Topolino 3093
Con copertina, editoriale, storia e approfondimenti dedicati, si può ben affermare che questo Topolino 3093 sia il numero di Casty e dell’Impero Sottozero.
Topolino e l’impero sottozero è l’ennesimo kolossal dell’autore goriziano, attesissimo da tempo dai lettori più affezionati (e non solo)… e non delude le altissime aspettative che lo accompagnavano.
Casty ci offre una storia ricca di riferimenti e di dettagli reali e non, in un’atmosfera che attinge a piene mani dalle leggende e che si intreccia con un’ambientazione ed una trama dai tratti decisamente realistici. Quel che ne viene fuori è una narrazione spettacolare che, in un crescendo di adrenalina inframmezzato da gag tutt’altro che banali o fuori contesto, ci accompagna alla ricerca della leggendaria città perduta degli iperborei, la mitica Agarthi.
I personaggi sono calati splendidamente nelle loro parti, da quelli ripescati per l’occasione (Atomino Bip-Bip e un azzeccatissimo Nataniele Ragnatele) a quelli creati appositamente: il Conte Dragpo, la dolce Tabìa e la spietata Aljoska.
Nonostante l’abbondanza di temi trattati, tutti i tasselli vanno al loro posto e si incastrano alla perfezione nel mosaico, come in un preciso meccanismo ad orologeria: la trama scorre in maniera naturalissima e niente affatto forzata, come Casty ci ha sempre abituato, e il colpo di scena finale è qualcosa che arriva all’improvviso, spiazzante e ben gestito.
Come la definisce Valentina De Poli nel suo editoriale, «una bellissima fiaba», in cui l’autore si è superato anche dal punto di vista grafico: non bastasse la splendida copertina, molte delle vignette doppie e quadruple sono mozzafiato, ed è più che evidente l’evoluzione grafica dell’autore rispetto alle precedenti storie.
A corredo di questa storia, un compendio di spunti, reali e non, a cui si è ispirato Casty.
A confronto con cotanta epicità, il resto del numero sfigura, pur non essendo affatto di scarsa qualità.
Paperina e il viaggio impossibile (Mazzoleni/Asaro) è una brevissima, ma simpatica gag che riprende una situazione abbastanza comune a chi viaggia sui mezzi pubblici metropolitani, mentre Paperino e il “selfie” definitivo (Cirillo/Picone) affronta un argomento decisamente moderno (la visibilità sui social network) in maniera spensierata, pur facendo riflettere.
Chiude l’albo Zio Paperone e il castello della doppia battaglia (Panaro/Baldoni), che pur partendo da uno spunto già usato diverse volte in passato si lascia comunque leggere piacevolmente, merito forse anche delle numerose citazioni presenti.
Si presenta di buon livello anche il comparto extra-fumettistico: si spazia da Rat-Man all’imminente parodia di Dylan Top, da un’anticipazione degli albi che saranno presentati al Cartoomics di Milano tra qualche giorno a Brachetti, presente anche in questo numero grazie ad una dissacrante one page di Silvia Ziche.
Davvero un ottimo numero!