Disney Big 74
Un altro numero di Big, in cui l’andazzo resta sempre quello: un po’ di storie a caso, pezzi di serie non concluse, provenienza cronologica sparsa, andando dagli anni ’60 ad oggi.
Per cui, vedere solo una storia della serie di Paperin di Boscoscuro è un vero peccato. E ancora peggio è vedere pubblicata solo la seconda vicenda del bellissimo ciclo delle Tops Stories. Questa serie di storie è probabilmente l’apice dell’arte di Giorgio Pezzin ai testi e di Massimo De Vita ai testi. Le vicende dell’avo di Topolino, immerse nei mitici e graffianti anni ’30, coinvolgono inevitabilmente miti e leggende ormai classiche, oltre a presentare una carrellata di Pippo sempre diversi ma sempre genuini. Storie favolose, che avrebbero meritato un Tesori a sé stante (anche se un paio di vattelapesca furono pubblicati con la serie completa).
Altre storie meritevoli sono la nostalgica e sognante vicenda del mondo della vecchia stagione, con un Michelini in gran forma nel rendere giustizia a Tip e Tap, rendendoli credibili e affiatati. Così come nell’incredibile avventura, il passato gioca un ruolo importante creando uno snodo narrativo decisamente inedito, con gli odierni Topolino e Pippo che incontrano i sé stessi del passato gottfredsoniano. Di nuovo Pezzin è ben supportato da un bravissimo Ubezio. Non banale, infine, il giallo ambientato nel mondo del cinema, convincente ed arguto.
Altre storie non brillano poi particolarmente, a parte il solito Cimino. Resta interessante l’accostamento delle storie, tra frizzanti colori elettronici e vecchie colorazioni di maniera. In compenso, la direzione del Big resta sempre poco chiara, riuscendo raramente ad utilizzare con intelligenza le tante pagine a disposizione. Ottima la copertina di Mastantuono, come al solito.