Topolino 3085

07 GEN 2015
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E’ un outsider come Angelo Palmas, poche decine di storie in trent’anni di carriera, a prendersi sulle spalle il peso del n. 3085 del settimanale. Una classicissima commedia degli equivoci ma che regala momenti divertenti e a tratti esilaranti, grazie anche ai disegni carichi di simpatia di Alessandro Del Conte. Poco più di venti tavole conta “Un regalo per Zio Paperone” che risultano però il meglio ospitato nel settimanale.

C’era molta aspettativa sulla nuova puntata delle “Victorian Ladies” di Venerus, visto il crescendo della serie, ma questa volta il risultato è meno coinvolgente: bello il messaggio che accompagna la vicenda, ma manca una vera trama. Non basta riciclare Macchia Nera nel ruolo del cattivo colonialista per ottenere un qualcosa in grado di mantenere l’interesse. Il ripescaggio di Zenobia è poco più che una strizzata d’occhio (chiamiamola anche citazione, il male assoluto del fumetto d’oggidì!), tutto il commissariato è fuori posto… restano i disegni di Vian che avrebbero meritato di illustrare una avventura con un po’ più di mordente.

Non va meglio con la storia di apertura, “Zio Paperone e il ravvedimento compensativo” scritta da Carlo Panaro e disegnata da Nicola Tosolini: non ci vuole molto ad intuire da subito il colpevole, ma questo avrebbe potuto non essere un gran difetto se la narrazione non si fosse inopinatamente arresa da sola, consegnandosi al lettore nel giro di poche tavole, in cui il cattivo racconta tutto (come nel più trito dei clichè) e gli altri raccontano il poco rimanente. La storia si sgonfia proprio quando ci si aspetta che decolli e si conclude senza suspense o colpi di scena, rovinando quanto costruito nella prima parte.

Per fortuna c’è qualcosa di interessante nella parte extra-fumetto: una purtroppo rapida storia dell’album di figurine dei calciatori, che è a suo modo un’istituzione esattamente come “Topolino”. Completa il numero un’intervista ad Antonio Conte, allenatore della Nazionale di calcio.

Autore dell'articolo: Gianni Santarelli

Abruzzese, ingegnere elettronico riconvertito in quel che serve al momento. Il mio rapporto con i fumetti segue tutta la trafila: comincio a cinque anni con le buste risparmio della Bianconi (sovvenzionato da mia zia), poi Disney, i supereroi Corno, i Bonelli (praticamente tutti, anche se abbandonati man mano). Verso i 18 anni scopro le riviste della Comic Art, leggo "Stray toaster" di Sienkiewicz e inizio un giro del mondo fumettistico che ancora non termina. Fumetto franco-belga, argentino, americano, autori celebri e sconosciuti, tutto finisce nella mia biblioteca, molto aspetta ancora di essere letto, nel frattempo dilapido una fortuna. Su due cose sono profondamente ignorante: i supereroi "classici" (ad eccezione di Batman, per cui ho una venerazione, non leggo una storia dell'uomo ragno & c. dagli anni 80) e il fumetto giapponese. Per il Papersera, con il nick "piccolobush", collaboro all'annuale premio, scrivo qualche articolo quando necessario e mi occupo, con puntuale ritardo, del settimanale "Topolino"