Topolino 3617

24 MAR 2025
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Topolino 3617 si caratterizza per un taglio particolarmente didattico rispetto alla media del libretto. Personalmente, nel valutare i contenuti di un numero, pongo raramente attenzione agli articoli a corredo delle avventure: ma in questo caso, mi sento di fare i complimenti per l’ottimo connubio storie/approfondimenti, che ho trovato molto azzeccato.

La colorata copertina ci introduce ad un nuovo episodio della serie Circus, avviata nelle scorse settimane. Il circo Shadow prosegue il suo viaggio nelle zone più desolate d’America spostandosi questa volta nella poco ridente cittadina di New Golden City. Un paese sorto dalle ceneri della precedente e limitrofa Golden City, un esempio fumettistico di quello che sono state le mine towns all’epoca della frontiera americana, quando la corsa all’oro spingeva migliaia di cercatori verso un sogno di ricchezza che, però, era spesso destinato a rimanere disatteso e lasciava così morire rapidamente l’intero insediamento venutosi a creare.

Restano così le ghost towns, o città fantasma, alle quali è dedicato il primo redazionale del numero. Un articolo molto interessante che non si limita ad illustrare i tipici villaggi western abbandonati, ma che ci presenta anche alcune località italiane oggi disabitate, o prossime ad esserlo, per motivi diversi fra loro, ma che riescono ancora a richiamare la nostra attenzione.

Solo polvere e fantasmi

Tornando invece alla parte narrativa, Spettri a Golden City vede i personaggi conosciuti nelle scorse puntate chiamati ad affrontare varie situazioni di difficoltà: dalla desolazione e rassegnazione presenti nella cittadina raggiunta, alla mancanza di un luogo adeguato per proporre il loro spettacolo, dalla minaccia rappresentata da alcune voci “fantasma”, ad un pericolo ben più concreto che metterà a rischio la sopravvivenza stessa dei circensi. Giovanni Di Gregorio crea un’atmosfera misteriosa credibile senza eccedere nei colpi di scena, ben accompagnato alle matite da Ivan Bigarella, eccellente nella raffigurazione del paesaggio e capace di impreziosire il racconto con alcune tavole introspettive realizzate con uno stile “dipinto” che si rivela molto efficace nel mostrare le emozioni dei protagonisti, mettendo in pausa la trama principale.

Un automezzo dal fascino intramontabile

Rilanciata nelle scorse settimane, troviamo a seguire una nuova storia dedicata ad Area 15. Un’avventura per certi versi anomala rispetto al tipico svolgimento della serie, dal momento che In punta di Pennino vede protagonista, come dichiarato dal titolo, il nipote di Paperoga. Tuttavia, al centro della vicenda abbiamo una volta di più la forza trascinante delle passioni, la volontà travolgente del gruppo, il genuino entusiasmo della gioventù. Francesco Pelosi dimostra di sapere quindi padroneggiare gli elementi che hanno caratterizzato in questi cinque anni le giornate e le attività dei paperotti, inserendo in più un flashback dedicato al passato di Paperoga che, in tutta onestà, mi lascia un po’ perplesso, pur potendo riconoscere in fondo un collegamento con l’animo beat originale di questo personaggio nato negli anni Sessanta.

Interessante, in ogni caso, l’idea di aprire una finestra sulle biblioteche itineranti, un servizio offerto in molte città ma al quale forse viene riservata meno pubblicità di quanto sarebbe lecito aspettarsi. E molto puntuale è il redazionale collegato, che ci illustra la diversa applicazione di questa attività nelle varie parti del mondo, dove viene realizzata non solo attraverso pulmini e motocarri, ma anche via nave per raggiungere i luoghi più remoti e portare ai loro abitanti quegli importantissimi tesori che hanno forma di libri.

Citazioni pop

In Orazio, Clarabella e la serata a tema, Marco Bosco parte da un canovaccio ampiamente sfruttato – il personaggio maschile a disagio in una cerimonia di gala – ma, anche grazie alle espressioni di Lucio Leoni, riesce a portare a casa una breve simpatica seppure non originale.

Il libretto si chiude con Zio Paperone e la memoria ghiottona. Roberto Gagnor muove un atipico terzetto composto da Paperone, nonna Papera e Ciccio, impegnandoli in una caccia al tesoro che li porterà a girovagare per la Lombardia, fra camei attoriali e ritornelli musicali: il risultato finale non sarà, tuttavia, quello sperato dal papero più ricco del mondo. Per Giampaolo Soldati è l’occasione di regalarci alcune cartoline da Mantova, Milano, Pavia e Sondrio, mentre per il lettore sarà l’opportunità di (ri)scoprire le specialità tipiche di queste città, come i tortelli di zucca, il panettone, il risotto e la polenta. Una lettura leggera che farà venire un po’ di appetito!

In conclusione, doverosa segnalazione per l’articolo dedicato all’uscita nelle sale del live action Biancaneve. Un rifacimento del primo Classico Disney di cui si è molto parlato in queste settimane, sottolineandone i punti critici. Non resta che stare a vedere se questa nuova versione riuscirà a reggere il confronto con una pietra miliare della cinematografia intera: sarà molto difficile, ma il mito che ammanta la favola potrebbe comunque garantire un buon successo anche a questa operazione.



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Autore dell'articolo: Federico Pavan

Sabaudo di nascita, romano d'adozione e veneto per amore, leggo fumetti da quando ero bambino e non ho ancora smesso! I miei preferiti: Tex, Asterix, Lucky Luke, Corto Maltese, Mafalda… ma Topolino resta il compagno di viaggio più fedele, una passione che mi ha portato a conoscere il Papersera (e a incontrare tanti amici e una splendida sposa) lungo tutto lo stivale italiano. Il mio idolo disneyano di sempre è Romano Scarpa, ma non posso dimenticare l'emozione del mio primo raduno, nel quale ho avuto la fortuna di incontrare due miti come Don Rosa e Carlo Chendi.