia – e la parte finale in cui l’intera Venezia partecipa alla riscossa mi ha ricordato il coinvolgente reprise musicale di Wish. I duelli con la spada hanno un certo richiamo a Gianni De Luca e le caratterizzazioni grafiche dei personaggi sono efficaci nella loro semplicità. Una storia di non facile realizzazione, ma che Malgeri completa con cura e grande qualità, dimostrandosi un nome da tenere d’occhio.

Il numero propone poi la seconda parte su come disegnare Eta Beta con Casty e un’intervista a Bertani, Gagnor e Sciarrone. Grazie alle due storie principali, si tratta di una valida lettura, niente affatto banale e ben curata. La prossima settimana avremo un altro cross-over tra l’Area 15 e il Papersera, condotto come sempre da Corrado Mastantuono.



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Autore dell'articolo: Amedeo Badini

Il fumetto è sempre stato una mia grande passione, sotto forma prima di un rassicurante Topolino a cadenza settimanale, per poi inoltrarsi nel terreno filologico-collezionistico. Questo aspetto critico mi ha permesso di apprezzare altri autori, da Alan Moore a Jeff Smith, e soprattutto di affinare la curiosità verso tutta la nona arte del fumetto. Disney è il mio primo campo, ma non disdegno sortite e passeggiate in territori vicini. Per il Papersera ho scritto più di 100 recensioni, oltre ad aver curato una parte degli articoli sulle testate disney del passato. Inoltre, ho realizzato il Don Rosa Compendium, un'analisi dettagliata di tutte le storie del grande autore del Kentucky. Scrivo di fumetto e di cinema anche per il settimanale Tempi, per Lo Spazio Bianco e per la Tana del Sollazzo.