Topolino 3420
Con il numero 3420 comincia ufficialmente l’estate di Topolino: al suo interno hanno infatti inizio le due saghe che ci terranno compagnia per le prime settimane delle vacanze, Musicalisota e Calisota Summer Cup. In queste storie accompagneremo i nipotini di Paperino alle prese con le loro grandi passioni, che probabilmente condividono con gran parte dei lettori più giovani – lo sport per Qui e Quo, la musica per Qua -, in due avventure di grande respiro che avvengono in parallelo tra loro.
Apre l’albo il primo episodio di Musicalisota, Ciuuuf! Ciuuuf!, con i testi di Giorgio Salati e i disegni di Nico Picone. Ritroviamo Qua e gli altri componenti della sua band, I Rintronati, dove li avevamo lasciati in Topolino 3406, in procinto di iniziare il loro primo tour musicale. Per l’occasione decidono anche di cambiare il nome del gruppo, dopo aver lasciato tempo fa ai lettori il compito di scegliere tra alcune proposte in un sondaggio che ha visto trionfare il nome “Bumpers”. Ciascun episodio sarà dunque dedicato a una diversa tappa dei Bumpers, partendo da Moosburg per arrivare al gran finale, tra quattro settimane, nella stessa Paperopoli.
L’idea è accattivante, tocca un tema caro a tanti giovani (e meno giovani!) raccontando una vicenda che si presta in maniera naturale alla suddivisione a puntate. L’esecuzione, almeno nella partenza, lascia però per ora un pochino perplessi. La prima parte, come è naturale aspettarsi, si concentra sull’introduzione generale della vicenda, ma la narrazione è ulteriormente rallentata da una particolare attenzione a dettagli organizzativi circa la preparazione di un tour musicale, che testimonia l’amore di Salati per l’argomento ma non giova alla lettura, e da un eccessivo focus sui sentimenti e sulle emozioni dei ragazzi, tema probabilmente caro ai giovani lettori, che possono così identificarsi con facilità nei protagonisti, ma che rischia di diventare presto stucchevole.
Una partenza in salita per la prima tappa del tour
La seconda parte si concentra invece sulle avventure (e disavventure) della prima tappa e in particolare sulla temibile ansia da palcoscenico, sensazione che a tanti sarà capitato di provare almeno una volta nella vita. Condensata nelle poche pagine che restano, però, la storia si trova a presentare situazioni e soluzioni in maniera un poco infantile, lasciando un po’ l’amaro in bocca a lettura ultimata. Si tratta dunque di un primo episodio allo stesso tempo lento nella prima parte e affrettato nella conclusione che non riesce a convincere tanto quanto l’idea di base farebbe immaginare. Tuttavia è anche solo la prima parte di un lungo viaggio e i prossimi episodi, alleggeriti dalla necessità di fornire un’introduzione e una cornice generale, avranno forse maggiore occasione di brillare.
Un certo Signor Hoppins è l’episodio che apre invece la Calisota Summer Cup. In questo caso seguiamo i due fratelli rimasti a Paperopoli mentre continuano la carriera calcistica iniziata l’anno scorso ne Il torneo delle Cento Porte. Marco Nucci si pone in stretta continuità con la sua stessa saga, e la prima metà della storia costituisce un lungo riassunto delle puntate precedenti e degli eventi immediatamente a seguire, tutti affidati a una voce esterna narrante rinchiusa in una serie di didascalie. Sembra la ricetta per un disastroso e lentissimo inizio, ma Nucci riesce a destreggiarsi con abilità all’interno dell’espediente narrativo e, grazie anche a ottime battute racchiuse nelle singole vignette, le pagine introduttive diventano fresche e divertenti, scorrendo con leggerezza.
E così, dopo un preambolo, un prologo e un riassunto, entriamo nel vivo della vicenda. L’idea di base è simile a quella di Musicalisota, dal momento che anche in questa circostanza si tratta del racconto di un evento che naturalmente si presta alla suddivisione a puntate, ma questa volta al posto del tour musicale e delle sue tappe abbiamo un torneo calcistico con i suoi gironi, in cui le squadre giovanili delle otto principali città del Calisota si sfidano per la vittoria dell’agognata coppa. Questo primo episodio serve solamente a fornire un contesto generale e a portare le pedine sulla scacchiera. Si entrerà nel vivo solo la prossima settimana con gli ottavi di finale.
