Topolino 3009

24 LUG 2013
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Non lascia il segno il 3009, la calura estiva sembra essersi trasferita anche alle storie che si trascinano un po’ stancamente, quasi senza fiato.
Si conclude Paperinik sull’oceano scombinato, e arrivati alla fine la storia mostra tutta la sua fragilità dovuta all’essere legata al gadget: dopo tre puntate in cui pur tra alti e bassi, l’interesse si era mantenuto, in questo episodio conclusivo si scopre l’esile motivazione che ha mosso Spennacchiotto per tutto questo tempo.

Poteva essere un occasione per riscattare e riscrivere un po’ la figura di questo rapace che si definisce geniale senza mai dimostrarlo davvero e invece ancora una volta si dimostra un villain di caratura limitata.

Il segreto dell’atollo è il nuovo episodio di “Zio Paperone e i tesori del grande blu”, scritta da Nigro e disegnata da Held. Come le precedenti manca di un qualcosa che la faccia decollare, che la renda quanto meno degna dell’evocativo titolo della serie. Curiosa l’apparizione dei Menehunes: l’omaggio alla classica avventura di Barks sembra evidente, difficile pensare ad una coincidenza, anche il finale è praticamente identico, ma in tal caso perché mostrare un Paperone che non ne ha mai sentito parlare?

Le due riempitive del numero sono entrambe opera di Mazzoleni ma risultano diametralmente opposte per qualità: la prima, disegnata da Luciano Milano, è davvero bruttina. Un Paperoga tratteggiato malissimo, semplicemente come un imbranato senza anima e in più con un coinvolgimento del tutto pretestuoso di Paperino.

La seconda, Paperino e la soluzione moltiplicante, vede il ritorno di Lara Molinari ai disegni ed è, nel suo piccolo, ben riuscita, assolvendo al compito che le viene chiesto.

La chiusura è affidata a Tip e Tap e il caso clamoroso del mondo silenzioso, illustrata con efficacia da Roberto Marini: la storia comincia come un mistery venato di atmosfere dark, ma dura poco. D’altra parte conoscendo Macchetto era lecito aspettarsi che si incanalasse su ben altri binari e in effetti ben presto ci si ritrova con una sua tipica vicenda un po’ metafisica. Nel complesso non è male, ma certo le premesse erano ben altre. Soprattutto a che scopo tirare in ballo in una storia così Macchia Nera che, unico appunto rivolto a Marini, viene anche ritratto in maniera caricaturale, quasi alla Cattivik?

Per chi ama spulciare anche gli spazi extra fumetto, solito interessante articolo sul mare come corollario dell’avventura di Paperinik, un bel servizio sul mondo Ferrari e una intervista dedicata a Benedetta Parodi in veste di scrittrice per l’infanzia, con la speranza che scriva meglio di come cucina.

Autore dell'articolo: Gianni Santarelli

Abruzzese, ingegnere elettronico riconvertito in quel che serve al momento. Il mio rapporto con i fumetti segue tutta la trafila: comincio a cinque anni con le buste risparmio della Bianconi (sovvenzionato da mia zia), poi Disney, i supereroi Corno, i Bonelli (praticamente tutti, anche se abbandonati man mano). Verso i 18 anni scopro le riviste della Comic Art, leggo "Stray toaster" di Sienkiewicz e inizio un giro del mondo fumettistico che ancora non termina. Fumetto franco-belga, argentino, americano, autori celebri e sconosciuti, tutto finisce nella mia biblioteca, molto aspetta ancora di essere letto, nel frattempo dilapido una fortuna. Su due cose sono profondamente ignorante: i supereroi "classici" (ad eccezione di Batman, per cui ho una venerazione, non leggo una storia dell'uomo ragno & c. dagli anni 80) e il fumetto giapponese. Per il Papersera, con il nick "piccolobush", collaboro all'annuale premio, scrivo qualche articolo quando necessario e mi occupo, con puntuale ritardo, del settimanale "Topolino"