Topolino 2826
Numero che ha ricevuto la mia attenzione grazie alla prima parte della nuova storia di Tito Faraci, si è rivelato un buonissimo contenitore di storie molto valide.
Iniziando proprio da Cronache del Regno dei Due Laghi, Capitolo Primo ?” Il Nemico si Avvicina (Faraci, Ziche), posso sicuramente dire, con tranquillità, che è la storia migliore dell’albo, pur essendo quasi solo un prologo dell’azione vera, che si svilupperà nelle prossime due puntate. In un’atmosfera mediaval-fantasy abbiamo un Topolino in splendida forma, a cui finalmente è ridato smalto e viene utilizzato al meglio, un Topolino che non ricerca il successo ma che anzi sogna solo la tranquillità che lo liberi dagli impegni derivati dal potere. Il tutto condito da gag e battute del miglior Faraci, tese a situazioni improbabili (la muffa canterina) e a prendere di mira il buon Manetta (fenomenale la scena della scritta sul muro). Una perla di storia, dove il ritmo e i tempi comici sono sempre al punto giusto, dove tutto è magistralmente costruito per preparare al cuore dell’avventura e dove perfino il finale è a regola d’arte, e promette faville. Il comparto grafico poi non è da meno, con una Ziche che dà il meglio di sé nelle tavole, nelle espressioni di Topolino, nell’ambientazione e nei personaggi in genere.
E subito dopo c’è la seconda storia migliore del numero. I Bassotti e la conquista della toga d’oro (Gagnor, Della Santa) è veramente un gioiellino, l’utilizzo dei Bassotti è quanto di più calzante abbia visto coi personaggi da molto tempo. Le prime tavole sono geniali, tutta l’idea della città della legge è, se non originale, tratteggiata con senso del divertito e della leggerezza. Una storia che non rinuncia a nessuno degli ingredienti necessari a realizzare una bella narrazione.
Zio Paperone, Rockerduck e la cura della torre (Cimino, Amendola) delude un po’, presentando una trama che sa di già visto e non solo nella storica produzione di Cimino stesso. Il quale è comunque sempre abile nel raccontare i sentimenti e le ambizioni di Paperone, e che corona la storia da un’idea comunque abbastanza buona (la capocciate) e non priva di una bella morale. Lo spassoso finale “poetico”, poi, rialza il livello generale, che tende ad essere affossato da un Amendola per me irriconoscibile per quanto siano IMHO inferiori ad alcuni anni fa i suoi disegni.
Sarà capitato anche a voi – In Ascensore (Macchetto, Held) è divertentissima. In genere queste brevi, se scritte dalle persone giuste, possono dare tanto in fatto di umorismo. Qui la situazione è svolta al meglio, mi ha molto divertito. I due Mariachi e l’oboe di Pipponso (Savini, Ferraris) riporta sulle pagine del Topo un “ciclo” di storie che avevo amato ai tempi. Topolino e Pippo nei panni di suonatori (i cosiddetti Mariachi, appunto) a Villa Fiorita mi aveva divertito molto in una delle creazioni che più mi facevano apprezzare il Savini. E’ bellissimo vedere Topolino in un ruolo meno forzatamente “serioso” che ini molte altre avventure, come capitava nei Mercoledì di Pippo di Salvagnini e come capita nel ciclo dei Mariachi.
Infine spendo due parole per il Che Aria Tira a… Paperopoli, in cui la Ziche dà voce a quello che da sempre penso io e alla rivincita morale di Paperino. E per il Reportage a Fumetti, in cui viene intervistato uno dei mie cantanti italiani preferiti, Samuele Bersani, in modo originale e sensato.
Un numero molto buono, almeno per me, con la “rinascita” di Topolino e dei Bassotti ad opera di bravissimi autori quali Faraci, Gagnor e Savini.