Nonostante questo, riesce a coinvolgere con successo il lettore e a stupirlo con un inaspettato colpo di scena, che porterà Qui, Quo e i loro amici ad abbandonare il Paperopoli e a rifondare il 313 FC, conosciuto in occasione del Torneo delle Cento Porte e scioltosi immediatamente al termine della competizione. I dinamici disegni di Stefano Intini si sposano alla perfezione con una sceneggiatura che riesce a essere dinamica nonostante sia solo introduttiva, regalando un’ottima esperienza di lettura che sa appassionare anche chi non ha un forte interesse sportivo.
Lo Scarabeo Mascherato, una nuova minaccia per Paperinik
È un po’ sottotono invece la conclusione di Paperinik e la minaccia dal passato, che tira le fila della vicenda iniziata nel numero scorso e che vede il protagonista scontrarsi con lo Scarabeo Mascherato. Da un lato resta interessante rivedere una lettura supereroistica di Paperinik all’interno del suo reboot da diabolico vendicatore operato da Marco Gervasio, incentrato su una versione del papero mascherato in stretta continuity con le storie originali di Guido Martina.
In questa circostanza, tuttavia, Riccardo Pesce non riesce a convincere del tutto, con una risoluzione un po’ affrettata e certe confessioni un po’ troppo facili. Nonostante ciò, l’idea di affiancare al vendicatore di Gervasio opere di altri autori che, seppur in linea con il resto della produzione attuale, mostrino letture diverse di Paperinik è senza dubbio ottima e da perseguire, e la storia in questione è nel suo complesso gradevole. Da questo personaggio, con il piano di rilancio che si ha al momento, è forse però lecito aspettarsi di più.
Chiude il numero Paperino e la giornata memorabile, egmontiana inedita in Italia, con i testi di Pat e Carol McGreal e i disegni di Giorgio Cavazzano. È una storia di qualità medio-alta se paragonata alla media della produzione danese, ma che genera nel lettore abituato al gusto italiano le perplessità che derivano dal diverso tipo di narrazione, molto più legato all’assurdo e al fantastico, e a una caratterizzazione lievemente diversa dei personaggi.
Si tratta di una storia celebrativa per il compleanno di Paperino, che in qualche modo ripropone l’idea di Marco Rota in Buon Compleanno Paperino o di Vic Lockman in Questa è la tua vita Paperino, usando il pretesto di un’intervista per dare la possibilità al festeggiato di raccontare episodi del suo passato. Il colloquio avviene in questo caso all’interno di un programma televisivo ed è agevolato da un’invenzione di Archimede che permette ai ricordi di materializzarsi, già introdotta in un’avventura precedente, Paperino e le scuse più difficili, che può essere recuperata dal lettore interessato su Paperino 492.
Impreziosisce la lettura la riproposizione di svariate scene barksiane a opera di Cavazzano: sono perfettamente riconoscibili citazioni a Paperino e il pesce-aquilone, Paperino e la cavalleria, Paperino, Zio Paperone e il ventino fatale, alle quali si affianca un riferimento alla breve di Vicar e dello stesso Pat McGreal Paperino e il maltempo. Un espediente, quello della mimesi dello stile di Barks, che lo stesso Cavazzano aveva già egregiamente utilizzato in Zio Paperone e l’Uomo dei Paperi nel 1992.
Il numero di Topolino di questa settimana non spicca in maniera particolare anche perché il suo piatto forte, l’inizio delle due saghe estive, si limita solo alla loro presentazione. Sono però storie con un’idea di base solida che portano avanti in modo interessante il concetto di continuity della Direzione Bertani, essendoci sia rimandi tra le due avventure che avvengono in contemporanea sia alle saghe del recente passato. Attendiamo dunque con fiducia gli sviluppi nelle prossime settimane, pronti a tifare per il 313 FC nella Calisota Summer Cup e dare il nostro sostegno ai Bumpers nel loro tour.